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 La Riflessione - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica


Vecchio 12-09-2011, 19.16.55   #161
Doctor Strange
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

Citazione:
Originalmente inviato da Ciroemilio
Sono perfettattamente d'accordo con la prima parte, mentre con il dire che "è scomparsa", significa che prima c'era, quindi è una libera scelta, facendo scendere in campo il "libero arbitrio, come lo stesso entra a far parte per chi, come gli agnostici, decidono di aspettare , decidendo far parte del partito nì/nì (sì&no)!!
Scegliendo di non eleggere nessuna decisione è gia una scelta ed è già "libero arbitrio", ed è questa la priorità che forse (dovuta alla mia scarsa grammatica) non è ben intesa, cioè, quella che si voglia o meno, ci sono delle scelte da prendere, obbligatoriamente, nella vita ed una di queste è: se accetto, confermo, credo o affatto nell'esistenza di Dio, con tutti i suoi conseguenti dilemmi, tra i quali quello di sforzarsi d'essere più sinceri possibile, con se stessi (prima che con gli altri) e far affiorire al massimo (includendo ed accettando i nostri limiti) la propria dignità umana.
E questa mia riflessione non è dettata dalla mia Fede, ma confermata dal fatto che, chi parla, si documenta, questiona e critica l'esistenza di Dio, sono proprio gli agnostici ed atei.
Se per qualcuno Dio non è priorità nelle proprie scelte (perchè non interessa o perchè non esiste ) O.K., W il far west, ma dovrebbero tenerne conto, astenendosi dall'intervenire , quando si confrontano dottrine, religioni, punti di vista non coincidenti, ma sicuri e certi della Sua esistenza.

Per poter dare un risposta il più possibile obiettiva, comprensiva e fondata sui fatti a queste considerazioni che fai, io direi che sotto questi concetti sui quali non si finirebbe mai di discutere c'è il proprio valore di fondo, il mio e il tuo, che poi sono quelli di gran parte dell'umanità.
E non sono uguali sotto molti aspetti.
E di fondo non dovremmo considerare quello degli altri inferiore e il proprio superiore, per un concetto base di uguaglianza fondamentale da porre nelle relazioni fra persone, affinchè queste non diventino conflittuali.
Voglio dire, cerca di tenere presente che parti frequentemente dal dare per scontato che la tua fede è "la fede", la migliore, la vera.
Immedesimiamoci: ma la fede dell'altro, per l'altro, non è forse la stessa cosa?
Non crediamo troppo di avere la corretta visione del libero arbitrio...
La fede in Dio non è un dato di fatto dell'uomo in quanto uomo, ma dobbiamo convenire che è tramandata culturalmente.
Se viviamo in un paese cattolico da 2 millenni la credenza in Dio, ma anche nella Chiesa di Roma, è piuttosto scontata.
Se per molti "scompare" in quanto credenza tramandata che viene abbandonata, o che mai compare, è anche una scelta, ma non solo, uno degli altri fattori da considerare è che per molti non è intuita, sentita, pensata, vissuta come credibile. Questo nonostante la grande influenza della tradizione.
Dici che gli agnostici decidono di aspettare, come fosse un partito dell'indecisione e dell'incoerenza........
Ma aspettare cosa? A-gnosi significa semplicemente che la conoscenza di tipo fideistico, metafisico e teologico non può dare nessuna risposta alla questione Dio, nè ad analoghe entità soprannaturali, magici o miracolistici che siano.
Quindi queste cose l'agnostico non le crede, e non si basa su esse per la propria fede e filosofia di vita. Questo non vuol dire che che non ha fede, ha fede (o fiducia) in altro, e fede in quanto fede.
In questa ottica Dio può anche esistere, ma non si ritiene si sia mai rivelato. La posizione intellettuale è pressochè identica a quella dell'ateo, solo che l'agnostico ritiene che Dio può anche esserci, ma questo sarebbe chiarito solo dalla eventuale divinità stessa in modo assoluto, senza che ci siano equivoci e interpretazioni di sorta.
Dici che gli atei non dovrebbero intervenire dove si confrontano religioni e dottrine che credono nel Dio biblico..... Non mi viene adesso in mente in quali contesti intervengono....
Quando ci sono incontri interreligiosi globali mi sembra non ci siano associazioni di atei, sarebbero certo fuori luogo. Però gli atei ci sono lo stesso, essendo atei o definiti tali i credenti delle grandi religioni d'oriente.
Se ti riferisci a una certa aggressività di gruppi ateisti, posso anche convenire che molte critiche sono anche pesanti e fuori luogo. Ma non lo sono meno gli atteggiamenti di molti credenti.

Saluti.
Doctor Strange is offline  
Vecchio 12-09-2011, 19.25.39   #162
Ciroemilio
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Smile Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

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Originale scritto da. jador.
Ma credo che per confrontarsi solo pero' tra chi e' d'accordo sull'esistenza non su un forum si possa fare.
Poi non credo nemmeno che tutto il male di questo mondo sia causato solo da chi non crede perche' il "non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso" non necessariamente deve essere supportato dalla fede.

Ha totalmente ragione, visto che, giustamente, in un Forum chiunque può intervenire , ma non dimentichiamo il titolo del riferimento del Forum:-Se Dio è uno!-quindi si premette che Dio esiste, poi che si sia giunti all'esistenza o meno di Lui è proprio dovuto all'inconstintenza di tante religioni, filosofie spicciole mi permetterei di definire più che religioni, che, secondo il disaccordo raggiunto nella discussione riflessiva e seguendo il tema del Forum, sono nate e si alimentano, continuo a confermare io, per e del potere !!
Il male deriva dal non alimentare, sviluppare per poi affermare attimo per attimo nella nostra vita (fino all'ultimo respiro), attraverso l'aiuto del libero arbitrio, il nostro lupo buono, e tutti, anche quelli meno che te l'aspetti possono fallire, gente di fede e non, laici ed ecclesiastici, atei e missionari, per questo si definisce o proclama qualcuno "Santo" soltanto alla sua morte, mai prima.




DEC IN ALTUM


Ciroemilio is offline  
Vecchio 12-09-2011, 23.17.19   #163
Doctor Strange
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

Citazione:
Originalmente inviato da Ciroemilio
Per adesso a Roma, sede della Fede cristiana, si può liberamente professare e studiare qualsiasi altro tipo di religione, quando questo sarà possibile senza incidenti, anche a Teheran o Bombay, forse anche il messaggio Cattolico perderà coerenza, questo è un modesto e reale metro di valutazione.
.............................. ..............................
E' proprio in questa sua coerente riflessione, essere o divenire "buone persone" in relazione comprensiva verso gli altri, che la scienza e la fede, prese da sole, cioè, impedendo con il libero arbitrio, dico io, di farle interagire tra esse, creano disordine, intolleranza, i falsi idoli.
Quindi il quesito o la riflessione che nasce spontanea è: in base a quali valori umani, od alle loro origini, diventano buone persone gli atei, gli agnostici, gli scettici?!?

Ma veramente non è che siano tutti d'accordo che Roma sia sede della fede cristiana. (Se intendi il Vaticano questo è uno Stato e non è propriamente Roma.) Cristiani sono anche protestanti, ortodossi e altri gruppi meno numerosi. In Italia si possono studiare tutte le religioni? Si, anche se questo non pone una effettiva uguaglianza, sempre per il motivo che la cultura dominante cattolica condiziona notevolmente le informazioni e le idee. Per esempio a scuola vengono tuttora imposti il crocifisso e l'ora di religione (religione cattolica, non delle religioni).
Certo che in Iran proprio non si può scegliere, è lo Stato più teocratico del mondo, ed è monoteista. L'India invece è il più grande Stato democratico del mondo e vi convivono moltissime frazioni religiose diverse.

Quindi, dici che scienza e fede devono interagire perchè singolarmente causano disordine....
Io direi che la scienza da sola non crea dissidi, se è conoscenza sicura, ma li crea lo scientismo.
Poi, la religione, se domina causa conflitto con le altre religioni, ma causa anche senso di appartenenza e pacificazione degli aderenti, come nei paesi islamici.
"E qui il quesito nasce spontaneo: in base a quali valori diventano buone persone gli atei ?"
Premettiamo pure che non c'è omogeneità nè fra non credenti che fra credenti.
Io trovo in questo momento un definizione di fondo: possono avere valori anche uguali, la differenza è che i credenti vedono quei valori venire dal trascendente, mentre i non credenti dall'immanente. Se si considerasse un dio che non si rivela a parole ma si rivela con le leggi del mondo le due fazioni coinciderebbero.
I valori dei non credenti in quel tipo di interpretazione del mondo (teista) si richiamano all'intera esperienza umana, non solo alla visione ritenuta parziale di una cultura religiosa.
A livello globale uno dei risultati più importanti cui fare riferimento è l'accordo mondiale sui valori condivisi e da condividere: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Da leggere: http://www.onuitalia.it/diritti/index2.html

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Vecchio 13-09-2011, 12.41.32   #164
Ciroemilio
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Citazione:
Originale scritto da: Doctor Strange.
Quindi, dici che scienza e fede devono interagire perchè singolarmente causano disordine....
Io direi che la scienza da sola non crea dissidi, se è conoscenza sicura, ma li crea lo scientismo.
Poi, la religione, se domina causa conflitto con le altre religioni, ma causa anche senso di appartenenza e pacificazione degli aderenti, come nei paesi islamici.

La Scienza senza la religione è zoppa e la Religione senza la scienza è cieca; questo è il senso a cui alludevo.



Citazione:
Doctor Strange:
Io trovo in questo momento un definizione di fondo: possono avere valori anche uguali, la differenza è che i credenti vedono quei valori venire dal trascendente, mentre i non credenti dall'immanente. Se si considerasse un dio che non si rivela a parole ma si rivela con le leggi del mondo le due fazioni coinciderebbero.


Se immaginiamo e poi crediamo che i "valori", giungono dall'immanente, la materia diviene valore supremo, quindi si potrebbe anche confondere che l'avere "vale" più dell'essere.
Solo con il trascendentale, prende "valore" che il più debole, il più sfortunato,
il più perseguitato ingiustamente, riceva amore; ma siamo anche materia, ecco perchè se non si giunge all'equilibrio del corpo e dell'anima (Scienza e Fede) non c'è salvezza, pàrdon, non s'incontra la pace ,la serenità, l'allegria.




Citazione:
Doctor Strange:
E di fondo non dovremmo considerare quello degli altri inferiore e il proprio superiore, per un concetto base di uguaglianza fondamentale da porre nelle relazioni fra persone, affinchè queste non diventino conflittuali.
Voglio dire, cerca di tenere presente che parti frequentemente dal dare per scontato che la tua fede è "la fede", la migliore, la vera.


Sono d'accordo, a volte mi dimentico e non per questo lo giustifico(facendomi trasportare), che non tutti sono caduti da cavallo mentre andavano a Damasco e quindi non potranno mai capire il dolore che ha provocato la caduta.





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Ciroemilio is offline  
Vecchio 13-09-2011, 17.40.36   #165
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Citazione:
Originale scritto da: Doctor Strange.
Ma aspettare cosa? A-gnosi significa semplicemente che la conoscenza di tipo fideistico, metafisico e teologico non può dare nessuna risposta alla questione Dio, nè ad analoghe entità soprannaturali, magici o miracolistici che siano.
Quindi queste cose l'agnostico non le crede, e non si basa su esse per la propria fede e filosofia di vita. Questo non vuol dire che che non ha fede, ha fede (o fiducia) in altro, e fede in quanto fede.

L'agnostico afferma l'impossibilità di conoscere Dio, pur senza negarne l'esistenza, cioè, esiste quando mi conviene, ed è impossibile che ci sia quando conviene agli altri.
Senz'altro incerto, forse anche un poco invidioso
Avere fede, credere, non significa semplicemente ritenere che una cosa sia vera; "credere" vuol dire: promettere solennemente di dedicare se stessi a qualcosa.
Avere Fede non è una questione di prove (ricevere dei segnali che ne confermino la certezza),anche perchè, i principi di fede non sono materia per la scienza.
La Fede non dipende neanche dall'autorevolezza della Chiesa, poichè la Chiesa non ne possiede alcuna agli occhi di chi non crede. E' piuttosto il contrario: il credente, oggigiorno, riconosce l'autorevolezza della Chiesa, solamente quando ha la sensazione che gli insegnamenti ecclesiastici siano conformi alla propria Fede, che la Chiesa possa aiutarlo a comprendere il proprio sentimento di credente e, infine, che la Chiesa sia un'istituzione adeguata a sostenere la comunità degli uomini.
Per quanto riguarda l'ultimo punto è da non dimenticare che la Chiesa è costituita da persone, uomini e donne peccatori, e da quì il mio, dapprima, genuflettersi od invocare aiuto (tanto è lo stesso).



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Ciroemilio is offline  
Vecchio 14-09-2011, 13.50.12   #166
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

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Originalmente inviato da Ciroemilio
La Scienza senza la religione è zoppa e la Religione senza la scienza è cieca; questo è il senso a cui alludevo.

Questo indubbiamente porta a riflettere su un quesito fondamentale per l'uomo.
Quello della sua condizione di essere fisico con una mente dalle grandi potenzialità, che gli consente di interrogarsi su tutto.
Ma alle tante domande può rispondere in parte con la scienza e in parte con la religione.
Cioè, in parte con la conoscenza del mondo fisico e in parte con la conoscenza del mondo trascendente.
Questa semplificazione riguardo le necessità umane vengono soddisfatte dalla stessa mente e per la mente, comprendendo in essa bisogni fisiologici, psicologici e spirituali.
Se questa è una base su cui si può accordarsi per una ricerca sull'uomo in quanto umanità, sia per la propria personale umanità, esiste una condivisione, la possibilità di capirsi e collaborare fra esseri umani.
Ma così è solo in parte.
La storia umana mostra un a evidente conflittualità fra uomini e gruppi umani.
Potremmo anche pensare che questo sia umano, divino e necessario.
Ma sappiamo anche che andare d'accordo è meglio, e si persegue la pace, la pace nella giustizia e nel rispetto delle diversità.
La scienza significa le scienze, analogamente la religione significa le religioni.
Scienza significa conoscenza del mondo materiale e delle sue leggi di natura. Ma questo sapere non pone verità su come ognuno possa usare o non usare gli elementi conoscitivi.
Dove la conoscenza non arriva rimane la domanda e questa è oggetto di riflessioni e ipotesi. Il campo delle religioni e delle filosofie.
Se queste due fondamentali umane sono necessarie e complementari, occorre che si possano armonizzare. Se analogia valida c'è...
Religione significa conoscenza del mondo immateriale e delle leggi assolute.
Ma questo sapere non possiede verità su come ciascuno possa usare o non usare le varie forme di religiosità e, è il caso di aggiungere, di filosofia.
Dunque la personale e limitata conoscenza degli elementi scientifici e religiosi è soggettiva e, il linea di principio, libera.
Una scelta personale dunque deriva dal proprio sapere limitato e dalla convinzione in esso.
In quanto limitato il proprio sapere il proprio io genera sia la convinzione (per superare il dubbio), sia l'epochè, sospensione del giudizio (per superare il pregiudizio della convinzione).
Sempre secondo il mio modesto parere, la convinzione, analoga alla fede, è caratteristica più o meno importante, ma rimane in prima istanza che è nella mente, cioè fede nella propria idea, cioè attaccamento alla propria idea.
Quando si afferma il valore della fede si esterna una rivendicazione di valore superiore, che non pare equilibrato e complementare con la scienza del mondo fisico, ponendo come principio universale fondante la visione metafisica.
Se fosse fede che non genera divergenze di idee allora la si potrebbe dire universale. Altrimenti sono idee particolari.
La fede in quanto fede è sempre fede in ogni religione, filosofia e atteggiamento umano.
Vedendo che è così, non si può più vantare il proprio pensare come migliore in quanto portatore di fede.
Ribadisco, guardate anche negli altri in spirito di uguaglianza: la fede è anche negli altri, tutti.
Mentre "la mia" fede è la mia idea, e gli argomenti intelligenti non dimostrano niente di assoluto, sono sempre parole, e le parole sono simboli, non la Realtà Universale che si vorrebbe trovare.
A riguardo sarebbe forse meglio contemplare e far silenzio, così che non ci siano le rappresentazioni del nostro pensiero e si possa intuire l'essenza della Totalità.
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Vecchio 14-09-2011, 20.15.58   #167
Ciroemilio
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Citazione:
Originale scritto da: Doctor Strange.
Questo indubbiamente porta a riflettere su un quesito fondamentale per l'uomo.
Quello della sua condizione di essere fisico con una mente dalle grandi potenzialità, che gli consente di interrogarsi su tutto.
Ma alle tante domande può rispondere in parte con la scienza e in parte con la religione.
Cioè, in parte con la conoscenza del mondo fisico e in parte con la conoscenza del mondo trascendente.

Esatto, tocca far sì che questi due mondi coincidano, quando questo riesce in una persona umana, avviene la certezza di ciò che non si aspetta e la convinzione di quello che non si vede, non è facile sicuramente, ma almeno già parlandone, riflettendoci sopra, può darsi che qualcuno ci provi; e poi le alternative di che uno dei due mondi sopravvalga, già hanno molto deluso e lasciato cicatrici.

Citazione:
La scienza significa le scienze, analogamente la religione significa le religioni.
Scienza significa conoscenza del mondo materiale e delle sue leggi di natura. Ma questo sapere non pone verità su come ognuno possa usare o non usare gli elementi conoscitivi.
Dove la conoscenza non arriva rimane la domanda e questa è oggetto di riflessioni e ipotesi. Il campo delle religioni e delle filosofie.
Se queste due fondamentali umane sono necessarie e complementari, occorre che si possano armonizzare. Se analogia valida c'è...
Religione significa conoscenza del mondo immateriale e delle leggi assolute.
Ma questo sapere non possiede verità su come ciascuno possa usare o non usare le varie forme di religiosità e, è il caso di aggiungere, di filosofia.
Dunque la personale e limitata conoscenza degli elementi scientifici e religiosi è soggettiva e, il linea di principio, libera.
Una scelta personale dunque deriva dal proprio sapere limitato e dalla convinzione in esso.
In quanto limitato il proprio sapere il proprio io genera sia la convinzione (per superare il dubbio), sia l'epochè, sospensione del giudizio (per superare il pregiudizio della convinzione).


Esatto per questo si pensa, "scientificamente", che il pianeta terra, anche se molto martorizzato, debba vivere/sopravvivere ancora un bel pò.
Affinchè ognuno,singolarmente, giunga a scegliere senza ignoranza o paura.
Se esiste Dio ed ha questa onnipotenza, col solo Suo schioccare le dita farebbe convertire, anzi obbedire tutti al Suo volere, ma è molto più meraviglioso (e divino aggiungo io), che ogni singola creatura godi del beneficio d'incontrarlo dentro e fuori di Sè, dopo tanti fallimenti e false convinzioni ed atteggiamenti megalonici.
E' solo questione di tempo e da ciò la riflessione:- "Non si può affrontare il futuro con la stessa formula del passato, solo il presente ci darà la giusta alternativa!!"-ecco perchè il tempo vale denaro, ma non quello materiale, quello rallenta il processo d'incontro tra i due mondi.


Citazione:
Sempre secondo il mio modesto parere, la convinzione, analoga alla fede, è caratteristica più o meno importante, ma rimane in prima istanza che è nella mente, cioè fede nella propria idea, cioè attaccamento alla propria idea.
Quando si afferma il valore della fede si esterna una rivendicazione di valore superiore, che non pare equilibrato e complementare con la scienza del mondo fisico, ponendo come principio universale fondante la visione metafisica.
Se fosse fede che non genera divergenze di idee allora la si potrebbe dire universale. Altrimenti sono idee particolari.
La fede in quanto fede è sempre fede in ogni religione, filosofia e atteggiamento umano.
Vedendo che è così, non si può più vantare il proprio pensare come migliore in quanto portatore di fede.
Ribadisco, guardate anche negli altri in spirito di uguaglianza: la fede è anche negli altri, tutti.
Mentre "la mia" fede è la mia idea, e gli argomenti intelligenti non dimostrano niente di assoluto, sono sempre parole, e le parole sono simboli, non la Realtà Universale che si vorrebbe trovare.
A riguardo sarebbe forse meglio contemplare e far silenzio, così che non ci siano le rappresentazioni del nostro pensiero e si possa intuire l'essenza della Totalità.


La Realtà Universale che si vorrebbe trovare, non s'incontra facilmente perchè non si cerca solo con la mente o soltanto con la preghiera, ma con tutt'e due; incontrare Dio (la Realtà Universale) è cambiare per amore.
La Fede genera divergenze d'idee perchè le idee non abbiamo il coraggio di viverle totalmente, non prendono atto totalmente nelle nostre vite, se la convinzione si esterna, si provoca o bene o male; quindi il problema nasce, quando dalle idee nasce solo vanagloria e non si ha il coraggio di "cambiare" (mancanza della forza di volontà).
Amare qualcuno, significa "cambiare", se ami una persona quando la sposi si cambiano abitudini, c'è chi vi riesce e chi no, chi non ci è riuscito è o perchè pensava fosse amore ed invece era un calesse o perchè "non ha voluto cambiare", non ha voluto cambiare quell'attitudine nei confronti di quel problema, causando l'inevitabile conflitto.
La Fede è volontà di cambiare, ed a volte , anzi spesso,il cambio è dovuto o perchè mentre si prega si osservano le stelle e l'universo o perchè all'osservare un tramonto uno si ricorda di pregare.
La Fede è in tutti, d'accordissimo, ma chi non desidera cambiare per ottenere un miglioramento materiale/spirituale nella propria esistenza, fugace, in questo pianeta, la stà calpestando.

:-<"Nel silenzio è dove si ascolta meglio la voce e la volontà di Dio, ma deve essere costante e perseverante; da lì il perchè dell'importanza della preghiera. Quando la meditazione diventa una parte importante della propria vita, si riesce a realizzare in modo più efficace questa trasformazione (cambio) interiore.">--(Dalai Lama, in un convegno a Londra, dove commentava il Vangelo.)







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Ciroemilio is offline  
Vecchio 14-09-2011, 21.17.21   #168
ulysse
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

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Originalmente inviato da Ciroemilio
La Scienza senza la religione è zoppa e la Religione senza la scienza è cieca; questo è il senso a cui alludevo.

Mi scuso della intromissione e purtroppo devo fare per ora, solo un mordi e fuggi:
...ma vorrei sapere di dove escono queste affermazioni..con quale autorità e da quale sapere si estraggono per esporle al pubblico...in effetti mi paiono un poco gratuite: ora non so se la religione sia cieca per quanto... potrebbe avere una sua strada...senza incolpare la scinza.
Mi pare infatti che la scienza con la religione ci abbia poco a che fare: smplicemente ne prescinde.
Se qualcuno vuole fare confusione è solo affare suo...mi spiacerebbe facesse proseliti in questo senso.
Citazione:
Se immaginiamo e poi crediamo che i "valori", giungono dall'immanente, la materia diviene valore supremo, quindi si potrebbe anche confondere che l'avere "vale" più dell'essere.
Solo con il trascendentale, prende "valore" che il più debole, il più sfortunato,
il più perseguitato ingiustamente, riceva amore; ma siamo anche materia, ecco perchè se non si giunge all'equilibrio del corpo e dell'anima (Scienza e Fede) non c'è salvezza, pàrdon, non s'incontra la pace ,la serenità, l'allegria.
Ma bisognerebbe esplicare e dare a queste affermazioni un fondamento di razionalità, esperienza e sperimentazione...a meno che non ammettiamo che ognuno puo' dire ciò che vuole senza distinguere la fantasia da una struttura di pensiero. In reltà conosco molta gente serena e allegra senza alcun sospetto che tale allegria venga dal trascendente...o da una qualche caduta da cavallo nei pressi di Damasco.
Citazione:
Sono d'accordo, a volte mi dimentico e non per questo lo giustifico(facendomi trasportare), che non tutti sono caduti da cavallo mentre andavano a Damasco e quindi non potranno mai capire il dolore che ha provocato la caduta.
In effeti questo è verità sacrosanta: non sono mai stato a Damasco e non sono mai caduto da cavallo...mi astengo anzi dall'andare a cavallo: dovessi mai capitare a Damasco uno di questi giorni e sperimentare quanto fa male una tale caduta...Dio me ne scampi!
ulysse is offline  
Vecchio 15-09-2011, 14.02.04   #169
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Originalmente inviato da Ciroemilio
Esatto, tocca far sì che questi due mondi coincidano, quando questo riesce in una persona umana, avviene la certezza di ciò che non si aspetta e la convinzione di quello che non si vede, non è facile sicuramente, ma almeno già parlandone, riflettendoci sopra, può darsi che qualcuno ci provi; e poi le alternative di che uno dei due mondi sopravvalga, già hanno molto deluso e lasciato cicatrici. .....................
Quando la meditazione diventa una parte importante della propria vita, si riesce a realizzare in modo più efficace questa trasformazione (cambio) interiore.">--(Dalai Lama, in un convegno a Londra, dove commentava il Vangelo.)

Aggiungo anch'io una citazione del Dalai Lama dal suo libro "Incontro co Gesù":
" Questi passaggi del Vangelo mi ricordano anche le riflessioni di un altro
testo (Mahayana) intitolato (Guida allo stile di vita del Bodhisattva), in cui
(Santideva) afferma che è molto importante tenere un atteggiamento corretto
verso il proprio nemico. Se si riesce a coltivare una attitudine positiva, i nemici
diventano i migliori maestri spirituali perchè la loro presenza offre la
possibilità di accrescere e sviluppare la tolleranza, la pazienza e la
comprensione. Aumentando la propria tolleranza e la propria pazienza, sarà
più facile accrescere la propria capacità di compassione, e per suo tramite
l'altruismo."
http://www.rosacroceoggi.org/testi/i...i %20lama.pdf
Si può notare come da due tradizione molto diverse si può trovare molto in comune, avendo la capacità di andare incontro agli altri.
Tenzin Gyatso è un personaggio abbastanza eccezionale per carattere e saggezza. Ci può dare indicazioni su come le religioni (e le persone) possano incontrarsi e non scontrarsi.
Da considerare che anche questo è essere atei, visto che il buddhismo lo è in sostanza, ma sarebbe più corretto definirlo agnostico, visto che il dio dei monoteisti non viene creduto, ma nemmeno negato, solamente non viene considerato. E non per una "posizione di comodo", ma per millenaria tradizione di fede e ponderata filosofia e meditazione.
Sarebbe il caso di conoscere meglio quelle forme religiose e filosofiche che, non solo uniscono fede e ragione, non solo ritengono negative le organizzazioni religiose, ma anche quelle che credono in Dio ma non nella rivelazione (come il deismo) e quelle che intendono Dio come immanente al mondo naturale e con caratteristiche differenti o indeterminabili (religione naturale, panteismo, taoismo, ecc...).
Vedi ad esempio John Toland: http://it.wikipedia.org/wiki/John_Toland

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Vecchio 15-09-2011, 23.00.05   #170
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

Citazione:
Originalmente inviato da visechi
Non esiste Verità che dimostri d’essere inoppugnabile ed ineccepibile se dichiarata per mezzo di uno scritto o tramite la semplice esposizione verbale. Questo accade perché, oltre ad essere animali culturali, sociali e tant’altro ancora, siamo intimamente vocati all’ermeneutica, ed alle sue leggi inevitabilmente soggiacciano. Il mondo e la realtà, eccettuate quelle esperienze apodittiche che racchiudono in sé la propria verità e la propria ragione intrinseca d’essere se stesse, esigono e richiamano l’ermeneutica, e noi per poterci vivere immersi (nel mondo e nella realtà del mondo) siamo forzati ad interpretare entrambi.
L’ermeneutica, cioè l’interpretazione (che si esplica anche attraverso il processo sensoriale e in virtù delle indubbie nostre doti di captazione e computazione), non si esalta attraverso le certezze e non attinge e non deduce verità indefettibili, prediligendo ad esse il “verosimile”. A sua volta, il “verosimile” (simile al vero) si esprime in forza delle sue peculiari qualità “persuasive”. Da ciò deriva che, per ciascuno di noi, esseri ermeneutici che in questo lambiccante groviglio labirintico s’imbrodano, non assurge a veritiero quel che è vero in sé (verità a priori), ma quel che più al vero si avvicina e con esso coincide: ovverosia, la Verità delle cose, anche della trascendenza che flebilmente percepiamo, è tanto più vera quanto maggiormente assume le vesti e le sembianze della “verosimiglianza”. Dire “verosimile” è anche dire “similitudine” o “mimesi”.

Questa è una buona risposta.
Il pensiero è rappresentazione.
La realtà che noi siamo interpretazione dimostra come sia vero ciò che si può dimostrare, mentre ciò che non si può dimostrare siano opinioni.
E per "dimostrare" si intenda provare in modo definitivo, non il proporre un buon argomento.

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