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Vecchio 18-09-2011, 15.38.05   #141
CVC
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Originalmente inviato da Tempo2011
Non sono orientato verso il soggettivismo, anzi; l'esempio del missile voleva mettere in primo piano l'importanza della conoscenza e della consapevolezza, poiché continuo ad affermare che la realtà si può considerare completa, solo in presenza di queste due peculiarità, che ci permetterebbero di valutare esattamente quello che avviene intorno a noi; e nell'esempio da me portato, lo scienziato, in quel frangente aveva: sia la conoscenza che la consapevolezza, pertanto, "quella" singola esperienza veniva da lui vissuta in modo completo, mentre milioni di persone che guardavano l'evento vivevano una realtà di contemplazione. In pratica, quello che cerco di spiegare, è che la realtà, per essere compresa pienamente, ha bisogno di una completa conoscenza e consapevolezza, altrimenti è solo contemplativa; una realtà virtuale. Per altro, affermi: è alla luce di questa realtà che si creano le leggi, gli stati, le regole di convivenza o il convivere civile per dirla in una sola parola. Di fatto la realtà del mondo insegna che, questi stati, queste regole di convivenza, le leggi, e la convivenza civile, tutto è aleatorio, ingiusto, fatiscente e pronto per lo sfacelo integrale. Cosa che, a mio modo di vedere, non sarebbe accaduto e non potrebbe accadere, in una realtà, dove la conoscenza e la consapevolezza fosse in prima linea. Per altro, poiché la conoscenza e la consapevolezza a livello globale è impensabile, l'unica via che intravedo per attuarla, è quella di comprendere chi siamo, chi ci ha creato e se abbiamo uno scopo in questo universo; il che è differente dal volersi arrogare la presunzione di volerlo scoprire.
In effetti, vivere ognuno nel proprio mondo è quello che accade dall'inizio del mondo; a parte l'applicazione della solidarietà utilitaristica.
Se non fosse così non diventerebbe mai un assassino.

Da come hai espresso questo pensiero, sembra che l'umanità sia partita da un grande patrimonio che ha sfornato delle menti eccelse, e che, a mano a mano che andiamo avanti di queste menti ce ne saranno sempre di meno, fino a scomparire dalla faccia della terra.
Mentre in tal senso, quando penso a quello dichiarato da Stephen Hawking nel suo libro, Dal Big Bang ai buchi neri, la semplicità che lui prevede su un’eventuale teoria che spieghi il mondo mi rincuora, poiché afferma:
- Se mai scopriremo una teoria completa, col tempo essa dovrà essere comprensibile a chiunque, e non solo a pochi scienziati. E allora tutti, filosofi, scienziati e gente comune, saranno in grado di partecipare alla discussione sul perché noi e l’universo esistiamo. Se riusciremo a trovare la risposta a questa domanda, avremo decretato il trionfo definitivo della ragione umana: giacché allora conosceremo la mente di Dio. -
Ragione, conoscenza e consapevolezza. Vedi che ci stiamo avvicinando.
Io non so se sia tutto aleatorio, ingiusto, fatiscente e pronto per lo sfacelo integrale. Semplicemente il tempo tende a distruggere ciò che l'uomo costruisce, leggi che vanno bene oggi o che sono andate bene per secoli o millenni potrebbero non andare più bene un domani dove cambieranno le condizioni del contesto in cui viviamo. Gli stessi sistemi filosofici sono legati alle epoche ed ai fatti storici che li hanno accompagnati.

La conoscenza e la consapevolezza sarebbero in prima linea in un mondo in cui prevale la ragione, ma basta guardarsi in giro o ascoltare un telegiornale per comprendere che i più seguono l'istinto.

Non so se di menti eccelse ce ne saranno sempre meno.
Ci riferiremo ad una teoria completa quando ce ne sarà effettivamente una, per ora è solo una supposizione.
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Vecchio 18-09-2011, 21.21.58   #142
Tempo2011
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Riferimento: The Truman Show (l'idea Della Simulazione)

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Originalmente inviato da Eretiko
E' proprio questo il tuo pre-giudizio: tu ritieni di aver DEDOTTO EMPIRICAMENTE tale idea, invece come ti avevo già detto in altri post la tua è un' INDUZIONE. Quando si vuole costruire una qualsiasi teoria è normale avere dei pre-giudizi: si parte da un'idea semplice e particolare, si cerca poi di estenderla e di farla diventare un principio generale ed universale. Il tuo pre-giudizio è il seguente: noto empiricamente che le transizioni di fase di alcune sostanze avvengono a certe temperature (e pressioni, aggiungo io), quindi IPOTIZZO che la materia ha una "memoria" in base alla quale "ricorda", alle varie temperature (e pressioni) in quale stato deve trovarsi.
Ora occorre verificare se tale pre-giudizio può diventare un PRINCIPIO generale ed universale, da estendere a tutte le sostanze e a tutte le situazioni, compresa la vita biologica.
Empiricamente trovo situazioni "strane": ad esempio il punto triplo in cui coesistono le 3 fasi. Se l'ipotesi è giusta deve valere anche in questo caso. Solo che al punto triplo una sostanza, in base a temperatura e pressione, non "ricorda" lo stato in cui deve essere: casualmente alcune parti della sostanza diventano solide, altre gassose, altre liquide. E' a questo punto che si fanno le DEDUZIONI:
a) O l'ipotesi di partenza è scorretta (ovvero il pre-giudizio va abbandonato)
b) OPPURE debbo spiegare perchè in alcuni casi l'ipotesi non funziona

Inoltre molte situazioni empiriche sembrano essere in contrasto con l'ipotesi di partenza: i fenomeni di sublimazione e di brinamento, le trasformazioni quasi-isoterme, l'evaporazione che può avvenire in un ampio range di temperature a pressione costante... ed altri ancora.

La mia conclusione è che non riuscendo a spiegare i fatti empirici il pre-giudizio vada abbandonato: ovvero non esiste nessuna "memoria" fisica che possa essere associata alla fase della materia.
Come ho affermato diverse volte, sono pronto ad abbandonare il pre-giudizio, qualora gli argomenti portati siano tali da mettere in crisi l'idea empirica di partenza. Allora, vediamo se in questo tuo post ciò è avvenuto. In pratica hai descritto e insisti sul triplice evento, dove un cubetto di ghiaccio "solido", a tempo zero, contemporaneamente, evapora in superficie, in parte diventa liquido e il restante rimane solido. In questa tua affermazione, ho la sensazione che invece di indebolire l'idea di partenza, sembra che la rafforzi, poiché il cubetto di ghiaccio si comporta esattamente in funzione della sua memoria di base, nei confronti della temperatura. Ovvero: il calore farà evaporare il primo strato, liquefare il secondo, mentre il terzo rimarrà ancora solido fino a ché non raggiungerà la temperatura "stabilita" dalla sua memoria. Sinceramente, in questo processo, non vedo le complicazioni che tu gli attribuisci. In pratica che cosa è che vuoi affermare? Che il cubetto dovrebbe evaporare in contemporanea, non appena raggiunge la temperatura giusta da far evaporare il primo strato? Se questo è il tuo pensiero, confermamelo o spiegati in modo per me più comprensibile. Per altro, è chiaro che l'evaporazione può avvenire a svariate temperature e pressioni, e più loro aumentano più si surriscalda il vapore. Naturalmente questo fa parte sempre di quella famosa memoria fisica, non vedo problemi in questo senso. L'importante che si prenda atto che quello avviene sempre e comunque, in un senso e nell'altro. Da questa costatazione ripetitiva, l'attribuzione di memoria fisica. Per altro, non scordiamoci di quella memoria fisica primordiale che ha permesso alla prima forma di vita di saper individuare le temperature a lei adatte; e non dimentichiamo che tutta la materia degli universi ha le stesse caratteristiche.
A mio modo di vedere, in fase di analisi, sarebbe opportuno allargare un po’ di più i confini del fenomeno “memoria fisica”, poiché, potrebbe darsi che la soluzione diventi più facile.
Per altro, che cosa intendi per fenomeni di Sublimazione, di Brinamento, di trasformazioni quasi Isotermiche o temperature costanti? A costo di essere noioso, ripeto che qualsiasi corpo sottoposto a calore, non potrà evaporare fintanto che non raggiunge la temperatura stabilità dalla sua memoria fisica, a qualsiasi pressione si trovi. Certamente quella temperatura potrà arrivare nelle più disparate condizioni, ma stai tranquillo che una volta raggiunta accade quello che deve accadere. In tal senso affermo che, volendolo, possiamo alterare o ingannare tale memoria con degli artifizi; per esempio: possiamo portare l'acqua alla temperatura di un grado sotto lo zero senza che questa congeli (Salamoia). Infatti, è sufficiente immettere un certo quantitativo di sale affinché questo avvenga. Va inteso che il trucchetto l'abbiamo copiato dall'acqua marina, poiché congela a una temperatura più bassa di quella dolce.
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Vecchio 19-09-2011, 19.21.14   #143
Tempo2011
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CVC
Io non so se sia tutto aleatorio, ingiusto, fatiscente e pronto per lo sfacelo integrale. Semplicemente il tempo tende a distruggere ciò che l'uomo costruisce, leggi che vanno bene oggi o che sono andate bene per secoli o millenni potrebbero non andare più bene un domani, dove cambieranno le condizioni del contesto in cui viviamo. Gli stessi sistemi filosofici sono legati alle epoche e ai fatti storici che li hanno accompagnati.
Questa tua interessante riflessione, secondo me, più che altro serve ad analizzare il presente, ma lo fa in modo leggero, poiché se è vero che anche la filosofia è figlia dei propri tempi, per quale motivo citiamo sempre i filosofi di duemila e cinquecento anni or sono, come per esempio: Parmenide e tutti i presocratici; oppure Platone, Socrate ecc.? E per quale motivo il tempo distrugge quello che l'uomo costruisce? Non è forse vero che citiamo quei filosofi perché i loro pensieri sono validi ancora oggi? L'Apologia di Socrate è un condensato di logica moderna che, dopo duemila e quattrocento anni, potemmo ascoltare in una qualsiasi importante aula di tribunale. Allora diciamo che quando affermiamo qualcosa di valido questo rimane in'alterato nei millenni; mentre è tutto il resto che è spazzato via dal tempo.
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La conoscenza e la consapevolezza sarebbero in prima linea in un mondo in cui prevale la ragione, ma basta guardarsi in giro o ascoltare un telegiornale per comprendere che i più seguono l'istinto.
Mi sembra d'averlo già affermato che una consapevolezza universale è più di un’utopia, poiché è tecnicamente e tragicamente impossibile ottenerla. E' da questa impossibilità Tecnica che mi è sorta la speranza che, questo sogno, si potrebbe realizzare solo con la scoperta dei segreti che ci riguardano e che tutti sappiamo quali siano.
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Non so se di menti eccelse ce ne saranno sempre meno. Ci riferiremo a una teoria completa quando ce ne sarà effettivamente una, per ora è solo una supposizione.
In effetti, mi verrebbe voglia di abbracciarla anche a me l'ipotesi che l'umanità sia partita da un grande patrimonio che sta disperdendo strada facendo, perché, in effetti, a parte i progressi della tecnologia, non si vedono quei miglioramenti nell'uomo che siano adeguati ai grandi maestri che abbiamo avuto nei millenni.
Per altro, se poi a quei grandi uomini chiamati filosofi, ci aggiungiamo Gesù, costatando che dopo duemila anni non siamo riusciti a mettere in pratica nessuno dei suoi insegnamenti, la frittata è completa.

Ultima modifica di Tempo2011 : 19-09-2011 alle ore 21.39.46.
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Vecchio 20-09-2011, 09.06.03   #144
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Questa tua interessante riflessione, secondo me, più che altro serve ad analizzare il presente, ma lo fa in modo leggero, poiché se è vero che anche la filosofia è figlia dei propri tempi, per quale motivo citiamo sempre i filosofi di duemila e cinquecento anni or sono, come per esempio: Parmenide e tutti i presocratici; oppure Platone, Socrate ecc.? E per quale motivo il tempo distrugge quello che l'uomo costruisce? Non è forse vero che citiamo quei filosofi perché i loro pensieri sono validi ancora oggi? L'Apologia di Socrate è un condensato di logica moderna che, dopo duemila e quattrocento anni, potemmo ascoltare in una qualsiasi importante aula di tribunale. Allora diciamo che quando affermiamo qualcosa di valido questo rimane in'alterato nei millenni; mentre è tutto il resto che è spazzato via dal tempo. Mi sembra d'averlo già affermato che una consapevolezza universale è più di un’utopia, poiché è tecnicamente e tragicamente impossibile ottenerla. E' da questa impossibilità Tecnica che mi è sorta la speranza che, questo sogno, si potrebbe realizzare solo con la scoperta dei segreti che ci riguardano e che tutti sappiamo quali siano.
In effetti, mi verrebbe voglia di abbracciarla anche a me l'ipotesi che l'umanità sia partita da un grande patrimonio che sta disperdendo strada facendo, perché, in effetti, a parte i progressi della tecnologia, non si vedono quei miglioramenti nell'uomo che siano adeguati ai grandi maestri che abbiamo avuto nei millenni.
Per altro, se poi a quei grandi uomini chiamati filosofi, ci aggiungiamo Gesù, costatando che dopo duemila anni non siamo riusciti a mettere in pratica nessuno dei suoi insegnamenti, la frittata è completa.
I grandi filosofi vengono citati perchè hanno fatto la storia del pensiero, ma esaminandoli in ciascuno di essi si trova qualcosa che è stato superato dall'evoluzione della conoscenza. Socrate forse meno di altri in quanto egli mirava più ad usare la logica per mettere chiarezza nelle idee riguardo a ciò che già si conosce, piuttosto che a cercare di espandere la conoscenza.
Certamente c'è qualcosa che sopravvive e rimane valido in tutto ciò che hanno scoperto e affermato le grandi menti, ma questo va sempre reinterpretato e riorganizzato alla luce delle nuove conoscenze. E' con tutta probabilità impossibile creare un sistema chiuso di assiomi e definizioni che resista al passare del tempo.
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Vecchio 20-09-2011, 12.08.58   #145
il Seve
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Gli stessi sistemi filosofici sono legati alle epoche ed ai fatti storici che li hanno accompagnati.

Mi sembra una tesi molto importante e molto diffusa. Però vorrei sapere se anche questa filosofia di stampo storicista è a sua volta un prodotto storico...
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Vecchio 20-09-2011, 18.58.21   #146
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Mi sembra una tesi molto importante e molto diffusa. Però vorrei sapere se anche questa filosofia di stampo storicista è a sua volta un prodotto storico...
Credo che un filosofo che non sia stato coerente con gli eventi del proprio tempo difficilmente potrebbe guadagnare considerazione agl'occhi dei propri contemporanei e della storia.
Era questo che volevo dire.
Una cosa che trovo curiosa è il fatto che Aristotele nella sua opera non abbia mai menzionato Alessandro che pure è stato suo allievo.
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Vecchio 21-09-2011, 11.22.45   #147
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Una cosa che trovo curiosa è il fatto che Aristotele nella sua opera non abbia mai menzionato Alessandro che pure è stato suo allievo.


Forse non ha fatto in tempo. Aristotele insegnava al Liceo nello stesso periodo in cui Alessandro faceva le sue scorribande. Poi il secondo è morto e il primo l'ha seguito l'anno dopo.

Oppure ad Aristotele è parso prudente non parlare del suo re data la forte avversione del partito antimacedone nell'Atene in cui insegnava. Tra l'altro, non vorrei dire un'inesattezza, ma mi sembra di ricordare che il Liceo non era legalmente riconosciuto come l'Accademia platonica.

Oppure ancora per motivi filosofici dato che Alessandro non sembrava coincidere con l'ideale aristotelico di sovrano, essendo stato prettamente un capo militare più che uno statista.

Ma ti confesso che alla fine rimane strano anche per me se considero che il filosofo aveva inculcato al suo allievo la superiorità della cultura greca, e non poteva non essere orgoglioso che quel giovane estendesse quella cultura agli altri popoli. Quanto ai modi di estenderla, forse possiamo storcere il naso noi oggi, e probabilmente a quel tempo non avevano i nostri scrupoli.
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Vecchio 21-09-2011, 20.29.08   #148
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I grandi filosofi vengono citati perchè hanno fatto la storia del pensiero, ma esaminandoli in ciascuno di essi si trova qualcosa che è stato superato dall'evoluzione della conoscenza. Socrate forse meno di altri in quanto egli mirava più ad usare la logica per mettere chiarezza nelle idee riguardo a ciò che già si conosce, piuttosto che a cercare di espandere la conoscenza.
Certamente c'è qualcosa che sopravvive e rimane valido in tutto ciò che hanno scoperto e affermato le grandi menti, ma questo va sempre reinterpretato e riorganizzato alla luce delle nuove conoscenze. E' con tutta probabilità impossibile creare un sistema chiuso di assiomi e definizioni che resista al passare del tempo.
E' vero; ma pensiamo un po’ che cosa ci dovremmo inventare per riuscire a perforare due millenni e mezzo, tra l'altro, con argomenti così interessanti da essere considerati il pilastro culturale della moderna Europa, ma io aggiungerei del mondo occidentale. Quello che volevo rilevare è che, con simili maestri, la stragrande maggioranza degli uomini non ne abbia approfittato: anzi.
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Vecchio 21-09-2011, 21.09.33   #149
ulysse
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Mi sembra una tesi molto importante e molto diffusa. Però vorrei sapere se anche questa filosofia di stampo storicista è a sua volta un prodotto storico...
Ma si potrebbe fare una battuta: la storia produce gli storici ed i pensatori meno originali...coloro che "seguono", influenzati dal momento sociale contingente.

I pensatori originali, direi quelli di vaglia anche se non eticamnte i migliori, improntano di sè il momento sociale in cui vivono, soprattutto danno un contributo alla storia, alla cultura ed al pensiero sociale e filosofico per i secoli a venire...creano la storia ed entrano a far parte del nostro vivere...influenzano la struttura del nostro pensiero ed è per questo che li ricordiamo grandi.

Aristotele, ad esempio, in relazione all'universo ed ai relativi fenomeni non ne ha azzecata una giusta...ma ha influenzato, nel bene e nel male (temo piu' nel male...magari senza colpa) la nostra cultura per secoli. Ha imperversato con gli aristotelici fino a '600 e oltre. Ha strutturato il nostro pensiero con la logica e col favore del crisianesimo ecc... E noi, nonostante tutto, lo ricordiamo benevoli.
Da parte sua, il ricordare Alessandro, sarebbe stato un atto autoincensante cui il suo spirito forse non si adeguava. E poi Alessandro si era spinto oltre l'Afganistan, oltre la Persia, in India ecc...gli insegnamenti del maestro chissà dove erano finiti...e così, per il maestro, il suo ricordo.

Non così ricordiamo Platone, mi pare, nostante il simposio. Platone forse fu altrettanto grande, ma meno si azzardò nelle cavolate: sic transit gloria mundi! non capisco perchè!?
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Vecchio 23-04-2013, 19.36.56   #150
boh
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Nel film "The Truman show" l'ideatore della simulazione dice "Noi accettiamo la realtà per come si presenta" e ancora "La realtà ha gli stessi trucchi e gli stessi inganni che ci sono in una simulazione".
Alcuni studiosi hanno osservato che per come è concepito l'universo, appare difficile attribuire al caso l'esistenza dell'uomo, e pare che qualcuno si sia azzardato a prendere sul serio l'idea del film Matrix, dove gli uomini sono schiavi di una simulazione manipolata da una razza superiore.
La fantascienza è fantascienza, è ovvio. Ma a chi non è capitato qualche volta di sentirsi in qualche modo un attore ignaro di una manipolazione? Oppure di essere egli stesso ideatore l'ideatore di una?
Quando ci presentiamo agli altri architettiamo nella nostra mente l'idea di come vogliamo apparire, ma questa idea (essendo tale) quasi mai si rispecchia con la realtà. E' estremamente difficile essere naturali, ne abbiamo una prova quando ci mettiamo in posa per una fotografia: siamo naturali solo quando qualcuno ce ne scatta una senza preavviso.
Quando incontriamo una persona, a meno che sia qualcuno che conosciamo molto bene, non possiamo sapere se il suo sorriso è autentico o dissimula un sentimento diverso.
Quando vogliamo fare buona impressione su qualcuno creiamo un' idea di ciò che rappresenta la perfezione di ciò che vogliamo apparire e cerchiamo di assomigliargli il più possibile. Ma sappiamo bene di non essere perfetti.
Come mai invece gli animali sono naturali, non sentono il bisogno di fingere?
Forse perchè a differenza degli animali l'uomo è in grado di "rappresentarsi" il mondo oltre che percepirlo solamente in via diretta attraverso i sensi. La rappresentazione, la possibilità di trasferire un qualcosa dal mondo esterno al mondo interno e viceversa, probabilmente è ciò che ci rende la razza dominante sulla terra.
Ma la rappresentazione non sempre rispecchia la realtà, spesso è soltanto qualche cosa che gli somiglia.
Da ciò nasce la possibilità di speculare sulla flebilità che spesso si incontra nel confine fra realtà e apparenza.

Molto originale questo post!
Intanto mi chiedo chi siano quegli scienziati che credono in matrix, ma a parte quello la questione della "naturalezza" la trovo assolutamente vera.
Se però ti richiedessi: e se la naturalezza fosse proprio nel comportarsi, in tali occasioni, in maniera che tu giudichi non naturale? Come la finzione vera e propria. Prendi gli attori. A un certo livello di realtà fingono, è chiaro, ma a un livello più profondo no, perché sono esseri umani anche in quei momenti. Così come noi siamo esseri umani in ogni momento, e se "fingiamo" è perché è "naturale" (intrinsecamente / biologicamente / ecc) che si faccia così.
"Sì ma non per tutti". Appunto, perché è naturale anche che ognuno sia diverso.

Gli animali non fingono? ma pensa.. non mi sarei neanche posto questa domanda! Forse perché semplicemente sono esseri meno complicati.
E quando parli di perfezione invece? La colleghi al fingere? Quindi uno che finge lo fa perché è perfetto o meno perfetto?
Se vuoi vedila così la questione: un meccanismo più è sofisticato più ha possibilità di intoppi. La nostra razza è la più sfigata proprio per questo: che siamo complicati! troppo! ora non so perché mi viene in mente l'AIDS... ma comunque ci sono molte malattie che gli animali non prendono, mentre che a noi ci fanno secchi!

La digressione su Dio (chissà perché alla fine tutti andiamo a pensarci!) e sulla rappresentazione (Schopenhauer?) la sorvolo ora!

boh is offline  

 



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