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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 06-05-2004, 16.33.28   #1
Dunadan
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Data registrazione: 19-11-2003
Messaggi: 978
Ateo, per istinto...

Nietzsche:

""In me l'ateismo non é nè una conseguenza, nè tanto meno un fatto nuovo: esso esiste in me per istinto. Sono troppo curioso, troppo incredulo, troppo insolente per accontentarmi di una risposta così grossolana. Dio é una risposta grossolana, un'indelicatezza contro noi pensatori: anzi, addirittura, non é altro che un grossolano divieto contro di noi: non dovete pensare!"" (Nietzsche, Ecce homo)
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Vecchio 06-05-2004, 20.45.52   #2
Lukra
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Re: Ateo, per istinto...

Io non credo di essere ateo: penso solo che SE esiste qualcosa/qualcuno che sta sopra (e sotto,dietro,prima, poi) di noi...non credo che esista nella "forma" che ci hanno disegnato le religioni (soprattutto la cristiana che è quella che conosco meglio).
Tuttavia questo mio pensiero è ben lungi dall'essere istintivo:faccio parte della schiera di persone che,per vincoli culturali o premesse timorose, sono stati fino ad una certa età cattolici praticanti (praticanti-accompagnanti a dire il vero, visto che senza mia mamma che mi portava....) e poi...dai sedici anni ho cominciato a pormi qualche domanda in più (prima sui discorsi terra terra dei miei preti, poi sui contenuti filosofici dei testi cattolici).
Ora mi riconosco abbastanza bene nelle parole che hai citato, ma devo ammettere che è stato un percorso, attraverso cui mi hanno condotto anche eventi personali, e che probabilmente non è ancora finito e mi porterà chissà dove, parallelamente (e a volte intrecciandosi) con lo sviluppo delle curve della mia personalità.

Ciao Dun
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Vecchio 06-05-2004, 21.18.28   #3
Knacker
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Molte, troppe persone sono atee perché va di moda....

Molte, troppe persone si definiscono atee senza sapere che cosa significhi...

Molte, troppe persone si dicono atee senza mettersi ad indagare il mondo.
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Vecchio 07-05-2004, 00.29.07   #4
Angel of the night
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L’ateismo un istinto? Secondo me, è una scelta… non certo un istinto! Nietzche viene spesso chiamato in causa contro la religione, in particolare contro il cristianesimo. Anche se, bisognerebbe comprendere che il pensiero di qualcuno, per quanto intelligente possa essere, è sempre condizionato dalle sue esperienze. Dietro una frase, una scelta ci sono un’infinità di discorsi, di esperienze, di vicissitudini…………..

La religione dovrebbe essere una scelta consapevole, guidata da una ragione, presa un po’ in senso lato. Ma purtroppo non è così! Ci battezzano dopo solo due mesi di vita e acquisiamo la capacità di agire solo al compimento della maggiore età. Preghiamo fin da bambini, inconsapevoli di ciò che facciamo e riceviamo quasi tutti i sacramenti sempre prima della fatidica maggiore età.
Si parla di un credo guidato, non sentito. Le persone credono per moda, per abitudine, per salvarsi l’anima, per non dare dispiacere ai genitori… ma sono motivi giusti?

L’ateismo da che cosa è dato? Gli atei non dovrebbero credere in nessun dio creatore, in nessun prima, in nessun dopo… L’ateo vive di scienza, e spera che la scienza possa spiegare tutto. E se non sa spiegare qualcosa, si giustifica dicendo che ci devono essere delle leggi fisico-scientiche che in questo momento sfuggono alla ragione umana. Il religioso invece conduce tutto a dio…
Ma ammettiamo che l’ateismo sia un istinto come dice, il buon vecchio Nietzsche, il mio istinto mi dice di credere in qualcosa di superiore e di cercare con l’aiuto dei mezzi in mio possesso, ragione, scienza, sensi, la verità. La religione cristiana si sviluppa a partire dal platonismo e introduce concetti estranei fino ad allora, ma è solo una parte della questione dio. Il resto è mistero… e non credo esista qualcuno capace di svelare i misteri che ci circondano. Le domande filosofiche sono sempre le stesse. Le risposte cambiano in continuazione, anche se io credo esista un filo conduttore… un qualcosa che non muta… forse un riflesso di ciò che cerchiamo.

Ciao Ciao
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Vecchio 07-05-2004, 02.04.53   #5
Dunadan
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Io sono nato in famiglia di non credenti e non ho mai creduto al cristianesimo.
Tuttavia ho avuto momenti di "dubbio"(un dubbio lieve) intorno ai 12-15 anni, dubbio causato dal fatto che così tante persone credono ciecamente, così da 15enne ingenuo mi veniva da chiedermi: "ma è possibile che ci siano così tanti pazzi? Qualcosa di vero deve esserci se una così gran massa di persone si dedica alla religione, se nelle scuole continua a esserci l'ora di religione e il crocefisso..."
[Senza offendere nessuno] poi ho cominciato a prendere sul serio la scienza che ti insegnano a scuola, ho cominciato a intravedere la grande contraddizione di insegnare religione e allo stesso tempo insegnare l'evoluzione...

Mi son visto di fronte due strade, da una parte gli uomini che guardano il mondo e non nascondono le verità, gli uomini che hanno il coraggio di dirti che la vita è dura, gli uomini che hanno il coraggio di dirti che la vita non ha un "senso" o un "fine" che sia direttamente apparente, gli uomini che quando dicono qualcosa non ti chiedono di credergli sulla parola, ma te la dimostrano coi fatti, gli uomini trasparenti...

dall'altra gli uomini dei "racconti irreali",
che non credono a nulla di magico tranne che alla religione (non credono ai cavalli alati ad esempio !),
che sono affascinati dal "nascosto" e fanno una virtù il darsi totalmente a qualcosa di nascosto,
una virtù il darsi alla "fede insensata"(insensata se rapportata al fatto che ritengono insensato il "cavallo alato)
gli uomini del "non dimostrato" del MISTERO,
del "credi e basta",
delle scelte che convengono per sentirsi meglio,
della scelta che fa dell'uomo l'essere superiore rispetto agli altri animali,
che fa dell'uomo un essere semidivino,
che ti permette di essere eterno,
che ti permette di essere "felice illusoriamente".

Dovendo scegliere:
Da entrambe le parti ho visto uomini onesti, i valori della giustizia li ho ritrovati anche nel mondo laico, ho capito che per essere buoni non bisogna per forza essere credenti.

Così ho scelto gli uomini trasparenti.
Per istinto? Nemmeno Nietzsche è nato ateo, il suo è un modo di dire, dice che in lui è troppa la curiosità, è troppo l'amore per il pensiero, ha un odio per le risposte semplici e utilitaristiche...

Si può dire che "una volta raggiunta la maturità", "una volta che Nietzsche vede chiaro di fronte a se" non può fare altro che essere ateo, per istinto? Diciamo "per costituzione".
Io seguo questo esempio, messo di fronte a questi due modelli di persone, io, quasi "istintivamente" scelgo gli uomini trasparenti.


Chiunque voglia accusarmi di "poco rispetto per chi crede", si ricordi che siamo in angolo di riflessione, e che questa discussione si è aperta con la citazione di un filosofo e quindi con "matrice filosofica".
Per serietà, mi scuso comunque per "possibili offese" che posso avervi recato.
Dunadan is offline  
Vecchio 07-05-2004, 13.34.20   #6
Angel of the night
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Data registrazione: 18-04-2004
Messaggi: 115
Ciao Dunadan, io credo che chiunque partecipi a questa discussione sa benissimo che incontrerà persone che hanno opinioni diverse dalle sue e che nelle discussioni non dovrebbero esserci accuse verso nessuno, ma solo rispetto e dialogo, che a volte si fa, semplicemente, più acceso.
Dal mio punto di vista, mi annovero tra i credenti e rispetto profonamente gli atei. Anzi, gli atei mi piacciono di più di alcuni credenti. Primo perchè mi permettono di capire quanto forte sia la mia fede, secondo mi aiutano a vedere le cose sotto una luce diversa, e perchè no... migliore.
Io ho un profondo rispetto per la scienza e per i progressi che essa ha fatto e non credo che essa debba essere contro ciò che noi chiamiamo dio, ma è parte integrante di tutto ciò che noi vediamo e non vediamo.
Cos'è la cosa più importante che si ha? Le religioni e il senso comune, insegnano che è la vita. La religione è un tentativo di spiegare questo qualcosa che è inspiegabile e cioè il principio di vita.
Tutte le domande che ci poniamo convergono verso un'unica grandissima domanda: come è nata la vita?
Possiamo dire che essa sia nata appunto per caso, perchè gli elementi si sono sviluppati e si sono uniti in modo tale che puff... è nata la vita.
Oppure, possiamo ritenere che gli elementi così organizzati non bastassero per lasciar scaturire la scintilla della vita e che qualcosa debba averla introdotta.
Cosa sia è ciò che tentano di spiegare le religioni. Esse sono interpretazioni, che vanno prese come tali...
Il problema non sta nello scontro ateo e cristiano, o musulmano... ma tra chi crede in qualcosa che va oltre la vita materiale e chi non vi crede. Un ateo, in fondo, se è un vero ateo non deve crede nè in dio, nè nell'aldilà, nè nell'anima... in nessun fine e in nessun scopo.
E il paradosso è che vive meglio di un credente. Perchè certo che la vita finirà con l'ultimo respiro esalato, cercherà di vivere nel migliore dei modi, di realizzare i suoi sogni qui e ora, senza aspettare una ricompensa futura... vivrà ogni giorno, come se fosse l'ultimo perchè sa che prima o poi non ci sarà più. E questo secondo me è il miglior modo di vivere. I credenti dovrebbero dare più importanza alla vita e meno alla vita ultraterrena. Se dio esiste, esiste. Indipendentemente da quello che facciamo o pensiamo. Quindi, pensiamo alla vita che abbiamo ora... poniamoci domande, e cerchiamo risposte e se non ci convincono cerchiamone delle altre.
Quando uno scienziato mi avrà spiegato con esattezza come, quando e perchè sia nata la vita e perchè il mondo è fatto così e non in un altro modo e risponderà a tante altre domande usando solo ciò che è percepibile dai sensi, smetterò di credere in un principio superiore...
Angel of the night is offline  
Vecchio 07-05-2004, 14.14.58   #7
1351971
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Messaggi: 56
Citazione:
Messaggio originale inviato da Dunadan
Io sono nato in famiglia di non credenti e non ho mai creduto al cristianesimo.
Tuttavia ho avuto momenti di "dubbio"(un dubbio lieve) intorno ai 12-15 anni, dubbio causato dal fatto che così tante persone credono ciecamente, così da 15enne ingenuo mi veniva da chiedermi: "ma è possibile che ci siano così tanti pazzi? Qualcosa di vero deve esserci se una così gran massa di persone si dedica alla religione, se nelle scuole continua a esserci l'ora di religione e il crocefisso..."
[Senza offendere nessuno] poi ho cominciato a prendere sul serio la scienza che ti insegnano a scuola, ho cominciato a intravedere la grande contraddizione di insegnare religione e allo stesso tempo insegnare l'evoluzione...

Mi son visto di fronte due strade, da una parte gli uomini che guardano il mondo e non nascondono le verità, gli uomini che hanno il coraggio di dirti che la vita è dura, gli uomini che hanno il coraggio di dirti che la vita non ha un "senso" o un "fine" che sia direttamente apparente, gli uomini che quando dicono qualcosa non ti chiedono di credergli sulla parola, ma te la dimostrano coi fatti, gli uomini trasparenti...

dall'altra gli uomini dei "racconti irreali",
che non credono a nulla di magico tranne che alla religione (non credono ai cavalli alati ad esempio !),
che sono affascinati dal "nascosto" e fanno una virtù il darsi totalmente a qualcosa di nascosto,
una virtù il darsi alla "fede insensata"(insensata se rapportata al fatto che ritengono insensato il "cavallo alato)
gli uomini del "non dimostrato" del MISTERO,
del "credi e basta",
delle scelte che convengono per sentirsi meglio,
della scelta che fa dell'uomo l'essere superiore rispetto agli altri animali,
che fa dell'uomo un essere semidivino,
che ti permette di essere eterno,
che ti permette di essere "felice illusoriamente".

Dovendo scegliere:
Da entrambe le parti ho visto uomini onesti, i valori della giustizia li ho ritrovati anche nel mondo laico, ho capito che per essere buoni non bisogna per forza essere credenti.

Così ho scelto gli uomini trasparenti.
Per istinto? Nemmeno Nietzsche è nato ateo, il suo è un modo di dire, dice che in lui è troppa la curiosità, è troppo l'amore per il pensiero, ha un odio per le risposte semplici e utilitaristiche...

Si può dire che "una volta raggiunta la maturità", "una volta che Nietzsche vede chiaro di fronte a se" non può fare altro che essere ateo, per istinto? Diciamo "per costituzione".
Io seguo questo esempio, messo di fronte a questi due modelli di persone, io, quasi "istintivamente" scelgo gli uomini trasparenti.


Chiunque voglia accusarmi di "poco rispetto per chi crede", si ricordi che siamo in angolo di riflessione, e che questa discussione si è aperta con la citazione di un filosofo e quindi con "matrice filosofica".
Per serietà, mi scuso comunque per "possibili offese" che posso avervi recato.






Certo che non mi offendo per quello che scrivi.
Come più volte ribadito la libertà di opinione e di pensiero è davvero preziosa.
Certo che se dovessi usare lo stesso metro ti direi che preferisco essere pazzo piuttosto che cadavere ambulante.
Senza offesa.
Ciao Francesco
1351971 is offline  
Vecchio 07-05-2004, 15.50.15   #8
dawoR(k)
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2003
Messaggi: 876
Perchè dovrei poi definirmi
"istintivamente ateo" ?
dio è una questione
talmente improponibile
che non sarò di certo io
a schierarmi pro o contro.
Sono uno spirito libero
e credo che l'uomo
possa conquistare la propria libertà
nonostante il mondo degli uomini
tenti d'impedirglielo.
Che follia,vero ?
Sarei ateo se dicessi
"non credo in dio"
ma non ho bisogno di dirlo
poichè la questione non si pone.
Sono io. Sono libero.
Sto bene con tutte le mie divinità
che non chiedono adorazione
non pongono condizioni
non ricattano,non puniscono.
Le bibbie e i corani
sono stati scritti dagli uomini.
Come altre cose
ed allora giocate pure
a nuove guerre e nuove paci.
"scannatevi"
Gioco e scanno,amo
respiro anch'io - vivo
in realtà parallele
dove l'edera aggredisce
le crepe nella mura
dei vostri templi.
Anche in questo forum
non si fanno due passi
senza che qualcuno tiri fuori
la questione di credere in dio.
Ah...
ancora in troppo pochi
hanno le ali

<<<w.>>>
dawoR(k) is offline  
Vecchio 07-05-2004, 15.58.42   #9
Dunadan
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Messaggi: 978
X 1351971

Io voglio essere tra chi si considera Carne ambulante perchè è il modo più sincero di affrontare la vita. Senza trovare "magie ultraterrene", a me piace cercare la realtà che ho di fronte.
Vedi, sei entrato totalmente nel personaggio (di credente), te parli di preferenza, DICI: "preferisco essere pazzo piuttosto che cadavere ambulante."
Una preferenza che nasce da una scelta, la scelta di preferirsi un un certo modo, il piacere di vedersi nel modo in cui si preferisce !
Questa l'ho già definita "scelta utilitaristica", è più bello non essere un "cadavere ambulante". Scegli quello che ti conviene pensare per "sentirti bene".
Hai scelto il modello di uomo che "fa la scelta utile", "che non può dimostrare ciò a cui crede", che fa di virtù "l'abbandonarsi alla fede", che non è trasparente (perchè parli di preferenza e non di ricerca della realtà).

Dicendo questo non credo di offenderti, tu stesso vuoi fare parte di questo gruppo d'uomini e ce lo dici da mesi.

CIAO
Dunadan is offline  
Vecchio 07-05-2004, 16.21.50   #10
Dunadan
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X ANGEL

Mi piace come argomenti, vedo di avere di fronte una persona consapevole e intelligente,

Hai proposto una diversa interpretazione del fatto che il credente sia più o meno felice dell'ateo.
Te dici che l'ateo non aspetta il paradiso, quindi cerca di vivere bene finchè è al mondo mentre il credente non è sempre disposto a vivere "PIENAMENTE" perchè ha fiducia nella vita ultraterrena.
Ad esempio il monaco che si chiude in convento è un uomo che per paura di affrontare la vita, preferisce "abbandonarla" per attendere in convento il giorno della rivalsa, il giorno in cui salirà in paradiso.
Bhe, hai ragione, l'ateo è consapevole che di lui non rimarrà nulla e il suo motto dovrebbe sempre essere "carpe diem!!"

Ciò però non nega che il credente "per sentirsi meglio" fa le scelte che gli convengono (avere un'anima ultraterrena,...essere eterni...)
Ora, non saprei se l'ateo sia veramente "il più felice", penso che dipenda dalle persone, perchè anche se un ateo vive pienamente la sua vita non è detto che sia poi felice che questa BELLA vita prima o poi finisca sul serio !!!!!!!!
Mentre il credente "moderno" che non va mai in chiesa, (la massa dei credenti "per finta"), può godersi la vita e allo stesso tempo credere nell'eternità della sua anima ! Potrà godersi la vita pienamente sapendo che tanto Dio perdona quasi tutto (parlo di libero sesso, libero comportamento, libero godimento della natura, basta che non uccida troppe persone...)...
Certo, ho portato un esempio non molto brillante di "credente"... non so quanto sia veramente felice un monaco che alla fine dei suoi giorni sa di aver fatto una scommessa (DIO e il paradiso) e sa che se perderà quella scommessa, avrà perso anche la sua vita...


L'unica osservazione discordante che ti faccio è quella inerente a questa frase, che denota un diverso modo di pensare tra noi due:
Citazione:
Quando uno scienziato mi avrà spiegato con esattezza come, quando e perchè sia nata la vita e perchè il mondo è fatto così e non in un altro modo e risponderà a tante altre domande usando solo ciò che è percepibile dai sensi, smetterò di credere in un principio superiore...
Ecco, io ragiono in altro modo, io DA PAZIENTE MATERIALISTA, sono disposto ad accettare che lo scienziato non possa "rispondere A TUTTO SUBITO", che se non c'è risposta subito è errato darsi alla risposta fantasiosa e utilitaristica del principio superiore. Filosofeggiare è già un'alternativa, ma è una filosofia delle domande, non delle risposte grossolane.

Ripeto, se durante la settimana non posso credere ai "cavalli alati" o unicori, non posso nemmeno credere a quello che viene detto a MESSA, se sono coerente.
Dunadan is offline  

 



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