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Vecchio 21-10-2005, 00.38.55   #41
klara
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Data registrazione: 06-06-2005
Messaggi: 455
Re: Re: revisionisti

Citazione:
Messaggio originale inviato da JSM
Zundel venne processato per aver pubblicato in Canada (dove è vietato negare l'olocausto) "Did Six Million Really Die?". Ci furono due processi, uno nel 1985, annullato poi nel 1987, ed uno nel 1988.
Zundel risultò colpevole, ma la motivazione del giudice non fu storico-tecnica, infatti si limitò a dire: (l'olocausto) "che nessuna persona ragionevole puo mettere in dubbio".
Qua potrai trovare tutte le fasi del processo (da dove ho tratto la citazione) www.vho.org/aaargh/ital/archifauri/RF8807xx1i.html

David Irving non fu querelato, ma fu lui stesso a querelare deborah Lipstadt per averlo definito razzista. Il tribunale lo condannò colpevole non per aver falsificato documenti, ma "“per motivi ideologici manipolato e falsificato con persistenza, deliberatamente, l’evidenza storica", ribadisco, per aver falsificato "l'evidenza storica".
Altra sentenza storico-tecnica e oserei dire inconfutabile.

...sempre dal sito Wikipedia...

...si Zundel fu processato per aver pubblicato il libro di R.Verrall un neo-nazista brittanico ...gli fu ordinato dalla parte della corte per i diritti umani di non seminare odio attraverso il suo sito internet...fu arrestato e deportato in Germania quest'anno dove puo' essere processato per la disseminazione della propaganda dell' odio...

...nel caso Lipstadt...lo storico dal Cambridge Richard J. Evans studio per due anni il materiale di Irving e presento' la evidenza che provava un uso deliberato di documenti falsi per appoggiare le sue interpretazioni...la Lipstadt quindi vinse la causa dove Irving la accusava di averlo diffamato...
klara is offline  
Vecchio 21-10-2005, 15.16.06   #42
JSM
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Re: Re: Re: revisionisti

Citazione:
Messaggio originale inviato da klara
...sempre dal sito Wikipedia...

...si Zundel fu processato per aver pubblicato il libro di R.Verrall un neo-nazista brittanico ...gli fu ordinato dalla parte della corte per i diritti umani di non seminare odio attraverso il suo sito internet...fu arrestato e deportato in Germania quest'anno dove puo' essere processato per la disseminazione della propaganda dell' odio...

...nel caso Lipstadt...lo storico dal Cambridge Richard J. Evans studio per due anni il materiale di Irving e presento' la evidenza che provava un uso deliberato di documenti falsi per appoggiare le sue interpretazioni...la Lipstadt quindi vinse la causa dove Irving la accusava di averlo diffamato...

Zundel non è razzista, viene fatto passare per tale.
Questo non vale solo per lui, ma tutti i più famosi revisionisti. Prova a guardare cosa dicono i siti italiani che trattano di olocausto, a proposito di Faurisson o Mattogno.
Questi revisionisti per avendo preso le distanze da ideologie filo-naziste continuano ad essere considerati come razzisti pronti a tutto pur di riabilitare il nazismo, ma non è cosi'.
Se Zundel è stato processato, è solo perchè in Canada c'è una legge grazie alla quale non si può mettere in discussione l'olocausto (anche se revisione viene da parte di una persona neutrale), proprio come un dogma. Il problema è che l'olocausto fa parte della stori, non della religione.
Per fortuna, in Italia una legge simile non c'è, o forse bisognerebbe dire, non c'è ancora.
Ti faccio un esempio: se un revisionista scrive per una casa editrice nazi-fascista, significa che lo sia pure lui?
Se si, mi spieghi dove dovrebbero scrivere i revisionisti, visto che nessuno, a parte questi editori, danno loro spazio?
Non nego che possano esistere revisionisti exnofobi, ma questo non è il caso di Zundel.
Su Irving, vorrei sapere a questo punto i documenti che ha falsificato (se li ha falsificati).

Ma ammettiamo per assurdo che ci fossero persone neo-naziste, razziste, che neghino l'olocausto falsificando le prove.
Significa forse che tutti i revisionisti sono dei falsificatori destroidi?
Concentriamo la discussione sugli argomenti, non su delle congetture, secondo me, infondate.
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Vecchio 22-10-2005, 12.48.30   #43
Elijah
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Olocausto o shoah?
-----
L'uso del termine "olocausto" per indicare la distruzione degli ebrei da parte del regime hitleriano e dei suoi alleati è da tempo contestato, principalmente proprio dal mondo ebraico. "Olocausto" significa letteralmente "abbruciamento totale" delle vittime offerte a Dio. L'innegabile suggestione del termine ha fatto velo a chi lo ha utilizzato per designare la catastrofe degli ebrei nell'ultima guerra. In realtà, la valenza religiosa intrinseca al termine "olocausto", ben presente in tutte le precedenti manifestazioni storiche dell'accanimento antiebraico, è pressoché scomparsa nella pratica distruttiva di Hitler. Se è vero, infatti, che ad Auschwitz fu il popolo ebraico e non un altro che si cercò di annientare, è però altrettanto incontestabile che quel popolo non fu assassinato per la fede che professava; furono uccisi, con gli adulti, bambini che neppure potevano professare una fede o possedere convinzioni personali; furono massacrati uomini e donne ebrei credenti, ma anche ebrei agnostici o convertiti ad altre religioni. La "ragione" della distruzione degli ebrei fu ridotta dall'ideologia nazista alla razza: a un falso pretesto biologico.
Questa volgare, prosaica circostanza ha posto alla teologia ebraica un grave problema. Se la progettata fine degli ebrei non può essere considerata come punizione di una colpa e neppure come martirio per la fede, quale Dio ha potuto permettere che esistesse Auschwitz?
Il filosofo ebreo Hans Jonas ha lucidamente enunciato il problema in questi termini: "L'ebreo, di fronte a un simile interrogativo, si trova teologicamente in una situazione più difficile del cristiano. Infatti, per il cristiano che attende l'autentica salvezza nell'al-di-là, questo (e in particolare il mondo umano a causa del peccato originale) è il mondo di Satana e conseguentemente un mondo non degno di fiducia, ma per un ebreo che vede nell'al-di-qua il luogo della creazione, della giustizia e della salvezza divina, Dio è in modo eminente il Signore della storia, e quindi di Auschwitz, per il credente, rimette in questione il concetto stesso di Dio che la tradizione ha tramandato". È dunque l'impossibilità di pensare la distruzione degli ebrei come un "olocausto" che impone di ripensare ex novo il Dio della tradizione. Di qui il fermento della ricerca teologica che "dopo Auschwitz" ha mobilitato il pensiero ebraico. Per quanto riguarda la designazione del fatto storico della distruzione degli ebrei, è così emersa l'esigenza di ricorrere a un termine diverso da "olocausto". Il termine ebraico shoah, teologicamente neutro, sembra a molti il più idoneo a sostituirlo. Shoah significa letteralmente "devastazione". È entrato nell'uso corrente come sinonimo-sostitutivo di "olocausto" grazie anche al magistrale lungometraggio realizzato da Claude Lanzman (Francia, 1985), intitolato, appunto, Shoah.
[mi scuso, ma non riesco a trovare la fonte di ciò che vi ho trascritto... autore, ecc.]
-----
Ad ogni modo, questi sono dettagli... importante è capirsi

Appena ho tempo, spero di trovarlo in questo weekend, cerco di farti capire xk non ha senso dire che non ci sia stato alcun genocidio... JSM.

Per gli altri, quelli che hanno letto ciò JSM ha scritto, ma non sono intervenuti, dedico queste parole:

Tacendo, facciamo esattamente come volevano i nazisti: facciamo come se quella cosa orribile non fosse mai accaduta.
(Bettelheim, Sopravvivere)
Il silenzio è il vero crimine contro l'umanità,
soggiunge Sarah Berkowitz, una sopravvissuta di Auschwitz.
E Ricordatevi,
la resistenza più massiccia e più subdola viene non dai sopravvissuti né da coloro che combattono la democrazia, bensì da tutti noi che non facendo parte né degli uni né degli altri siamo semplicemente persone al di fuori. Noi non abbiamo voglia di ascoltare la descrizione di certe esperienze estreme, perché ci mettono a disagio. Primo Levi racconta che a Auschwitz aveva regolarmente lo stesso incubo: uscito dal lager, torna a casa e fa un resoconto dettagliato delle sue disavventure. Ma all'improvviso si accorge che nessuno dei presenti lo ascolta. Parlano tra loro e neache lo ascoltano. Peggio ancora, si alzano e se ne vanno senza parola (Se questo è un uomo)
T. Todorov, Memoria della Shoah

Elia
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Vecchio 22-10-2005, 17.02.36   #44
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Messaggio originale inviato da Elijah
Olocausto o shoah?
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L'uso del termine "olocausto" per indicare la distruzione degli ebrei da parte del regime hitleriano e dei suoi alleati è da tempo contestato, principalmente proprio dal mondo ebraico. "Olocausto" significa letteralmente "abbruciamento totale" delle vittime offerte a Dio. L'innegabile suggestione del termine ha fatto velo a chi lo ha utilizzato per designare la catastrofe degli ebrei nell'ultima guerra. In realtà, la valenza religiosa intrinseca al termine "olocausto", ben presente in tutte le precedenti manifestazioni storiche dell'accanimento antiebraico, è pressoché scomparsa nella pratica distruttiva di Hitler. Se è vero, infatti, che ad Auschwitz fu il popolo ebraico e non un altro che si cercò di annientare, è però altrettanto incontestabile che quel popolo non fu assassinato per la fede che professava; furono uccisi, con gli adulti, bambini che neppure potevano professare una fede o possedere convinzioni personali; furono massacrati uomini e donne ebrei credenti, ma anche ebrei agnostici o convertiti ad altre religioni. La "ragione" della distruzione degli ebrei fu ridotta dall'ideologia nazista alla razza: a un falso pretesto biologico.
Questa volgare, prosaica circostanza ha posto alla teologia ebraica un grave problema. Se la progettata fine degli ebrei non può essere considerata come punizione di una colpa e neppure come martirio per la fede, quale Dio ha potuto permettere che esistesse Auschwitz?
Il filosofo ebreo Hans Jonas ha lucidamente enunciato il problema in questi termini: "L'ebreo, di fronte a un simile interrogativo, si trova teologicamente in una situazione più difficile del cristiano. Infatti, per il cristiano che attende l'autentica salvezza nell'al-di-là, questo (e in particolare il mondo umano a causa del peccato originale) è il mondo di Satana e conseguentemente un mondo non degno di fiducia, ma per un ebreo che vede nell'al-di-qua il luogo della creazione, della giustizia e della salvezza divina, Dio è in modo eminente il Signore della storia, e quindi di Auschwitz, per il credente, rimette in questione il concetto stesso di Dio che la tradizione ha tramandato". È dunque l'impossibilità di pensare la distruzione degli ebrei come un "olocausto" che impone di ripensare ex novo il Dio della tradizione. Di qui il fermento della ricerca teologica che "dopo Auschwitz" ha mobilitato il pensiero ebraico. Per quanto riguarda la designazione del fatto storico della distruzione degli ebrei, è così emersa l'esigenza di ricorrere a un termine diverso da "olocausto". Il termine ebraico shoah, teologicamente neutro, sembra a molti il più idoneo a sostituirlo. Shoah significa letteralmente "devastazione". È entrato nell'uso corrente come sinonimo-sostitutivo di "olocausto" grazie anche al magistrale lungometraggio realizzato da Claude Lanzman (Francia, 1985), intitolato, appunto, Shoah.
[mi scuso, ma non riesco a trovare la fonte di ciò che vi ho trascritto... autore, ecc.]
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Ad ogni modo, questi sono dettagli... importante è capirsi

Appena ho tempo, spero di trovarlo in questo weekend, cerco di farti capire xk non ha senso dire che non ci sia stato alcun genocidio... JSM.

Per gli altri, quelli che hanno letto ciò JSM ha scritto, ma non sono intervenuti, dedico queste parole:

Tacendo, facciamo esattamente come volevano i nazisti: facciamo come se quella cosa orribile non fosse mai accaduta.
(Bettelheim, Sopravvivere)
Il silenzio è il vero crimine contro l'umanità,
soggiunge Sarah Berkowitz, una sopravvissuta di Auschwitz.
E Ricordatevi,
la resistenza più massiccia e più subdola viene non dai sopravvissuti né da coloro che combattono la democrazia, bensì da tutti noi che non facendo parte né degli uni né degli altri siamo semplicemente persone al di fuori. Noi non abbiamo voglia di ascoltare la descrizione di certe esperienze estreme, perché ci mettono a disagio. Primo Levi racconta che a Auschwitz aveva regolarmente lo stesso incubo: uscito dal lager, torna a casa e fa un resoconto dettagliato delle sue disavventure. Ma all'improvviso si accorge che nessuno dei presenti lo ascolta. Parlano tra loro e neache lo ascoltano. Peggio ancora, si alzano e se ne vanno senza parola (Se questo è un uomo)
T. Todorov, Memoria della Shoah

Elia

e no, un momento! Qualcuno qui si è già espresso abbastanza e se ora non lo fa è solo perché ha capito che è inutile. Il capo topico (come direbbe il Pensiero) la pensa in un determinato modo, io ed altri in modo diverso. Non credo che tacere di fronte ad uno scritto sia lo stesso che aver taciuto di fronte a una realtà triste, anzi tristissima. Io non ho la pretesa di obbligare chicchessia a pensarla come me. Basta che non mi si obblighi a pensarla come lui.
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Vecchio 22-10-2005, 20.18.47   #45
odissea
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concordo con mister bean.
e poi forse chi non ha risposto lo ha fatto solo perchè in qualche modo ritiene di screditare maggiormente, da una parte o dall'altra,le due posizioni. Non mi sembra corretto sparare su chi ha scelto così.

tutto quello che dicono i revisionisti su l'olocausto può destare dubbi anche leciti, come per jsm.
secondo me tendiamo però a ragionare da persone che vivono nella modernità, dove l'informazione circola (si suppone)liberamente, ed è difficile fermarla.
sicuramente l'informazione non è scevra di condizionamenti...ma ognuno pò più o meno scegliersi il condizionamento che desidera.
però nella Germania nazional-socialista non era mica così.In uno stato totalitario tutti i giornali sono uguali, le radiotrasmittenti sono tutte uguali: non potevano mica leggere o ascoltare le informazioni che venivano da altri paesi, perchè era reato e finivi in prigione...e le radio trasmettevano su lunghezze d'onda che te lo impedivano comunque.
la verità era una sola, proclamata dall'alto.
nella germania nazista era lecito alterare la verità e riscrivere retrospettivamente la storia.

ora, davvero si può pensare di riuscire a fare anche solo un nome e cognome di qualche ebreo gassato?
il fatto che non lo si possa oggettivamente fare, esclude il fatto che esistessero le camere a gas?

o facciamo nomi e cognomi disopravvissuti che hanno visto la gente entrarci in queste camere, e non le ha più viste uscire...se non dal camino?

insomma chi la fa la storia?noi poveri disgraziati, o chi è al potere?

onestamente la teoria che gli ebrei alla fine dovessero essere "esportati"in Madagascar mi fa sorridere.
ma come si può crederlo?
secondo me tutto fa supporre che una simile idea...non era applicabile, e non era lo scopo: era tutt'al più propaganda.

Su ogni argomento è facile trovare tonnellate di cose scritte e riscritte...al giorno d'oggi trovi tutto e il contrario di tutto:io inviterei ad adoperare un po' di senso critico a riguardo.

vogliamo parlare dell'esistenza o meno delle camere a gas. ok. del numero effettivo delle vittime di lager (personalmente poi ritengo che la realtà superi ogni fantasia, andrei arrotondando per eccesso, non per difetto....ma sono sensazioni). ok
andiamo pure a parlare dell'esistenza di una premeditazione di sterminio: d'accordo, ma non ci sentiamo ridicoli?

Ultima modifica di odissea : 22-10-2005 alle ore 20.31.25.
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Vecchio 23-10-2005, 00.23.23   #46
Elijah
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Per capire se la Shoah sia esistita o meno, credo che sia essenziale andare a vedere e scoprire chi fosse e cosa pensasse un certo Adolf Hitler, il cosiddetto Führer, per poi giungiure alle adeguate conclusioni.
I passi che seguono - estratti da "Mein Kampf" di Hilter - illustrano con terribile chiarezza i principi fondamentali del nazionalsocialismo. Hitler non aspettò di aver conquistato il potere per esporre in termini assolutamente chiari la propria dottrina e le linee generali di quella che sarebbe stata la sua politica.

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a) LA DOTTRINA DELLA RAZZA
...Il peccato commesso contro il sangue e contro la razza rappresenta il peccato ereditario di questa umanità e la fine di una umanità che lo commette.
... Viceversa la Weltanschauung popolare ravvisa l'importanza dell'umanità nei suoi elementi originari razziali e vede nello stato principalmente un mezzo per raggiungere un fine, che è poi la conservazione dell'esistenza razziale dell'uomo. Per questo essa
non crede affatto all'uguaglianza delle razze ma riconosce nella loro differenza dei valori superiori ed inferiori, per cui si sente in dovere,
conforme alla Volontà eterna signora di questo universo, di promuovere la vittoria del migliore, del più forte e di effettuare la sottomissione del peggiore e del più debole.
Essa rispetta quindi soprattutto il principio aristocratico insito nella natura e crede che la validità di questa legge si estenda sino alla sostanza dell'ultimo individuo. Essa non solo scopre la differenza di valore tra le razze ma anche tra i singoli uomini. L'importanza della persona singola viene enucleata dalla massa, ma contrariamente al carattere disgregatore del marxismo la nostra ideologia opera mediante l'organizzazione. Essa crede nella necessità di idealizzare il mondo degli uomini perché questa le sembra la premessa necessaria all'esistenza dell'umanità. Essa sola può negare il diritto di esistere ad una norma morale, se questa rappresenta un pericolo per la sopravvivenza razziale di coloro che sono i portatori di un'etica più elevata; infatti in un modo imbastardito e contaminato dal sangue negro tutti i concetti del bello e del sublime umani e ogni raffigurazione di un futuro idealizzato della nostra umanità andrebbero per sempre perduti.
Su questa terra la cultura e la civiltà umana sono indissolubilmente legate alla presenza dell'uomo ariano.
La sua morte o il suo tramonto stenderebbero nuovamente sul nostro pianeta i veli oscuri di un'epoca priva di civiltà.
...No,
esiste un solo sacrosanto diritto dell'umanità,
che è allo stesso tempo un vincolo morale sacrosanto
e cioè quello di far sì che il sangue venga mantenuto integro per assicurare la possibilità di uno sviluppo più nobile di questa esistenza mediante la conservazione degli uomini migliori.
Quindi uno stato popolare dovrà in primo luogo strappare il matrimonio da un livello in cui esso non è che una perpetua contaminazione della razza per consacrarlo invece a quelli che sono i veri compiti dell'istituto matrimoniale, ossia la produzione di immagini di Dio e non di orribili incroci tra l'uomo e la scimmia.
...Inoltre il compito di uno stato popolare deve anche essere quello di far sì che finalmente venga scritta una storia del mondo nella quale il problema della razza assuma una posizione predominante...

b) IL COMPLOTTO MONDIALE EBRAICO
...La finanza ebraica desidera, contro gli stessi interessi dello stato britannico, non solo la totale rovina economica della Germania, ma anche la sua completa schiavitù politica.
... L'ebreo è dunque oggi colui che incita alla totale distruzione della Germania. In qualunque parte del mondo vengono mossi degli attacchi contro la Germania, sono sempre gli ebrei che li promuovono,
allo stesso modo in cui in pace che in guerra la stampa ebraica delle borse e quella marxista hanno stimolato sistematicamente l'odio contro la Germania finché gli stati, uno dopo l'altro, hanno rinunciato alla neutralità, mettendo da parte i veri interessi del popolo, e sono entrati al servizio della coalizione della guerra mondiale.
...L'annientamento della Germania non era un interesse britannico ma in primo luogo un interesse degli ebrei esattamente come al giorno d'oggi la disfatta del Giappone non sere tanto gli interessi dello stato britannico ma risponde agli ambiziosi desideri dei capi dell'auspicato impero mondiale ebraico. Mentre l'Inghilterra abbandona i suoi sforzi per il mantenimento della sua posizione nel mondo,
l'ebreo sta organizzando l'assalto per la conquista
di quella stessa posizione.
Egli crede di tenere oggi in pugno gli stati europei alla stregua di strumenti privi di volontà, sia percorrendo la via di una cosiddetta democrazia occidentale sia nella forma del dominio diretto attraverso il bolscevismo russo.
Gli ebrei tengono nella loro rete non solo il vecchio mondo, ma la stessa potenza delle borse degli Stati Uniti d'America,
che permette loro di accrescere sempre più, anno per anno, il controllo sulla forza lavoro di un popolo di centoventi milioni di abitanti; pochi sono coloro che, a loro dispetto, riescono ancor oggi a sottrarsi al loro dominio...

c) IL "PRINCIPIO DEL FÜHRER"
[trascrivo solo le frasi più importanti, perché se no vi tedio a morte - cosa che forse ho già fatto... -, e anche perché ciò che volevo mettere in particolare risalto era la dottrina della razza e l'odio nei confronti degli ebrei]
... Il nostro movimento sostiene il principio dell'autorità assoluta del Führer, associandolo al senso della massima responsabilità.
...Le conseguenze di questo principio sono le seguenti:
...Egli è il capo assoluto del movimento. Tutti i comitati sono sottoposti a lui e non viceversa. Egli è quello che decide, ma allo stesso tempo è colui che porta sulle spalle la piena responsabilità.
...Chi non ha le doti per farlo o chi è troppo vigliacco per accettare le responsabilità dell'azione, non è adatto a fare il Führer. Solo l'eroe ne ha la vocazione...

d) LO SPAZIO VITALE
...La politica estera dello Stato popolare deve salvaguardare l'esistenza su questo pianeta della razza raccolta nello Stato, creando un sistema di rapporti sano, adatto alla vita, naturale nel promuovere la crescita numerica del popolo, la grandezza e fecondità del suolo e della terra.
... Soltanto il possesso di uno spazio sufficientemente vasto su questa terra assicura ad un popolo la libertà dell'esistenza.
... Rivolgiamo lo sguardo verso oriente...
...Se noi parliamo oggi di nuovo suolo e nuova terra in Europa, possiamo pensare soprattutto e soltanto alla Russia ed agli Stati ad essa sottoposti...


{Vorrei ricordare che "Mein Kampf" è uscito, è stato pubblicato, nell'anno 1926 se non ricordo male, o cmq giù di lì..., ma sembra quasi un resoconto fatto e scritto dopo...}
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Riporto poi anche un pezzo proveniente da "Gespräche mit Hitler" scritto da H. Rauschning:

L'EDUCAZIONE GIOVANI SECONDO HILTER
... La mia scienza pedagogica è dura.
Il debole deve essere spazzato via.
Nei centri del mio nuovo Ordine verrà allevata una gioventù che spaventerà il mondo.
Io voglio una gioventù che compia grandi gesta, dominatrice, ardita, terribile.
Gioventù deve essere tutto questo. Essa deve sopprimere il dolore, non deve avere nulla di debole o di effimerato. L'animale rapace, libero e dominatore, deve brillare ancora dai suoi occhi. Forte e bella voglio la mia gioventù. La farò istruire in ogni esercizio fisico. Voglio una gioventù atletica. Questa è la prima cosa e la più importante. Così distruggerò i millenni di addomesticamento dell'umanità ed avrò di fronte a me il materiale nobile, puro della natura e potrò creare cose nuove.
Non voglio un'educazione intellettuale. Il sapere mi rovina la gioventù.
Al più lascio imparare quello per cui si sente portata seguendo il gioco degli istinti. Ma i giovani debbono imparare il senso del dominio. Debbono imparare a vincere nelle prove più difficili la paura della morte. Questa è la fase della gioventù eroica che fa nascere l'uomo libero, misura e centro del mondo, dell'uomo creativo, dell'uomo divino. Nei centri del mio nuovo Ordine l'uomo divino, bello, spontaneo verrà posto come un'immagine del culto e preparerà la gioventù alla prossima fase della maturità virile...

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Per chi si stesse chiedendo cosa centra TUTTO quello che ho appena trascritto sopra, vorrei ricordargli che capendo chi era Hitler e cosa pensava, risulta molto MA MOLTO più semplice capire se la Shoah sia qualcosa che potesse realmente accadere o meno, indipendentemente dal fatto che poi ci sia stata o no!
Se c'è stato o no un genocidio lascio poi a voi la scelta di decidere...
io cerco solo di farvi capire che l'idea non sembra così fuori dal mondo come alcuni sembrano sostenere...

(continua)
Elijah is offline  
Vecchio 23-10-2005, 00.25.29   #47
Elijah
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(ecco la continuazione)
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Per chi non fosse ancora convinto che la dottrina della razza ariana e il fatto che gli ebrei fossero inferiori e pericolosi erano il centro del pensiero nazista, gli ricordo le seguenti cose:

Sempre dal "Mein Kampf" di Hitler:
"Ogni incrocio tra due esseri di ineguale valore dà come prodotto un termine medio tra il valore dei due genitori... . Un accoppiamento del genere è in contraddizione con la volotà della natura che tende ad elevare il livello degli esseri. Questo scopo non può essere raggiunto attraverso l'unione di individui di diverso valore ma soltanto attraverso la vittoria completa e definitiva di coloro che rappresentano il più alto valore. Il ruolo del più forte è di dominare e non di fondersi con il più debole, sacrificando così la propria grandezza. Soltanto il debole per nascita può trovare crudele questa legge, ma il fatto è che egli non è che un uomo debole e limitato."

La politica razziale di Hitler non è assolutamente un dettaglio della sua strategia; ne costituisce l'essenza. C'è una razza superiore, la razza ariana, e vi sono razze inferiori, delle quali la razza semita è la peggiore perché "l'ebreo non ha ideali", e senza ideali nn può esistere civiltà; ed è inoltre la razza più pericolosa perché l'ebreo ha un'intelligenza "volta esclusivamente non a costruire ma a distruggere", a distruggere per dominare. Hitler, che credeva ciecamente ai "Protocolli dei savi anziani di Sion", vi trovava l'insperata rivelazione fatta dagli stessi ebrei di una congiura mondiale dell'ebraismo internazionale ed era letteralmente terrorizzato da questa prospettiva.
Sui Protocolli di Sion c'è da precisare che fu il Times di Londra a pubblicare un articolo sostenendo che gli ebrei erano al potere a livello internazionale, cosa che fece molto scandalo... notizia smentita solo un anno dopo dal Times con un misero articolo che precisava che non c'erano alcuna prova di quella congiura!!!! Ma ormai il credo c'era già in Hitler e nella popolazione...

Dopo aver parlato dei Protocolli di Sion, vorrei passare ora alle Leggi di Norimberga:
Scritto da V. Pappalettera:
"La legge per la cittadinanza tedesca e quella per la protezione del sangue e dell'onore tedesco, varate il 15 settembre 1935, costituiscono un passaggio decisivo nel processo di distruzione degli ebrei".
Ecco cosa contenevano le Leggi di Norimberga:

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LEGGE PER LA PROTEZIONE DEL SANGUE E DELL'ONORE TEDESCO, 15 settembre 1935
Pervaso dal riconoscimento che la purezza del sangue tedesco è la premessa per la conservazione del popolo tedesco ed animanto dal proposito irriducibile di assicurare il futuro della nazione tedesca, il Reichstag ha approvato all'unanimità la seguente legge che qui viene promulgata.
Paragrafo 1
1. Sono proibiti i matrimoni tra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco o affini. I matrimoni già celebrati sono nulli anche se celebrati all'estero per sfuggire a questa legge.
2. L'azione legale per l'annullamento può essere avanzata soltanto dal procuratore di stato.
Paragrafo 2
Sono proibiti rapporti extra matrimoniali tra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco o affini.
Paragrafo 3
Gli ebrei non potranno assumere al loro servizio come domestiche cittadine di sangue tedesco o affine sotto i 45 anni.
Paragrafo 4
1. Agli ebrei è proibito innalzare la bandiera del Reich o quella nazionale ed esporre i colori del Reich.
2. È permesso loro invece esporre i colori ebraici. L'esercizio di questa facoltà è protetto dallo stato.
Pragrafo 5
1. Chi contravviene al divieto di cui al paragrafo 1, viene punito con il carcere duro.
2. Chi contravviene alle norme di cui al paragrafo 2 viene punito con l'arresto o con il carcere duro.
3. Chi contravviene alle norme di cui ai paragrafi 3 o 4, viene punito con la prigione sono ad un anno e con una multa o pene di questo genere.
Paragrafo 6
Il ministro degli interni del Reich in accordo con il sostituto del Führer ed il ministro per la giustizia del Reich emana le norme giuridiche e amministrative necessarie per l'attuazione e l'integrazione della legge.
Questa legge entra in vigore il giorno della sua promugazione. Il paragrafo 3, invece, a partire dal 1o gennaio 1936.
--------

Oltre alle Leggi di Norimberga, vorrei poi ricordare la "notte dei cristalli". Notte tra il 9-10 novembre del 1938 in cui vi fu un'inaudita violenza contro gli ebrei e contro quello che apparteneva a loro. Gli esecutori, soprattutto uomini delle SA, ammazzarono circa cento ebrei, ne trascinarono almeno 30.000 nei campi di concentramento; incendiarono e demolirono centinaia di sinagoghe, fracassarono le vetrine di 7500 fra negozi e magazzini ebraici. La popolazione spesso prese parte attiva alle distruzioni; a volte si limitò ad assistervi; in pochissimi casi protestò.
Nel complesso, gli eventi di quella notte e gli atteggiamenti della stragrande maggioranza della gente segnarono un punto di non ritorno nella lotta mortale contro l'ebreo.
Tutti i tedeschi compresero che il governo non avrebbe esitato a ricorrere ai mezzi più radicali per garantire l'eliminazione degli ebrei.
Nessuno quindi si stupì del decreto del 12 novembre che imponeva la chiusura di tutti i commerci al dettaglio ebraici entro la fine dell'anno.
E potrei continuare ancora a lungo con i vari provvedimenti presi in seguito sempre più a sfavore degli ebrei... ma mi fermo qua!

******

Bene, o forse sarebbe meglio dire male... dopo questa marea di infos vorrei sapere una cosa da te JSM,
SE CI SONO I PRESUPPOSTI PER UN GENOCIDIO O NO???
Voglio dire, non voglio sapere da te se il genocidio c'è stato o meno, ma voglio sapere se anche per te il genocidio è plausibile, o meglio se è un evento storico che potrebbe benissimo aver avuto luogo, dopo tutto ciò che è successo prima della II guerra mondiale in Germania.
Si o no?
E poi, credi ancora - ma forse non l'hai mai creduto -, che la dottrina della razza ariana e l'odio nei confronti degli ebrei sia solo qualcosa di marginale nel pensiero nazista?

Una volta che mi hai risposto, passo poi alla seconda fase...
sto facendo un giro assai largo per poter poi arrivare a delle conclusioni il più corrette possibili su ciò che concerne la Shoah... te lo dico in caso non te ne fossi accorto

Ciao Elia

P.S.:
Tutto il popolo ebreo è sorto da radici criminali ed è per sua stessa natura criminale: gli ebrei non sono un popolo come qualsiasi altro, ma uno pseudopopolo saldato dalla criminalità ereditaria.
Parole dette nel 1944 dal grande e unico Joseph Goebbels, ministro della propaganda del Reich.
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Vecchio 23-10-2005, 00.33.46   #48
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Scusate... mi sono scordato di finire di trascrivere le parole di Goebbels... !!!

L'annientamento degli ebrei non è una perdita per l'umanità, ma è altrettanto utile quanto lo sono la pena capitale e la custodia cautelare contro altri criminali.

Sacrosante parole, non trovate?

Elia
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Vecchio 23-10-2005, 12.03.49   #49
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Per chiarire un po' le cose...
x il revisionismo, Hilter e il nazismo avrebbero potuto causare il genocidio si o no? È possibile che tutto sia realmente accaduto senza doversi arrampicare sui vetri per trovare delle giustificazioni?
Intendo dire, a parte il fatto che per alcuni non ci sono prove tangibili sullo sterminio di 6 milioni di ebrei, un tale sterminio Hiltler l'avrebbe potuto organizzare o volere applicare???
Si o no?

Attendo una risposta, Elia.
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Vecchio 23-10-2005, 15.28.40   #50
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In attesa di una riposta trascrivo anche la seguente cosa...

K.-H. Janssen, L'EDUCAZIONE ALLA VIOLENZA NEL TERZO REICH

Nello Stato nazista, valori quali il culto del capo, il rispetto e l'obbedienza assoluta verso i superiori furono inculcati con grande efficacia nella coscienza dei giovani e dei giovanissimi.
Il senso di appartenenza a una élite esclusiva, la prospettiva di riconoscimenti e promozioni, l'orgoglio della divisa e delle decorazioni rappresentano strumenti efficaci utilizzati dal regime per ottenere l'adeguamento e l'inquadramento delle giovani generazioni. Il seguente documento evidenzia i fondamenti di quella educazione alla violenza, che costituirono la base per la formazione dell'"uomo nuovo" voluto dal regime.

Da E. Collotti, a cura di , "Nazismo e società tedesca, 1933-45", Loescher, Torino 1982, pp.184-185:

Eravamo ragazzi di Hitler, soldati-bambini, molto prima che fossimo ritenuti degni, a dieci anni, di portare la camicia bruna. Già prima eravamo continuamente "in servizio". Raccoglievamo carta straccia e metalli di scarto, cercavamo erbe medicinali e facevano tintennare i barattoli per il "soccorso invernale", facevamo giocattoli per i neonati, recitavamo scenette politiche per divertire le mogli dei soldati ("In Inghilterra dimora un vecchio, che non sa mai dire la verità"), eravamo preparati a "servire" prima di essere comandati come Pimpfe, due-tre volte alla settimana, spesso anche di domenica: "Tu non sei niente, il popolo è tutto!".
Altri si esaltano al ricordo dell'epoca dei Pimpfe (come se il tutto fosse solo un club di boy-scout con segno diverso), per parte mia non posso condividere questo entusiasmo. Io ho ricordi angosciosi. Nel nostro drappello le ore dei giovani (Jungvolk) consistevano quasi esclusivamente in "servizio d'ordinanza", vale a dire in duro addestramento militare.
Anche se in programma c'erano sport, esercizi di tiro o di canto, su tutto c'era in primo luogo il "servizio d'ordinianza", esercitazioni a non finire con: "Attenti!" "Muovetevi!" "Sinistra!" "Destra!" "Tutta la compagnia dietrofront!". Comandi che ancora oggi mi tornano in sogno. Come nel caso del sottoufficiale Himmelstoss (personaggio del romanzo di Remarque, "All'ovest nulla di nuovo") nel cortile della caserma: capibanda dodicenni chiamavano urlando Pimpfe di dieci anni e li mandavano su e giù per cortili di scuola, prati e campi.
Il minimo spirito di ribellione, la più insignificante mancanza nell'uniforme, il minimo ritardo erano penalizzati immediatamente con esercitazioni punitive.
Sottoufficiali impotenti sfogavano su di noi la loro rabbia. Ma le angherie avevano un metodo:
sin dai primi passi eravamo addestrati alla durezza e all'OBBEDIENZA CIECA.
Al comando: "Sdraiarsi!" ci dovevamo buttare nel fango con le ginocchie nude; quando eravamo a terra ci immergevamo il naso nella sabbia; nelle corse di resistenza chi rimaneva senza fiato veniva messo alla berlina come un impotente.
Come abbiamo potuto sopportare tutto ciò per 4 anni? Perché abbiamo inghiottito le nostre lacrime, mandanto giù il nostro dolore? Perché NON ABBIAMO MAI DENUNCIATO a genitori e insegnati le brutte cose che ci succedevano?
Posso spiegarmelo solo così:
eravamo tutti presi dall'ambizione, volevamo ottenere il rispetto
dei sottoufficiali dimostrando una disciplinare esemplare, inflessibilità nell'affrontare le situazioni, esibizioni marziali. Perché chi era capace sarebbe stato promosso, avrebbe potuto fregarsi di lustrini e nastrini, avrebbe potuto comandare, fosse anche solo per i cinque minuti in cui il capo scompariva tra i cespugli. "La gioventù deve essere giudata dalla gioventù", era la parola d'ordine. In pratica ciò significava:
chi sta in alto, può pestare!
A tredici anni ce l'avevo fatta: diventai capomanipolo in un paesino dove c'erano solo dieci Pimpfe. Facendo sport o giochi nei campi ci capivamo benissimo; quando alla fine del servizio esclamavo il triplice "Sieg Heil" al nostro amato Führer gli occhi dei miei compagni diventavano luminosi. Ma il servizio d'ordinanza che mi era stato assegnato li annoiava. Un giorno si ribellarono.
Ora toccava a me pestare. Alle 6 di sera, alla fine del servizio, per parlare nel gergo di quegli anni, presi i tre ribaldi più coriacei e li affilai a dovere: "A terra - in piedi", "Al muro, - avanti", "Indietro - avanti", "Voltare a sinistra", "A destra", "A sinistra", "Dieci flessioni, quindici, venti", e così via sempre più veloci. Bastava che io urlassi, che muovessi un pollice su e giù, contavo le flessioni, proprio come avevo visto a sei anni nelle esercitazioni punitive del servizio di lavoro del Reich.
Quei poveracci gemevano, boccheggiavano, sudavano - MA OBBEDIVANO. LA LORO AUTONOMA VOLONTÀ ERA SPEZZATA.
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Ciò che mi lascia allibito è in particolare l'età dei ragazzi, e ciò che imparavano a sopportare...
JSM... ti sembra possibile che una gioventù del genere compia un genocidio o no? Pensando a cosa credeva Hitler sugli ebrei, sulla razza ariana, eccetera... a quali considerazione giunge un revisionista?
Elijah is offline  

 



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