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Vecchio 20-08-2011, 17.15.31   #1
CVC
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The Truman Show (l'idea Della Simulazione)

Nel film "The Truman show" l'ideatore della simulazione dice "Noi accettiamo la realtà per come si presenta" e ancora "La realtà ha gli stessi trucchi e gli stessi inganni che ci sono in una simulazione".
Alcuni studiosi hanno osservato che per come è concepito l'universo, appare difficile attribuire al caso l'esistenza dell'uomo, e pare che qualcuno si sia azzardato a prendere sul serio l'idea del film Matrix, dove gli uomini sono schiavi di una simulazione manipolata da una razza superiore.
La fantascienza è fantascienza, è ovvio. Ma a chi non è capitato qualche volta di sentirsi in qualche modo un attore ignaro di una manipolazione? Oppure di essere egli stesso ideatore l'ideatore di una?
Quando ci presentiamo agli altri architettiamo nella nostra mente l'idea di come vogliamo apparire, ma questa idea (essendo tale) quasi mai si rispecchia con la realtà. E' estremamente difficile essere naturali, ne abbiamo una prova quando ci mettiamo in posa per una fotografia: siamo naturali solo quando qualcuno ce ne scatta una senza preavviso.
Quando incontriamo una persona, a meno che sia qualcuno che conosciamo molto bene, non possiamo sapere se il suo sorriso è autentico o dissimula un sentimento diverso.
Quando vogliamo fare buona impressione su qualcuno creiamo un' idea di ciò che rappresenta la perfezione di ciò che vogliamo apparire e cerchiamo di assomigliargli il più possibile. Ma sappiamo bene di non essere perfetti.
Come mai invece gli animali sono naturali, non sentono il bisogno di fingere?
Forse perchè a differenza degli animali l'uomo è in grado di "rappresentarsi" il mondo oltre che percepirlo solamente in via diretta attraverso i sensi. La rappresentazione, la possibilità di trasferire un qualcosa dal mondo esterno al mondo interno e viceversa, probabilmente è ciò che ci rende la razza dominante sulla terra.
Ma la rappresentazione non sempre rispecchia la realtà, spesso è soltanto qualche cosa che gli somiglia.
Da ciò nasce la possibilità di speculare sulla flebilità che spesso si incontra nel confine fra realtà e apparenza.

Ultima modifica di CVC : 20-08-2011 alle ore 20.41.25.
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Vecchio 21-08-2011, 16.59.48   #2
femmefatale
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Riferimento: The Truman Show (l'idea Della Simulazione)

io direi che spesso, a causa di un orgoglio forte o di "un'amore per la verità brutale" si è vittima del non riuscire a dissimulare nè a se stessi nè agli altri il proprio essere...con tutto il tormento che ne deriva.

il più delle volte sarebbe auspicabile dissimulare, anche nei confronti di se stessi.
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Vecchio 22-08-2011, 13.13.12   #3
CVC
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Riferimento: The Truman Show (l'idea Della Simulazione)

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Originalmente inviato da femmefatale
io direi che spesso, a causa di un orgoglio forte o di "un'amore per la verità brutale" si è vittima del non riuscire a dissimulare nè a se stessi nè agli altri il proprio essere...con tutto il tormento che ne deriva.

il più delle volte sarebbe auspicabile dissimulare, anche nei confronti di se stessi.
Ma noi lo facciamo già, ma piuttosto che dissimulare sarebbe più corretto dire che noi ci creiamo un mondo di inconsapevolezza che consideriamo indispernsabile per poter vivere. Del resto, una volta stabilito che la morte è inevitabile e che ciò che ci sarà dopo è inconoscibile, se fossimo del tutto razionali dovremmo costruire intorno all'unica certezza che abbiamo la nostra visione cosciente della vita. Ma noi ci aliamo la mattina e, se c'è il sole, tiriamo una boccata d'aria fresca ed esclamiamo:"Che bella giornata!". A nessuno salta in mente di dire:"Accipicchia!, un'altro giorno in meno da vivere"
La storia dell'ottimismo e del pessimismo, come il credere o non credere in Dio, è solo questione di convenienza pratica. Siamo ottimisti o pessimisti o crediamo o non crediamo in base ai vantaggi che derivano da una scelta o dall'altra, non per conclusione di un ragionamento logico.
Se tutta la vita è un far finta di non dover morire, che senso avrebbe ricercare la realtà in un mondo che ci creiamo noi artificialmente?
Creiamo noi stessi delle simulazioni per noi stessi, e poi ci stupiamo quando ci accorgiamo di essere caduti nel raggiro di qualcun'altro
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Vecchio 22-08-2011, 15.50.43   #4
Tempo2011
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io direi che spesso, a causa di un orgoglio forte o di "un'amore per la verità brutale" si è vittima del non riuscire a dissimulare nè a se stessi nè agli altri il proprio essere...con tutto il tormento che ne deriva.
il più delle volte sarebbe auspicabile dissimulare, anche nei confronti di se stessi.
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CVC
Ma noi lo facciamo già, ma piuttosto che dissimulare sarebbe più corretto dire che noi ci creiamo un mondo di inconsapevolezza che consideriamo indispensabile per poter vivere. Del resto, una volta stabilito che la morte è inevitabile e che ciò che ci sarà dopo è inconoscibile, se fossimo del tutto razionali dovremmo costruire intorno all'unica certezza che abbiamo la nostra visione cosciente della vita. Ma noi ci alziamo la mattina e, se c'è il sole, tiriamo una boccata d'aria fresca ed esclamiamo:"Che bella giornata!". A nessuno salta in mente di dire:"Accipicchia!, un'altro giorno in meno da vivere"
La storia dell'ottimismo e del pessimismo, come il credere o non credere in Dio, è solo questione di convenienza pratica. Siamo ottimisti o pessimisti o crediamo o non crediamo in base ai vantaggi che derivano da una scelta o dall'altra, non per conclusione di un ragionamento logico.
Se tutta la vita è un far finta di non dover morire, che senso avrebbe ricercare la realtà in un mondo che ci creiamo noi artificialmente?
Creiamo noi stessi delle simulazioni per noi stessi, e poi ci stupiamo quando ci accorgiamo di essere caduti nel raggiro di qualcun'altro
Con il tuo assunto CVC, stai confermando quello che affermo da sempre. Ovvero, qui si sta parlando di come viviamo la realtà, poiché sembra che stiamo in una "finzione" cinematografica o televisiva. Di fatto, quello che ho sempre affermato è questo: se l'uomo non conosce, né come realmente è nato, né gli scopi che abbiamo su questa terra o nell’universo, come potremmo mai individuare la vera realtà dei nostri comportamenti? Come potrà mai individuare la via maestra da seguire se non conosce gli scopi che i “costruttori”, chiunque essi siano, vogliono raggiungere? Secondo il mio modo di vedere, ecco perché si arriva poi a individuare l'inconsapevolezza come metodo indispensabile per vivere, cosa che, giustamente e inconsapevolmente, già facciamo, poiché noi, in tutti i sensi, viviamo una realtà "virtuale", giacché quella reale è ancora da divenire; per il solo fatto che non la conosciamo.
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Vecchio 23-08-2011, 16.54.14   #5
ulysse
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Nel film "The Truman show" l'ideatore della simulazione dice "Noi accettiamo la realtà per come si presenta" e ancora "La realtà ha gli stessi trucchi e gli stessi inganni che ci sono in una simulazione".
Non prenderei molto sul serio la frase di un film: un film, pur interessante, non ha scopi didattici o scientifici..comunque di verità.
La differenza è che mentre le nostre simulazioni sono coscienti, la natura extranoi non sa, non ha coscienza e quindi non simula: siamo sempre noi che possiamo percepirla in modo sbagliato o distorto..magari solo nella apparenza. Non c'è nessuno la fuori che ci vuole coscientemente ingannare..a meno che non sia la mia gatta che simula di essere affamata per avere doppia razione di croccantini.
E’ quest’ultimo aspetto... i croccantini... la simulazione nell'accaparrarsi il cibo o nell'autoproteggersi da parte di ogni vivente che vorrei analizzare.
Citazione:
Alcuni studiosi hanno osservato che per come è concepito l'universo, appare difficile attribuire al caso l'esistenza dell'uomo,
Infatti è difficile: piuttosto che “caso” l’uomo è una “necessità”. Basta che un ambiente sia saturo di atomi di ossigeno e idrogeno allo stato nativo ed essi non potranno che combinarsi in H2O. Se poi, scorrendo, l'acqua accosta una roccia calcarea è facile che ne esca ossido di carbonio CO o anidride carbonica CO2 o acido carbonico...e così via fino alle catene -CH- ai polimeri, alle poliammidi e oltre…. sotto l'azione della luce e del calore ecc...Più in là si possono avere reazioni a formare aminoacidi, enzimi, proteine ecc...fino alle cellule e, forse, anche a qualche vermetto pluricellulare…poi la strada è nota... basta un pò di evoluzione: non è un caso...è un continuo scegliere con chi ci si accoppia e si reagisce/interagisce meglio per una maggior efficacia riproduttiva.
Anche il “caso” può sempre intervenire, ma è solo sussidiario.
Citazione:
….e pare che qualcuno si sia azzardato a prendere sul serio l'idea del film Matrix, dove gli uomini sono schiavi di una simulazione manipolata da una razza superiore.
La fantascienza è fantascienza, è ovvio......
La fantascienza immagina situazioni estreme: infatti nessuno ci può assicurare che non siamo parassiti del nostro pianeta e dei suoi veri abitanti, ma nessun indizio appare in evidenza oltre la fantasia, per ora… e in realtà abbiamo ben altro di cui preoccuparci: ubi major, minor cessat!.
Citazione:
Quando ci presentiamo agli altri architettiamo nella nostra mente l'idea di come vogliamo apparire, ma questa idea (essendo tale) quasi mai si rispecchia con la realtà. E' estremamente difficile essere naturali, ne abbiamo una prova quando ci mettiamo in posa per una fotografia: siamo naturali solo quando qualcuno ce ne scatta una senza preavviso.
Mi vien da dire che l’esempio della fotografia è “specioso, ma non probante”.
Invero via via che cresciamo assumiamo una corazza, una maschera…naturale: amiamo presentarci al mondo come ci piacerebbe essere…tanto che alla fine non sappiamo più distinguere il come siamo veramente, o chi siamo, dal come ci piacerebbe essere, tanto che finiamo per essere proprio come ci piacerebbe o almeno secondo l’idea che ci facciamo di noi stessi. Questo non è simulare, ma un conformarci al meglio se siamo persone etiche e integrate…o al peggio… se siamo psicotici.
Resta così spazio per risimularci diversi da ciò che già abbiamo simulato di essere, ecc…ma mi sa che la cosa cominci un poco a complicarsi.
Comunque è certo che possiamo simulare e anche fingere di essere diversi da quello che incosciamente non siamo…. se siamo depravati.
Citazione:
Quando incontriamo una persona, a meno che sia qualcuno che conosciamo molto bene, non possiamo sapere se il suo sorriso è autentico o dissimula un sentimento diverso.
Ma non credo sia il caso di essere così sospettosi a meno che non siamo molto ricchi e abbiamo a che fare spesso coi maggiordomi… o, comunque, con persone che dipendono da noi. Oppure quando abbiamo a che fare con chi ci vuole vendere un’auto, un aspirapolvere e, tanto più, l’enciclopedia Treccani
Citazione:
Quando vogliamo fare buona impressione su qualcuno creiamo un' idea di ciò che rappresenta la perfezione di ciò che vogliamo apparire e cerchiamo di assomigliargli il più possibile. Ma sappiamo bene di non essere perfetti.
È’ l’inverso del caso precedente: se la facciamo di frequente, la simulazione, diventiamo professionisti…molto meglio della perfezione…ci immedesimiamo ed è difficile che la vittima o le vittime designate ci scoprano…ma è per lavoro: niente di malvagio o psicotico!
Al limite, potremmo diventare famose star della comunicazione o fondare un partito e diventare presidente del consiglio!
Citazione:
Come mai invece gli animali sono naturali, non sentono il bisogno di fingere?
Forse perchè a differenza degli animali l'uomo è in grado di "rappresentarsi" il mondo oltre che percepirlo solamente in via diretta attraverso i sensi.
La cosa sarebbe da indagare: abbiamo tendenza ad attribuire piena onestà e genuinità alla natura in contrapposizione alla realtà malvagia e sfuggente degli umani. Ma la cosa non sta proprio in tali termini: anche la natura, gli animali in particolare, mentono e barano…simulano in sostanza!
Molti animali (persino insetti) fingono più o meno coscientemente: certi insetti arboricoli simulano, in emulazione, le foglie o i rametti ingannando ingenui uccellini che li vorrebbero mangiare.…non saprei quanto coscientemente. Abbiamo il caso recidivo e reiterante, quasi automatico, del camaleonte, o di certi vigliacchi che di fronte al pericolo si fingono morti.
Coscientemente simulano i predatori che, pur evolutivamente già mimetizzati, profittano della vegetazione circostante della savana per ingannare le gazzelle prima del grande balzo. Anche il piccione viaggiatore si lascia andare in caduta libera al momento dell’aggancio del falco: è facile capire che quello, già lanciato in volata,…resta come un allocco!
Se non fossimo, in questa sede, ad altro dedicati, ci si potrebbe persino chiedere e diquisire se il trucco del piccione sia istintivo o frutto di esperienza…o semplicemente insegnato dalla mamma! Caso improbabile quest’ultimo: troppo problematico trovare un falco compiacente per la simulazione.
I casi di simulazione sono comunque assai diffusi in natura!
Citazione:
La rappresentazione, la possibilità di trasferire un qualcosa dal mondo esterno al mondo interno e viceversa, probabilmente è ciò che ci rende la razza dominante sulla terra.
Infatti la capacità di simulazione ci fa dominanti solo in seconda istanza: per noi umani, la simulazione è solo una delle tante possibilità che ci offre l’essere in grado di ripensare noi stessi, la nostra storia, le nostre esperienze e percepire e rappresentarci la realtà esterna, studiarla e capirla…sempre più, traendone possibilità e conseguenze modali a noi favorevoli: è questo che ci rende dominanti …o quasi.
Citazione:
Ma la rappresentazione non sempre rispecchia la realtà, spesso è soltanto qualche cosa che gli somiglia.
E’ vero! anche noi a volte non superiamo l’apparenza che l’universo ci mostra e restiamo ingannati …ma non così spesso…per lo più, invece, penetriamo il percepito nella sua essenza e, asintoticamente, ci avviciniamo sempre più a ciò che la scienza ci indica come reale…per ora.
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Vecchio 23-08-2011, 17.19.07   #6
femmefatale
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Con il tuo assunto CVC, stai confermando quello che affermo da sempre. Ovvero, qui si sta parlando di come viviamo la realtà, poiché sembra che stiamo in una "finzione" cinematografica o televisiva. Di fatto, quello che ho sempre affermato è questo: se l'uomo non conosce, né come realmente è nato, né gli scopi che abbiamo su questa terra o nell’universo, come potremmo mai individuare la vera realtà dei nostri comportamenti? Come potrà mai individuare la via maestra da seguire se non conosce gli scopi che i “costruttori”, chiunque essi siano, vogliono raggiungere? Secondo il mio modo di vedere, ecco perché si arriva poi a individuare l'inconsapevolezza come metodo indispensabile per vivere, cosa che, giustamente e inconsapevolmente, già facciamo, poiché noi, in tutti i sensi, viviamo una realtà "virtuale", giacché quella reale è ancora da divenire; per il solo fatto che non la conosciamo.

per me il divenire è un assurdo..
il futuro è per definizione ciò che ancora non esiste e che vogliamo che diventi esistente...
e questo è un concetto che avevo trovato in Severino.

"vogliamo che il non esistente venga ad esistere" ...

ma se la nostra vita, le nostre possibilità possono cadere ogni istante nel Nulla (un concetto caro ad Abbagnano) e dobbiamo essere coscienti di questo, non esiste alcuna idea concreta e realizzabile di futuro, ma solo ciò che a noi "piace pensare" che esista, cioè che il domani è certo, così come il dopodomani, così come immaginare tra 20, 50 anni...che noi ci siamo sempre (concetto che è ben espresso anche in Jankèlèvitch...)
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Vecchio 23-08-2011, 20.55.47   #7
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Originalmente inviato da femmefatale
per me il divenire è un assurdo..
il futuro è per definizione ciò che ancora non esiste e che vogliamo che diventi esistente...
e questo è un concetto che avevo trovato in Severino.

"vogliamo che il non esistente venga ad esistere" ...

ma se la nostra vita, le nostre possibilità possono cadere ogni istante nel Nulla (un concetto caro ad Abbagnano) e dobbiamo essere coscienti di questo, non esiste alcuna idea concreta e realizzabile di futuro, ma solo ciò che a noi "piace pensare" che esista, cioè che il domani è certo, così come il dopodomani, così come immaginare tra 20, 50 anni...che noi ci siamo sempre (concetto che è ben espresso anche in Jankèlèvitch...)
Mi sembra di intuire che il tema centrale del tuo intervento riguardi, probabilmente, un tuo problema, poiché hai fatto un assunto che non risponde a quello da me esposto; infatti, col "divenire" volevo semplicemente indicare un qualcosa che dovrà arrivare e che, nel mio intento, era rappresentato dalla vera realtà che inizierà a essere compresa soltanto quando, finalmente, sapremo la nostra funzione o utilità in quest’universo. Cerco di esprimere con più chiarezza il mio pensiero; per esempio, posso affermare che considero vera realtà consapevole, il percorso che faccio per raggiungere uno scopo. Ecco, quando conosceremo il nostro scopo "universale", da quel momento comprenderemo fino in fondo la nostra realtà. E questo è ancora, al di la dal "divenire".

Ultima modifica di Tempo2011 : 24-08-2011 alle ore 10.19.05.
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Vecchio 24-08-2011, 10.04.18   #8
CVC
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Non prenderei molto sul serio la frase di un film: un film, pur interessante, non ha scopi didattici o scientifici..comunque di verità.
La differenza è che mentre le nostre simulazioni sono coscienti, la natura extranoi non sa, non ha coscienza e quindi non simula: siamo sempre noi che possiamo percepirla in modo sbagliato o distorto..magari solo nella apparenza. Non c'è nessuno la fuori che ci vuole coscientemente ingannare..a meno che non sia la mia gatta che simula di essere affamata per avere doppia razione di croccantini.
E’ quest’ultimo aspetto... i croccantini... la simulazione nell'accaparrarsi il cibo o nell'autoproteggersi da parte di ogni vivente che vorrei analizzare.

Infatti è difficile: piuttosto che “caso” l’uomo è una “necessità”. Basta che un ambiente sia saturo di atomi di ossigeno e idrogeno allo stato nativo ed essi non potranno che combinarsi in H2O. Se poi, scorrendo, l'acqua accosta una roccia calcarea è facile che ne esca ossido di carbonio CO o anidride carbonica CO2 o acido carbonico...e così via fino alle catene -CH- ai polimeri, alle poliammidi e oltre…. sotto l'azione della luce e del calore ecc...Più in là si possono avere reazioni a formare aminoacidi, enzimi, proteine ecc...fino alle cellule e, forse, anche a qualche vermetto pluricellulare…poi la strada è nota... basta un pò di evoluzione: non è un caso...è un continuo scegliere con chi ci si accoppia e si reagisce/interagisce meglio per una maggior efficacia riproduttiva.
Anche il “caso” può sempre intervenire, ma è solo sussidiario.

La fantascienza immagina situazioni estreme: infatti nessuno ci può assicurare che non siamo parassiti del nostro pianeta e dei suoi veri abitanti, ma nessun indizio appare in evidenza oltre la fantasia, per ora… e in realtà abbiamo ben altro di cui preoccuparci: ubi major, minor cessat!.

Mi vien da dire che l’esempio della fotografia è “specioso, ma non probante”.
Invero via via che cresciamo assumiamo una corazza, una maschera…naturale: amiamo presentarci al mondo come ci piacerebbe essere…tanto che alla fine non sappiamo più distinguere il come siamo veramente, o chi siamo, dal come ci piacerebbe essere, tanto che finiamo per essere proprio come ci piacerebbe o almeno secondo l’idea che ci facciamo di noi stessi. Questo non è simulare, ma un conformarci al meglio se siamo persone etiche e integrate…o al peggio… se siamo psicotici.
Resta così spazio per risimularci diversi da ciò che già abbiamo simulato di essere, ecc…ma mi sa che la cosa cominci un poco a complicarsi.
Comunque è certo che possiamo simulare e anche fingere di essere diversi da quello che incosciamente non siamo…. se siamo depravati.

Ma non credo sia il caso di essere così sospettosi a meno che non siamo molto ricchi e abbiamo a che fare spesso coi maggiordomi… o, comunque, con persone che dipendono da noi. Oppure quando abbiamo a che fare con chi ci vuole vendere un’auto, un aspirapolvere e, tanto più, l’enciclopedia Treccani

È’ l’inverso del caso precedente: se la facciamo di frequente, la simulazione, diventiamo professionisti…molto meglio della perfezione…ci immedesimiamo ed è difficile che la vittima o le vittime designate ci scoprano…ma è per lavoro: niente di malvagio o psicotico!
Al limite, potremmo diventare famose star della comunicazione o fondare un partito e diventare presidente del consiglio!

La cosa sarebbe da indagare: abbiamo tendenza ad attribuire piena onestà e genuinità alla natura in contrapposizione alla realtà malvagia e sfuggente degli umani. Ma la cosa non sta proprio in tali termini: anche la natura, gli animali in particolare, mentono e barano…simulano in sostanza!
Molti animali (persino insetti) fingono più o meno coscientemente: certi insetti arboricoli simulano, in emulazione, le foglie o i rametti ingannando ingenui uccellini che li vorrebbero mangiare.…non saprei quanto coscientemente. Abbiamo il caso recidivo e reiterante, quasi automatico, del camaleonte, o di certi vigliacchi che di fronte al pericolo si fingono morti.
Coscientemente simulano i predatori che, pur evolutivamente già mimetizzati, profittano della vegetazione circostante della savana per ingannare le gazzelle prima del grande balzo. Anche il piccione viaggiatore si lascia andare in caduta libera al momento dell’aggancio del falco: è facile capire che quello, già lanciato in volata,…resta come un allocco!
Se non fossimo, in questa sede, ad altro dedicati, ci si potrebbe persino chiedere e diquisire se il trucco del piccione sia istintivo o frutto di esperienza…o semplicemente insegnato dalla mamma! Caso improbabile quest’ultimo: troppo problematico trovare un falco compiacente per la simulazione.
I casi di simulazione sono comunque assai diffusi in natura!

Infatti la capacità di simulazione ci fa dominanti solo in seconda istanza: per noi umani, la simulazione è solo una delle tante possibilità che ci offre l’essere in grado di ripensare noi stessi, la nostra storia, le nostre esperienze e percepire e rappresentarci la realtà esterna, studiarla e capirla…sempre più, traendone possibilità e conseguenze modali a noi favorevoli: è questo che ci rende dominanti …o quasi.

E’ vero! anche noi a volte non superiamo l’apparenza che l’universo ci mostra e restiamo ingannati …ma non così spesso…per lo più, invece, penetriamo il percepito nella sua essenza e, asintoticamente, ci avviciniamo sempre più a ciò che la scienza ci indica come reale…per ora.
Se tu dici che la natura etra-noi non sa, non simula, sottintendi che l'universo abbia un intelligenza.
E dato che l'universo è un'entità più grande dell'umanità, si può a ragione presumere che anche la sua intelligenza sia più grande.
Ora, un essere più intelligente di un altro non cercherà di avere il controllo della situazione?
Io credo di sì, a meno che si riconosca all'universo una legge morale che gli impedisca di tenere sotto proprio controllo la libertà di esseri inferiori (noi). Ma al cospetto di chi l'universo dovrebbe avere una legge morale? Al cospetto dei molti universi della teoria delle stringhe?
Ma se esiste un universo intelligente che, in quanto intelligenza superiore, ha il controllo su un'altra intelligenza (la nostra), in che modo eserciterebbe tale controllo?
O con la forza o con la simulazione. Se usasse sempre la forza allora avremmo la consapevolezza di essere schiavi, come vedi rimarrebbe la simulazione.
Qualcuno, anzi più di uno, ha affermato che la lotta per l'adattamento è una lotta perpetua che non si conclude mai definitivamente.
L'ambiente, il mondo, il nostro ambiente, non è mai tanto inospitale da negarci la vita (almeno è cosi da un qualche migliaio di anni), e l'uomo non è mai tanto evoluto da controllare a proprio piacimento l'ambiente.
Qualcuno disse che l'uomo raggiunge il perfetto adattamento quando muore.
In sintonia con il panta-rei di Eraclito, vien da pensare che l'unica realtà sia quella dell'eterna lotta:
adattamento vs disadattamento, bene vs male, vita vs morte, ecc.
Ma dato che l'uomo nutre nel suo intimo un profondo bisogno di sicurezza (l'amore per la casa, la famiglia, il rifugio dai pericoli), preferisce un mondo controllato. Da qui nasce la simulazione
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Citazione:
Originalmente inviato da CVC
Se tu dici che la natura etra-noi non sa, non simula, sottintendi che l'universo abbia un intelligenza.
Amco CVC, mi confuti cosa che non ho detto...che comunque non è nei miei pensieri: Forse hai letto troppo in fretta il mio post!...comunque da altri miei post, avresti dovuto già sapere che rifuggo dall'attribuire o ammettere intelligenze al di fuori del vivente...tanto meno all'inanimato o al trascendente.

Vediamo come la possaimo mettere:
dicendo che la natura extranoi non sa...intendo che non è cosciente...non ha intelligenza quindi nemmeno può simulare: la simulaziione implica un rendersi conto di essere e quindi chi non è, non si rende conto e non può simulare.
Ma mi riferisco alla natura fisica inanimata al micro/macro universo...che persegue certo sue leggi carateristiche della sua natura, ma inconsciamente: per dirla in breve le pietre non hanno intelligenza nè singolarmente nè globalmente se considerate come un tutto unico.

Comunque una pietre posta in alto tende a cadere verso il basso, ma non è intelligenza intrinseca della pietra o di un consesso di pietre ...è solo forza di gravità.

Quanto ho detto è estremente banale, ma un chiarimento in proposito mi è parso utile...per lo meno nel caso specifico.

La cosa è diversa per la fauna: ciascun componente la fauna possiede una propria intelligenza piu' o meno...magari anche solo al livello di un rudimentale sistema nervoso...o il DNA di una cellula, ma non si puo' parlare di una intelligenza globale e sinergica, collegata in rete, come del resto non lo è la nostra...quindi sono da escludere intelligenze globali che ci sovrastino se non la sugerisce una questione di fede...e allora è inutile parlare.

Citazione:
E dato che l'universo è un'entità più grande dell'umanità, si può a ragione presumere che anche la sua intelligenza sia più grande.
Ora, un essere più intelligente di un altro non cercherà di avere il controllo della situazione?
Per il controllo della situazione puo' nessere vero...non vero per un cervello unificato dell'universo: non esiste!

Con molta fantasia si potrebbe pensare al pianeta delle scimmie, ma anche lì si tratterebbe dell'evoluzione o involuzione che avrebbe portato le scimmie ad un maggior livello evolutivo rispetto agli umani...o gli umani ad una minore capacità intellettiva, ma si tratta sempre di intelligenze singole anche se cooperanti organizzativamente in un ambito sociale...così come noi del resto!
Citazione:
Io credo di sì, a meno che si riconosca all'universo una legge morale che gli impedisca di tenere sotto proprio controllo la libertà di esseri inferiori (noi). Ma al cospetto di chi l'universo dovrebbe avere una legge morale? Al cospetto dei molti universi della teoria delle stringhe?
Ma se esiste un universo intelligente che, in quanto intelligenza superiore, ha il controllo su un'altra intelligenza (la nostra), in che modo eserciterebbe tale controllo?
O con la forza o con la simulazione. Se usasse sempre la forza allora avremmo la consapevolezza di essere schiavi, come vedi rimarrebbe la simulazione.
Il minimo che si possa dire è che è un discorso strambo: poggia su un presupposto del tutto inverosimile: l'ipotesi si un universo intelligente, magari pure etico è fuori dal mondo...fuori dall'universo.Non è il caso di discuterci!
Citazione:
Qualcuno, anzi più di uno, ha affermato che la lotta per l'adattamento è una lotta perpetua che non si conclude mai definitivamente.
Non si conclude mai (finchè esisterà il mondo) per l'insieme delle specie viventi, fauna o flora che sia.
Ma si conclude certo per ciascuno con la morte.
Citazione:
L'ambiente, il mondo, il nostro ambiente, non è mai tanto inospitale da negarci la vita (almeno è cosi da un qualche migliaio di anni), e l'uomo non è mai tanto evoluto da controllare a proprio piacimento l'ambiente.
L'uomo vive sulla terra perchè il sistema antropico terresre lo permette, ma è solo un caso o una fortunata circastanza: qualunque sia il suo grado evolutivo. Persino l'orbita della terra e la sua velocità e distanza dal sole sono tali da permettere la vita...una piccola deviazione e ...bluff!.

Tutte cose che l'uomo non puo' e non potrà controllare se non parzialmete per ambienti isolati e condizionati ad hoc: gli uragani, i terremoti, gli tsunami, la caduta di meteoriti, cui si aggiunge il nucleare, il riscaldamento globale, ecc..ecc...saranno sempre fuori controllo per gli umani: massimo, entro certi limiti si potranno prevedere e limitare o demandare.

Il cinema e la letteratura fantascintifica ci ha fatto veder alcuni casi di disastri domati o non domati che mai però implicavano intelligenze superiori globali. Implicavano se mai interventi di esser extraterrestri con risoluzione da parte di umani estremante abili e coraggiosi.
Fra i piu' antichi titoli di cui ho notizia c'è "il giorno dei Trifidi" (non ricordo l'autore) o anche "Morte di megalopoli" e "il Medio-Evo prossimo venturo" di Roberto Vacca.
Comunque anche queste opere non contemplano influenze coscienti extra o intelligenze superiori globali fisiche o trascendentali..
Citazione:
Qualcuno disse che l'uomo raggiunge il perfetto adattamento quando muore.
Non dovremmo sempre dar retta a semplici qualcuno: dovrebbe sempre esserci una qualche bebenmeranza istituzionale o didattica..comunque di ricerca.
Direi comunque che non si tratta di adattamento...non c'è piu' niente da adattare... ma di equilbrio perfetto: l'uomo restituisce all'universo l'entropia rimasta, senza ricostituirala: infatti è morto! La tempretura si uniforma!
Citazione:
In sintonia con il panta-rei di Eraclito, vien da pensare che l'unica realtà sia quella dell'eterna lotta:
adattamento vs disadattamento, bene vs male, vita vs morte, ecc.
Veramente il Panta Rei di Eraclito allude al cambimento: l'unica realtà è il cambiamento...ed il cambiamnto non è detto sia sempre in male.
In ogni caso nessuna lotta! anzi..è tutto pacifico: occorre solo adattarsi alla nuova situazione: lo dice anche Darwin!
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Citazione:
Ma dato che l'uomo nutre nel suo intimo un profondo bisogno di sicurezza (l'amore per la casa, la famiglia, il rifugio dai pericoli), preferisce un mondo controllato. Da qui nasce la simulazione
Direi che sono i depravati cioè gli asociali che fidano nella simulazione e nell'inganno...magari nella corruzione o nel nascondersi fra i topi: Per la maggir parte invece gli umani traggono il senso di sicurezza e soddisfazione da un mondo ed una societa (cui essi ambiscono partecipare) sempre piu ordinati, controllati ed ispirati del senso etico fondativo che poggia su entità positive quali le istituzione dello stato, il rispetto per il prossimo e per le leggi, il lavoro per sè e per la società, fino al progresso scientifico e tecnologico nel perseguimnto del senso morale e civile ineludibile.

Forse questo nostro attuale non è un buon momento per confidare nell'etica nostra e dei concittadini, ma solo su questa strada possiamo trovare, alla lunga, la sicurezza, serenità, soddisfazione per il buon vivere cui aspiriamo...pur nei limiti possibili...non certo nella reciproca sopraffazione e inganno o nell'intervento di entità extra di dubbia provenienza e dedinizione.
ulysse is offline  
Vecchio 24-08-2011, 19.18.46   #10
ulysse
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Citazione:
Originalmente inviato da CVC
Ma noi lo facciamo già, ma piuttosto che dissimulare sarebbe più corretto dire che noi ci creiamo un mondo di inconsapevolezza che consideriamo indispernsabile per poter vivere.
Personalmente non mi creo nessun mondo di inconsapevolezza: semplicemente so che molte cose non so o che, all’opposto, ne so di terribili, ma non è che questo mi crei eccessivi problemi...per lo meno non problemi talmente insopportabili da averci la mente fissa sopra.
La mia mente è piuttosto orientata su ciò e per ciò che so e conosco di possibile e speranzoso, da cui cerco di trarre i massimi vantaggi: riporto per l’ennesima volta il detto:”io, speriamo che me la cavo!” e sono conscio di averci in buon numero, se non tutti, gli strumenti fisici, intellettuali e culturali che servono agli scopi che desidero perseguire entro i limiti di possibilità permessi dall’opposizione!
Limiti che mi impegno ad espandere e che certamente si espanderanno...non indefinitamente certo...ma per quanto sarà possibile per l’impegno, la casualità e la fortuna insieme.

Penso che questa, più o meno, sia la Vision e la posizione che assume la maggior parte delle persone di fronte alla propria esistenza ed al mondo.
E' L'unica posizione sensata da assumere separando razionalmente ciò che si reputa possibile dall'impossibile: se fossi un sollevatore di pesi saprei che posso sollevare 50 chili...pochini?...allora forse mi allenerei per i 60...magari i 70, ma non mi impunterei a sollevare 100 chili e non mi dispererei per il fatto di non farcela: sarebbe psicotico!
Dormirei i miei sonni tranquilli sicuro che domani sarà ancora, soggettivamente, una bella giornata. Se poi minaccia pioggia mi porterò l'ombrello.
Citazione:
Del resto, una volta stabilito che la morte è inevitabile e che ciò che ci sarà dopo è inconoscibile, se fossimo del tutto razionali dovremmo costruire intorno all'unica certezza che abbiamo la nostra visione cosciente della vita.
E che ne faremmo della cosiddetta "visione cosciente" della vita? Ci faremo la congrega della buona morte?!
Invece l'evoluzione ci ha dato abbastanza razionalità per puntare a sfruttare massimamente cio' che più ci incoraggia e conforta...cioè la consapevolezza di poter anche essere felici…per lo meno contenti e soddisfatti…magari sogggettivamente autorealizzati.
Citazione:
Ma noi ci alziamo la mattina e, se c'è il sole, tiriamo una boccata d'aria fresca ed esclamiamo:"Che bella giornata!". A nessuno salta in mente di dire:"Accipicchia!, un'altro giorno in meno da vivere"
Sarebbe psicotico ed anche un buon sistema per morire quanto prima di stress o d'infarto: la razionalità consiste, infatti, nel pensar bene...valutando gli aspetti favorevoli, ovviamente non tralasciando di considerare ed evitare i pericoli incombenti: contare sistematicamente, compulsivamente, il tempo che ci separa dalla morte è infatti un pericolo per la nostra sanità e integrità fisica e intellettuale.
Del resto c'è poco da contare...potrebbe prendermi un infarto il prossmo istante!
Citazione:
La storia dell'ottimismo e del pessimismo, come il credere o non credere in Dio, è solo questione di convenienza pratica. Siamo ottimisti o pessimisti o crediamo o non crediamo in base ai vantaggi che derivano da una scelta o dall'altra, non per conclusione di un ragionamento logico.
A parte il fatto che in definitiva non è così...mi pare però che sia un ragionamento estremamente logico alla fine ed anche razionale quello di scegliere valutando la convenienza ed il vantaggio perseguibili da una nostra posizione mentale. Dove altro dovrebbe portare un ragionamento logico?
Citazione:
Se tutta la vita è un far finta di non dover morire, che senso avrebbe ricercare la realtà in un mondo che ci creiamo noi artificialmente?
Creiamo noi stessi delle simulazioni per noi stessi, e poi ci stupiamo quando ci accorgiamo di essere caduti nel raggiro di qualcun'altro
Ma sappiamo benissimo che la morte ci attende…e che oltre… “hinc sunt leones!”…e non si tratta di far finta o di crearci un mondo artificiale, è semplice accettazione dell'inevitabile e non pensarci più: nessuno si dispera o piange perchè piove...come già dicevo se non puoi farci niente…è ragionevole invece aprire l'ombrello.
La realtà che la scienza ricerca, invece, è ben altro: cosa può avere a che fare con una irrrazionale compulsione all'idea della morte? Anzi uno scienziato sa bene cosa sia la morte, ma è troppo impegnato nelle sue ricerche per farsene un cruccio. Del resto è l'unico a poter contare su di una sorta di immortalità: le sue scoperte vivranno nei secoli!

Il concetto di razionalità è, fra l’altro, basato sulla esigenza di aiutarci a vivere una vita migliore, se invece ci complica le cose significa che una qualche connessione o sinapsi è lasca...da qualche parte.
Del resto è ciò che la filosofia dovrebbe insegnarci: l’impressione grandiosa che mi lasciano i filosofi greci (dei 5 secoli a.c.) è l’imperturbabilità e sicurezza con la quale indicavano la strada. Anche Gesù era di questo tipo: ti dava comunque la speranza.
Dopo Sant’Agostino i filosofi cambiarono rotta: divennero dubbiosi e disperati coinvolti nelle miserie del mondo...e noi con loro: “ricordati che devi morire!”
Ma è il modo questo di indicare la strada?
Fortuna che oggi abbiamo altre distrazioni!
ulysse is offline  

 



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