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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 04-06-2007, 19.25.36   #141
Noor
Ospite di se stesso
 
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?

X Visechi

Non so se il saggio ha delle lenti rosate...credo comunque di no..
e' certo che, chi chiede aiuto al saggio non s'avvede delle sue lenti scure..
Il saggio non fa altro che indicare quelle lenti..è la sua missione oserei dire..ma colui che le porta non le vede,o forse non vuole vederle...cambia poco..

Il vero "dramma",trovo che sia solo questo.
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Vecchio 04-06-2007, 19.46.30   #142
Mirror
Perfettamente imperfetto
 
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Riferimento: Il pensiero filtra la realtà.

Citazione:
Originalmente inviato da visechi
… come se al saggio fosse concesso di far germogliare il grano, di ridonare alla vita colui che si è spento per sempre, di far zampillare l’acqua che disseti i deserti. Come se il saggio avesse le chiavi della Egli ha solo un diverso paio di lenti… rosate. Son più belle di quelle che la Vita fornisce a noi tutti se non sono in grado di mostrare le lacrime altrui, se scordano il prossimo, se disdegnano il mondo?
L’occhio trae la propria essenza dal mondo, solo che spesso i nostri occhi sono velati da lenti monocromatiche che restituiscono immagini astruse, spesso troppo rosate perché possano lasciar filtrare la policromia della Vita, della Realtà, della Natura.

Ciao


Il realtà, sembrerebbe incredibile, ma è proprio così, da un punto di vista metafisico.
In quanto non esistente - perchè non ha più il senso dell'ego - il Saggio risvegliato è arreso totalmente al Tutto, quindi egli E' il Tutto... ed ha perciò le chiavi della Natura, della Vita, della Realtà, della Morte...
Non lui, certamente, come ego, ma LUI come Tutto, come "non ego".
Questo Saggio lascia che il Tutto Sia come deve Essere.
Non ha più una volontà propria.
E non ha nemmeno nessuna lente: vede e accetta il Ciò che è così com'è.
Al contrario di chi è ancora identificato... il quale, quello sì, indossa le lenti colorate con cui vede e interpreta se stesso ed il mondo.

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Vecchio 04-06-2007, 19.56.26   #143
Yam
Sii cio' che Sei....
 
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Riferimento: Il pensiero filtra la realtà.

Citazione:
Originalmente inviato da visechi
L’occhio trae la propria essenza dal mondo, solo che spesso i nostri occhi sono velati da lenti monocromatiche che restituiscono immagini astruse, spesso troppo rosate perché possano lasciar filtrare la policromia della Vita, della Realtà, della Natura.

Ciao

Grazie Visechi, in effetti mi sono reso conto di non essere riuscito ad esprimere cio' che volevo. Ho usato il termine Ishvara per non usarne uno che avrebbe causato non poche difficolta' nell'uomo occidentale, Ishvara infatti e' il Dio persona...il punto piu' alto della manifestazione...che e' molteplicita'.
Quegli occhi non sono statici, si sono sviluppati, sono cresciuti, passando per successive trasformazioni, quegli occhi sono gli occhi del Figlio, nato come materia elementare e destinato ad essere un Dio....quando l'occhio non e' piu' organo fisico, ma sguardo interiore che VEDE realmente (anche al buio come qualcuno che qui scrive sa bene)...inizia a manifestarsi Ish...e accade il passaggio dall'individuale all'universale.
Non voglio andare oltre, perche' non e' possibile e soprattutto non mi e' possibile, perche' non so, non so nulla.

Ultima modifica di Yam : 04-06-2007 alle ore 21.42.35.
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Vecchio 04-06-2007, 20.58.29   #144
nexus6
like nonsoche in rain...
 
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...

E' singolare come si montino abilmente discorsi dove si prende come oggetto del contendere, una realtà non esistente, o quanto meno che, penso, qui nessuno voglia far propria, le parole per comprendere ci sono, un pizzico di volontà, qualche lampadina in più accesa e si risparmierebbe tanto tempo a scrivere gloriandosi di sé, o forse è questo il vero e più profondo scopo di alcuno vano parolare, "vano" in quanto la miserrima tristezza umana vi emerge in tutto il suo sfarzo. Questo "saggio" inesistente di cui tessi le non lodi, Visechi, probabilmente è uno dei tanti colori che cromatizzano le tue lenti, il processo mi par più che chiaro, gli attribuisci doti plurinegative che chiunque negherebbe e poi rimesti nello stesso calderone chiunque, in qualche modo, gli si avvicina, tramite i tuoi occhiali, con una riduzione all'assurdo reiterata più e più volte, che francamente offende la perizia del tuo ingegno, così come quella delle persone con le quali rifletti.

Saggio chiaramente non è chi glorifica se stesso e nega il prossimo, saggio, qui penso si intenda, è chi tramite proprio un cammino di conoscenza di sé arriva a com-prendere più essenzialmente il prossimo, chi colmo di amore e coscienza li fa traboccare verso il prossimo... e tante parole di differente forma, ma della medesima sostanza sono state fatte anche in questa discussione da Mirror per esempio proprio nei suoi ultimi scritti, così come da Yam, Atisha, Gyta, Brucus ed anche Nexus....
... mi permetto di citarmi, gloriandomi un po' di me:

.....il seme del sonno umano che uccide il bimbo nel Ciad così come il nostro futuro, sta nello sterile (in quanto non costruttivo) eloquio, così come al pari per esempio nell'ostacolare la ricerca sulla fusione fredda... per capirci...
... nell'essenza sta proprio in tutto ciò che ci distanzia dal "sentire altrui", come dice Maxim.... ma credo proprio un percorso di conoscenza di sé, un cammino serio che tende allo spogliarsi da ciò che ci incatena, da ciò a cui siamo attaccati, identificati possa far sorgere a poco a poco una nuova coscienza in ognuno ed in ciò non ci trovo nulla di trascendentale, questa è realtà che si può toccare con mano, senza che nessuna filosofia la inscatoli.... se il mio corpo e la mia mente pian piano iniziano a com-prendere sempre più la realtà intorno, tenderò a non farle del "male" in quanto già tendo a preservare il "mio" corpo-mente.... se veramente nel cuore, non solo intellettualmente, sentirò che l'albero vicino casa è "parte-di-me" tenderò a preservarlo, mi adopererò in qualche modo per cercare di diminuire per esempio lo smog in città, ecc... se veramente nel cuore, non solo intellettualmente, sentirò che il ragazzo per strada in difficoltà è "parte-di-me" tenderò ad aiutarlo, mi adopererò in qualche modo per cercare di fornigli gli "strumenti" affinchè si aiuti poi da solo... e ciò senza un fine "altruistico", anzi il tutto nel più puro e sano "egoismo", perchè così come mi amo (ed è necessario spesso un bel percorso per questo...) traboccherò d'amore verso ciò che sentirò sempre meno come "esterno", diverso, "altro-da-me"....


... dunque in questa sterile reiterazione vedo stanchezza o piuttosto inerzia proprio nel comprendere il tanto osannato "prossimo"... ma forse, e mi ripermetto di citarmi:

Ognuno coglie ciò che l'animo è disposto in quel momento a recepire o meglio ciò che a lui necessita per la sua vita e non c'è assolutamente chi coglie "di più" e chi "di meno", un fiore che spande il suo profumo nel vento, non è "migliore" di un piccolo seme timido ed incerto, in entrambi fluiscono l'energia e la potenza della vita e solo la mente distingue la forma e dà giudizi e valori...

Ma penso pure, se non si scende dalla propria torre fortificata e non si procede verso quella "nudità mentale" di cui parla Atisha, non vedo nemmeno minimamente come sia possibile comprenderlo questo prossimo, ma per dio(!) comprenderlo sul serio(!) questo prossimo di cui ci si erge a difensori, partendo dal vicino di casa, fino al bambino che tende le mani verso il cielo e non certo per osannarlo poeticamente, a meno che il parolare non sia teso al tenere ben al fresco le coscienze e gonfiare lo strano "altruismo" umano, con la falsa speranza che se si utilizza del tempo a negare un altrui idolo inesistente, allora un po' di pioggia cadrà e disseterà quel bambino.

Non posso che provare tristezza profonda nel sentir risuonare ancora una volta la sterile parola che divide, nel totale buio che è anche proprio questa inesistente divisione, di cui ci si gloria vanamente, il sole ardente e mortale che nega la pioggia a quel bambino.

Vi chiedo, ancora... chi siete voi che leggete...?


Grazie a tutti per gli ultimi bellissimi interventi, ne sento, pur sotto opposte forme, l'essenza... ho scritto ora solo qualche parola, seguendo spontaneamente le mie re-azioni....

Un abbraccio... e buona serata....!

nexus6 is offline  
Vecchio 05-06-2007, 08.17.45   #145
atisha
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aggiungo alle parole di Mirror e gli altri...

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Originalmente inviato da Mirror
Questo Saggio lascia che il Tutto Sia come deve Essere.
Non ha più una volontà propria.
E non ha nemmeno nessuna lente: vede e accetta il Ciò che è così com'è.
Al contrario di chi è ancora identificato... il quale, quello sì, indossa le lenti colorate con cui vede e interpreta se stesso ed il mondo.


Quel saggio ipotetico, resta impassibile di fronte alle molteplici distrazioni.. non distuba il mondo nè da questo è disturbato.. inoltre non è mai sconcertato da qualsiasi avvenimento, anche da uno tsunami.. non per questo non si prodiga ad aiutare dove ce ne fosse bisogno!
egli vive in una doppia coscienza, una esperienza contemporanea, come percepisse contemporaneamente il freddo ed il caldo..
ed è per questa duplice percezione che si muove nel mondo, senza restare appeso al cosiddetto "nirvana", alla sola beatitudine della Conoscenza..
Come potrebbe allora svolgere le attività mondane?
l'universo fenomenico non svanisce davanti agli occhi del saggio.. egli lo vede solo come un sogno.. come una grande commedia dove tutti si affannano..
una commedia umana in grado anche di straziare, perforare..distruggere cose e persone terrene..
Egli, benchè viva nel sogno del mondo, non va alla ricerca dei sensi come le persone attaccate alle sole cose terrene.. benchè i sensi li abbia e li usi in modo consapevole..
Egli vedendo un'unica realtà ovunque posi lo sguardo, non vede più alcuna differenza tra un ladro e un santo.. tra l'oro e la pietra grezza.. tra il bello ed il brutto..
e soprattutto sente che vi è tutto in lui.. tutte le potenzialità che appartengono al mondo..
Egli sa che dentro di lui risiede anche l'assassino...
Egli, malgrado riconosca ciò, è in stretto rapporto con la rettitudine.. e (come ho già scritto anche altrove), come un esperto danzatore non fa mai passi falsi..
egli Opera (Agisce, non reagisce) senza sforzo alcuno.. senza egoismo ed attaccamento..
Questa caratteristica è innanzitutto uno STATO MENTALE INTERIORE che non può essere percepito dalla massa.. ma solo scoperto da alcuni, da chi ne è attratto..
Il saggio non ha metodo.. il proprio metodo è un "mistero" che Agisce sempre nel momento presente verso il bene del prossimo..
un bene privo però delle nostre caratteristiche mentali dell'ego..
Il saggio a volte può apparire come un dotto o come un pezzente.. ma quando Agisce egli riflette sempre l'Altissimo..
ma se ci accosteremo a lui con intenzioni poco pure, egli sarà in grado di comportarsi di conseguenza e cioè inaspettatamente per come noi immaginavamo..
egli sa essere anche una vera Forza contraria al nostro ego.. e sarà una nostra delusione.. e un conseguente smarrimento..
Un saggio, che si veda o meno, è un sostegno per il mondo!..
una sorgente che attrae e trasmette l'Unità.. e porta sollievo agli uomini del mondo..
Il saggio è un centro di Energia..
ma per conoscere.. anzi riconoscere un saggio, è necessario predisporsi alla propria "nudità mentale"..
solo da quello stato è possibile una Comunicazione..

namastè..

Ultima modifica di atisha : 05-06-2007 alle ore 10.23.45.
atisha is offline  
Vecchio 05-06-2007, 09.01.18   #146
visechi
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?

La glorificazione del Sé non mi appartiene, è materia vostra, io non la tratto, me ne tengo discosto; non credo in Dio, tanto meno posso credere al d-Io che voi esaltate fra mille amene astrusità: fra Io coscienziali ed eternità dell’istante, sospesi e pencolanti fra la metafisica del nulla e quella del Tutto, fra la con-fusione consapevole della coscienza e quella inconsapevole della mente. Volevi udire un canto di lode rivolto al cielo stellato, una voce che si unisse al coro celestiale, un sorriso che facesse capolino fra i tanti dei serafini beati che osservano la magnificenza del creato, un altro suono armonico fra i tintinnii di tante coscienze evolute? Mi spiace averti deluso, non era mia intenzione interrompere il pigolio… so solo parlare di quel che vedo e cantare quel che sento, di ciò che m’appartiene… disturba? La mia è una macchia nera su un foglio rosa? Conosco il contrappunto, il controcanto, la dissonanza. Ho solo posto delle domande, ho chiesto se al vostro saggio che vive immerso nell’istante eternizzato, dilatato oltre ogni limite, se almeno a lui fosse concessa la grazia di sovvertire l’ordine naturale, fosse concesso di vedere oltre alle sue lenti colorate. Tutti noi le indossiamo, le vostre son rosa, le mie, evidentemente, sono scure. Però concedetemi le attenuanti: non avevo alcuna intenzione di scalfire con unghiate feroci il feticcio che adorate, l’idolo che idolatrate… l’idea dell’amore, l’idea della consapevolezza, l’idea della saggezza… non sono e non sarò io che violerà la loro sacralità, è la natura, beffarda, che si fa beffe del centro immobile, del testimone, dell’osservatore… io rilevo, registro e rimando, come un’eco, solo l’immagine surreale che nel contrasto fra l’arcobaleno e il diluvio emerge diafana.

E’ singolare rilevare come talvolta il caso s’insinui nelle cose, anche in queste strane discussioni. Leggevo un intervento di Atisha – che saluto con affetto – che racconta che <<....esistono numerose forme di Comprensione e vengono chiamate in modi diversi a seconda dei piani ai quali siamo chiamati.. (o le stesse vengono applicate)..
A livello più elevato si manifesta con l'intuizione lo Spirito..
Mancando questa intuizione, l'uomo non è neanche consapevole di poter riuscire a vedere.. anche se in realtà sta già Vedendo..
Essa è una rivelazione ad una "Verità" che io chiamo superiore..
cioè significa che egli è riuscito a proiettare molto molto lontano la sua Immaginazione e che determinati "raggi" gli consentono (di rimando) di vedere alcune corrispondenze di quel piano, sul piano umano..
E' la Luce dello Spirito.. una forma di Visione che consiste di afferrare da altri piani, bagliori.. colori.. oggetti..>>
. Una luce nuova, dunque, che si accende in virtù di una dote o facoltà. Questa parrebbe sia l’Immaginazione. Proseguendo la lettura ed imbattutomi in Yam, il mio sorriso svanisce nell’apprendere che non è consigliabile leggere la realtà attraverso il filtro dell’Immaginazione, giacché mi esorta a <<Visechi, a me pare evidente il tuo di affanno a descrivere una realta' attraverso l'immaginazione, invece che a vederla cosi come e'.>>. Strana sintesi, ancor più strana combinazione, non trovi. Entrambi si riferiscono alla medesima facoltà umana, ma tengono due posizioni opposte: l’una la elegge a faro che illumina la realtà trascendente, l’altro la svilisce a filtro che offusca la vista della Realtà, la quale deve essere osservata con occhi privi di lenti e colta così come essa è. Io, in tutto ciò, rilevo solo una notevole dose di buona fede anche se immersa nella confusione più totale. La mia descrizione della Realtà è immaginifica – quindi Atisha, fra gli scotimenti di capo di un Yam sconcertato e dissenziente, dovrebbe includere anche me fra i sapienti illuminati, oppure no, forse ha ragione Atisha e il suo insegnamento dovrebbe essere ben rivolto, e Yam però a questo punto non potrebbe fare a meno di riconoscere la mia saggezza -. Ma no, credo che le cose stiano in modo diverso… entrambi sbagliano, quella saggezza e sapienza di cui parlano è più probabile sia figlia di una loro personalissima visione della Realtà, della Vita che rifiuta a ciascuno dei due – ma anche a me e a te, Nexus, di mostrarsi nuda e cruda come in effetti è… prendine atto anche tu.

Parli d’amore e coscienza che traboccano come fossero un fiume in piena, che tutto dovrebbe trascinare, che tutti dovrebbe investire, che tutto dovrebbe intridere, ne parli come se ne fossi infuso, parrebbe addirittura che tu abbia <<vita in abbondanza>> da donare al prossimo tuo, ma non ti esimi dal manifestare una re-azione risentita per un intervento dissonante, per un <<parolare>> discorde, forse che il trabocco del tuo amore e la tua tolleranza non compendiano il dissenso, non abbracciano e riconoscono la divergenza di vedute?

Ad uccidere il bambino nel Ciad non sempre è il sonno umano, più spesso è quel creato che tanto ti affascina, che ti stupisce, che ti ammalia imbrigliando la mente e il cuore. La prossima volta che osservi il cielo stellato, prova ad Immaginare (per stare in tema) che la stessa visione celestiale è preclusa a tanti, troppi prossimi tuoi, e che certe contemplazioni che accarezzano l’anima sono vetrine splendenti per chi non ha altra preoccupazione d’inventarsi una filosofia ed una spiritualità che sopisca la carne. Così come pure il nostro futuro non s’è ammalato, è solo intriso di germi patogeni fin dal primo momento in cui fu pensato, fin dall’origine, fin dal suo primo vagito. Le tue esortazioni a liberarci dalle catene che ci tengono prigionieri e avvinghiati alle sbarre di una prigione che non vediamo, sono anelli di titanio che rinsaldano la gabbia. Nella ricerca di una nuova coscienza, cosa trita e ritrita, che ha mosso le macine delle pie illusioni inscritte nella storia dell’uomo, dissemini il terreno di nuove illusioni, di speranze escatologiche che mai sia avverano, sempre smentite dal tempo che scorre che neppure il tuo saggio, il Sapiente fra i sapienti, sa fermare.
Così facendo dissipiamo energie e offriamo le nostre parole al vento che mai ci renderà la pietra filosofale, l’elisir di lunga vita, l’arca perduta; mai condurrà a vedere, se non proprio toccare, quei parti immaginifici della nostra ansia. Puoi pure infarcire le strade del mondo di buoni propositi, di parole ispirate che non veicolano il fare ma solo il dire e lo stradire verso lande solo immaginate, che riposano nella nostra angoscia di aver perso l’eden, l’arcadia, l’età dell’oro, che altro non sono che mitologemi delle nostre brame. Fra queste esortazioni, fra queste illusioni si rinsaldano le palizzate erette a difesa della torre d’avorio che ci accoglie, fortificandola e rendendola inespugnabile; dentro il maniero assediato dalla cruda Realtà, che si cuoce il brodo con le pie illusioni, ci trinceriamo all’interno per chiuderci occhi ed orecchie per non vedere e non udire altro che la nostra voce che restituisce sempre lo stesso suono, come un’eco mielosa, sterile, inutile, infarcita di buoni propositi e di un amore noumenico che non scalfisce la dura pietra che la Natura forgia e ci scaglia contro.

Ti, vi domandavo se tutta la saggezza del mondo può sovvertire le leggi della Natura, mi è stato risposto evitando la domanda, eludendo la risposta, re-agendo con un <<parolare> risentito ad un <<parolare>> vacuo quanto il vostro, vuoto ed inutile come vuote ed inutili sono e sempre saranno tutte le parole del mondo. La vibrazione prodotta dal suono delle nostre parole mai muterà la roccia in pane, mai renderà retta la curva, mai riempirà di vita i corpi destinati a non averne perché la natura l’ha loro negata fin dalla nascita, e non v’è frullio d’ala di farfalla che possa far vibrare le corde della Natura diversamente da come il caso o il Dio lontano e silente ha predisposto che vibrino… certe tensioni non ci competono, a noi solo l’affanno di vivere… che piaccia o meno al tuo saggio polimerico.
Ciao
visechi is offline  
Vecchio 05-06-2007, 10.18.25   #147
Yam
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Citazione:
Originalmente inviato da atisha
Quel saggio ipotetico, resta impassibile di fronte alle molteplici distrazioni.. non distuba il mondo nè da questo è disturbato.. inoltre non è mai sconcertato da qualsiasi avvenimento, anche da uno tsunami.. non per questo non si prodiga ad aiutare dove ce ne fosse bisogno!
egli vive in una doppia coscienza, una esperienza contemporanea, come percepisse contemporaneamente il freddo ed il caldo..
ed è per questa duplice percezione che si muove nel mondo, senza restare appeso al cosiddetto "nirvana", alla sola beatitudine della Conoscenza..

Perfetto, ma perche' definisci il saggio ipotetico?

Citazione:
Come potrebbe allora svolgere le attività mondane?
l'universo fenomenico non svanisce davanti agli occhi del saggio.. egli lo vede solo come un sogno.. come una grande commedia dove tutti si affannano..

Vede che quell'affanno e' una esigenza evolutiva..per chi lo vive...quindi partecipa sentendo il dolore altrui (compassione) ma non ne e' toccato se non nell'istante in cui entra in contatto con una determinata realta'.


Citazione:
Egli, benchè viva nel sogno del mondo, non va alla ricerca dei sensi come le persone attaccate alle sole cose terrene.. benchè i sensi li abbia e li usi in modo consapevole..

Vairagya....che e' quello che dici dopo....:

Vairagya viene dalla parola viragau; lo stato di viragau si chiama vairagya. Viaragau è lo stato in cui il raga è scomparso. Se traduciamo 'raga' con 'passione', viragau si può definire come assenza di passioni. La passione è appassionarsi ai fenomeni di attaccamento e di avversione, all'impulso di piacere e di avversione. 'Raga' corrisponede a quanto ci piace o cui siamo attaccati, e dove vi è attaccamento vi sarà anche dvena o avversione. Non vi può essere raga, attaccamento senza che vi sia dvena, un'avversione per qualcosa. Normalmente la nostra interazione con il mondo è caratterizzata da raga e dvena. Entrambi sono impulsi della nostra mente che provengono da un'errata percezione o un'errata valutazione degli oggetti del mondo. Non comprendiamo la vera natura di qualcosa e quindi sovrapponiamo all'oggetto un valore che quello non possiede. Per esempio, possiamo guardare a qualcosa come un mezzo di felicità anche se realmente non possiede alcun contenuto di felicità. Quando considero qualcosa come mezzo di felicità, sorge l'attaccamento per quell'oggetto o per quella situazione. Ugualmente quando vedo qualcosa come fonte di sofferenza, o minaccia per la mia sicurezza, sorge l'avversione per quell'oggetto o quella situazione. Potrebbe non esserci alcuna minaccia reale, ma io la percepisco. In entrambi i casi si tratta della mia percezione soggettiva di una data situazione. Questa visione soggettiva normalmente non è condivisa dagli altri. Quando io provo attaccamento, molti altri possono non avere lo stesso attaccamento e la mia avversione per qualcosa può non essere ugualmente condivisa da tutti.
Viraga è libertà da attaccamento e avversione, e dunque vairagya è lo stato della mente che è libero da avversione e attaccamento, lo stato in cui la mente vede le cose come sono.

Swami Viditatmananda Saraswati
Yam is offline  
Vecchio 05-06-2007, 12.42.14   #148
atisha
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Yam:
Citazione:
Perfetto, ma perche' definisci il saggio ipotetico?

ho scritto così solo per non coinvolgere nella tal descrizione chi di noi ne compilava un profilo..
per esternarlo in sostanza.. cioè "prendo come ipotesi un saggio qualsiasi"..

Grazie della bella descrizione che hai postato.. chiara e.. coincidente!

atisha is offline  
Vecchio 05-06-2007, 13.20.30   #149
fallible
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Salve e buona giornata!
come già detto nell'altro 3d le mie risposte sono spontanee e primitive, ed essendo incapace di usare la parola come fioretto dico semplicemente la mia all'amico visechi, no questo benetto saggio non può fare nulla nei confronti di "quel creato" che tanto affascina l'altro forumista , quel saggio ha probabilmente gli stessi acciacchi che a volte ti prendono ma "quel saggio" forse riesce non trincerarsi all’interno per chiuderci occhi ed orecchie per non vedere e non udire altro che la nostra voce che restituisce sempre lo stesso suono, come un’eco mielosa, sterile, inutile, infarcita di buoni propositi e di un amore noumenico che non scalfisce la dura pietra che la Natura forgia e ci scaglia contro e questo lo puoi fare anche tu claudio

ps per quanto riguarda le evidenti e nefaste sperequazioni sociali che affliggono il momento, nella mia visione marxista del sociale, ed avendo vissuto le belle illusioni del maggio francese e del 68, trovandomi impotente dinanzi all' "Impero" di Toni Negri attuo la mia piccola rivoluzione individuale cambiando me stesso nel rapporto con gli altri e uscendo umilmente tutti giorni, con tutte le mie capacità, da quella torre di avorio che tanto bene descrivi e in parte, mi diaspiace dirtelo, edifichi... se per primi non accettiamo l'altro... che cosa vogliamo cambiare claudio
fallible is offline  
Vecchio 05-06-2007, 14.24.12   #150
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?

Citazione:
Originalmente inviato da visechi
La mia descrizione della Realtà è immaginifica – quindi Atisha, fra gli scotimenti di capo di un Yam sconcertato e dissenziente, dovrebbe includere anche me fra i sapienti illuminati, oppure no, forse ha ragione Atisha e il suo insegnamento dovrebbe essere ben rivolto, e Yam però a questo punto non potrebbe fare a meno di riconoscere la mia saggezza -. Ma no, credo che le cose stiano in modo diverso… entrambi sbagliano, quella saggezza e sapienza di cui parlano è più probabile sia figlia di una loro personalissima visione della Realtà, della Vita che rifiuta a ciascuno dei due – ma anche a me e a te, Nexus, di mostrarsi nuda e cruda come in effetti è… prendine atto anche tu.
Ciao

Visechi..
e se in realtà io e Yam stessimo indicando lo stesso stato di coscienza?
io penso di sì...
con un piccolo, piccolo sforzo capiresti che si tratta dello stesso stato di coscienza..
diciamo che nessuno si sbaglia e nessuno ha ragione.
si sta solo indicando la Luna da un lato apparentemente contrapposto..

Dovremo far chiarezza sulla parola Illusione.. Immaginazione.. e qui come altrove, in questa equazione astratta, le maiuscole e le minuscole fanno la differenza..
Tutto è immaginazione... sia nella identificazione con l'oggetto che nella disidentificazione con lo stesso..
quando consigliamo di vedere la realtà per quello che è diciamo "non illuderti, non immaginare" ovvero togli le bende dell'identificazione e vedrai una realtà diversa.. la stessa che già E' ma difficilmente riusciamo a coglierla causa questa identificazione con l'oggetto osservato..
per far ciò, per permetterci questa nuova osservazione è necessaria una certa manovra..
cioè innanzitutto accrescere la nostra "sensibilità" fisica e psichica..
e questo lo si può solo fare usando esclusivamente l'Immaginazione stessa..
cioè quel processo, che è a questo punto un movimento volontario Immaginativo (e non impulsivo/compulsivo frutto dell'ego) che appare quando ci troviamo in uno stato di vero abbandono e d'impotenza.. cioè neutralizziamo la mente discorsiva, dubbiosa ed identificata con l'oggetto osservato .. qualunque esso sia, qualunque ci rappresenti come persona...

In sintesi è muovere coscientemente l'energia mentativa e dirigerla dalla identificazione riconosciuta come tale, verso una Identificazione di tipo superiore..
L'Energia superiore è un avvenimento spontaneo che appare quando ci troviamo in uno stato di vero abbandono e d'impotenza..

Tornando all'Immaginazione .. tutto è Immagine, senza le immagini si nega sia la Vita che la possibilità ad aprirsi a canali a noi sconosciuti.. perchè la mente è esclusivamente uno strumento.. sta a noi imparare a manovrarlo.. usarlo non solo per ragionare o far calcoli e muoverci nello spazio/tempo.. ma anche per muoverci oltre lo stesso..
Anche la meditazione, per esempio, è creare un'Immagine..
un'Immagine mentale.. che crea un impulso sotto forma di una onda/pensiero..

Nella sintesi ultima tutto è Mente.. e solo attraverso le Immagini mentali disidentificate dal senso dell'ego/pilota (che muove unicamente le nostre sensorialità dove più ne è richiamato), le stesse ci aiutano sia a trasmettere che ricevere nuove realtà..

atisha is offline  

 



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