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Vecchio 12-09-2005, 15.03.27   #141
sunday01
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 05-07-2005
Messaggi: 464
Citazione:
Messaggio originale inviato da Yam

Qui pero' c'e' quella lettura negativa della Vita.....
Cosi come quando viene indicato Satana......
Ogni cosa, qualsiasi evento della Vita e' una Sua manifestazione ed e' esattamente cio' di cui abbiamo bisogno in quel momento per avvicinarci a Lui.


Citazione:
Messaggio originale inviato da La_viandante
ciao sun, mi spieghi meglio il senso di "saggiarne la fede"?

un dio onnisciente non era gia' a conoscenza del fatto che Giobbe non avrebbe perso la fede? che bisogno c'e' di prove per un dio? qual e' il senso di accordare a satana il permesso di vessare Giobbe?

qual e' il senso teologico di saggiare la fede? non mi convince molto perche' se ipotizziamo un dio onnipotente, onnisciente che di per se e' gia' l'infinito, queste necessita' di vessare uomini proprio non ce le riesco a vedere
tu che dici? in quale ottica le dobbiamo guardare? dobbiamo pensare a un dio imperfetto che non sapeva? e quindi aveva bisogno di prove?


Chiedo scusa: citando il libro di Giobbe forse l’ho riassunto un po’ troppo generalizzando, qui vale la pena di ricopiare testualmente questi passi:

“Un giorno le creature celesti si presentarono davanti al Signore. In mezzo a loro c’era anche Satana. Il Signore gli chiese:
- Da dove vieni?
Satana rispose:
- Sono stato qua e là, in giro per la terra.
- Hai notato il mio servo Giobbe? – chiese ancora il Signore. Poi aggiunse:
- In tutta la terra non c’è nessuno onesto e giusto come lui. Egli rifiuta il male perché serve Dio.
Satana rispose:
- Gli conviene rispettarti, lo credo bene! Tu proteggi lui, la sua famiglia e tutto quel che fa, e così il suo bestiame cresce a vista d’occhio. Ma prova a toccare le sue proprietà e vedrai come bestemmierà anche lui.
Il Signore disse a Satana:
- D’accordo, fa quel che vuoi delle sue proprietà, ma non toccare la sua persona.
E Satana si allontanò.”
[…]
“Nonostante tutto, Giobbe non peccò, non se la prese con Dio.”
Cap. 1. 6-22


Al Cap. 2, la seconda prova:
Un giorno le creature celesti si presentarono davanti al Signore. In mezzo a loro c’era anche Satana. Il Signore gli chiese:
- Da dove vieni?
Satana rispose:
- Sono stato qua e là, in giro per la terra.
- Hai notato il mio servo Giobbe? – chiese ancora il Signore. Poi aggiunse:
- In tutta la terra non c’è nessuno onesto e giusto come lui. Egli rifiuta il male perché serve Dio. Tu mi hai spinto a metterlo alla prova senza motivo, eppure mi è rimasto fedele.
Satana rispose:
- Sì, ma la pelle è salva! L’uomo è pronto a dare tutto pur di salvare la pelle. Ma prova a toccarlo nella carne e nelle ossa e vedrai come bestemmierà anche lui.
Il Signore disse a Satana:
- D’accordo, fanne quello che vuoi, ma non ucciderlo.
Satana si allontanò dal Signora e colpì Giobbe dalla testa ai piedi con una terribile malattia. Era tutto una piaga, tanto che prese un coccio per grattarsi. Andò a vivere tra i rifiuti e la cenere; e sua moglie gli disse:
- Hai ancora fede? Perché non bestemmi e muori?
Giobbe le rispose:
- Tu parli da insensata. Noi abbiamo accettato da Dio le cose buone. Perché non dovremmo accettare le cose cattive?
Nonostante tutto, Giobbe non pronunciò alcuna imprecazione”.
Cap. 2. 1-16


Io non sono una studiosa di teologia, ma penso che questo libro sia stato scritto perché a quei tempi si pensava che il male fosse una punizione per delle colpe commesse.
La domanda di Giobbe: se Dio è buono, perchè l'innocente soffre?
trova la risposta non nei dialoghi con gli amici, ma dall'incontro diretto tra Giobbe e Dio.
Alla fine del libro Giobbe riacquista la salute e la ricchezza e vive felicemente ancora per moltissimi anni.

A voi i commenti.

Ciao



sunday01 is offline  
Vecchio 12-09-2005, 15.27.37   #142
Estragone
Utente bannato
 
Data registrazione: 03-06-2003
Messaggi: 58
Giobbe non ha mai ingiuriato il suo Dio; Giobbe non ha mai maledetto il suo Dio, eppure egli sapeva che il male da Lui proveniva, che solo Lui poteva esserne la fonte e l’origine; egli sapeva che si trattava di un male cagionatogli ingiustamente. Egli s’irritò ed irrigidì soltanto nei confronti degli amici, di chi adombrava dubbi circa la sua probità, per le accuse implicite ed esplicite provenutegli dagli altri uomini: chi soffre di tal male non può che avere colpe da espiare
([7]Ricordalo: quale innocente è mai perito
e quando mai furon distrutti gli uomini retti?
[8]Per quanto io ho visto, chi coltiva iniquità,
chi semina affanni, li raccoglie.).
In questo senso la sacertà del Libro di Giobbe produce una frattura, una scissione ignominiosa fra proprietà divina e quanto non si riconosce in tale signoria. Il Libro di Giobbe c’insegna che il male è gratuito, come gratuita è la vita e ciò che si porta appresso. Questo Libro Sacro imprime al dolore, alla sofferenza e al male un’impronta che è la negazione stessa della teologia del dolore vista come espiazione: Giobbe non aveva nulla da espiare. Ciò che lo colpì fu una prova, ma che non serviva a Dio, piuttosto a Giobbe e al Tentatore. Il dolore inferto alla sua Creatura, vedendo Giobbe come archetipo dell’umanità (io direi anche simulacro divino), è un’espansione ed un’affermazione della signoria e potenza divina, un estensione della sua Ombra, del suo calcagno. Giobbe, in tale ottica, è la sconfitta e la resa di Satana, ma anche la sconfitta dell’uomo al cospetto del domino e della dominanza di Dio… l’uomo si salva solo se asservito al Creatore, perché di questi è possesso, e Dio estende il suo signoreggio su tutto, e utilizzando tutti i mezzi che più gli aggradano senza curarsi del patimento altrui.
Solo servili adepti alla mensa del Signore, questo è ciò che impone e narra il Libro dei Libri, almeno la parte più sacra, la parte più distaccata dall’uomo, dal suo sentire, quella più antica: L’Antico Testamento. Il Dio che emerge dall’insieme dei Libri che compongono l’Antico Testamento è poi il terrifico che è nella vita, nel mistero, solo una sua diversa definizione. La chiave di volta del Libro di Giobbe e della sua teodicea è, come ben evidenzi tu, appunto nel dialogo che si svolge fra Giobbe e il suo Dio:

IV. I DISCORSI DI IAHVE
PRIMO DISCORSO
La sapienza creatrice confonde Giobbe
[1]Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine:

[2]Chi è costui che oscura il consiglio
con parole insipienti?
[3]Cingiti i fianchi come un prode,
io t'interrogherò e tu mi istruirai.
[4]Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra?
Dillo, se hai tanta intelligenza!
[5]Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai,
o chi ha teso su di essa la misura?
[6]Dove sono fissate le sue basi
o chi ha posto la sua pietra angolare,
[7]mentre gioivano in coro le stelle del mattino
e plaudivano tutti i figli di Dio?
[8]Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando erompeva uscendo dal seno materno,
[9]quando lo circondavo di nubi per veste
e per fasce di caligine folta?
[10]Poi gli ho fissato un limite
e gli ho messo chiavistello e porte
[11]e ho detto: «Fin qui giungerai e non oltre
e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde».
[12]Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all'aurora,
[13]perché essa afferri i lembi della terra
e ne scuota i malvagi?
[14]Si trasforma come creta da sigillo
e si colora come un vestito.
[15]E' sottratta ai malvagi la loro luce
ed è spezzato il braccio che si alza a colpire.
[16]Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell'abisso hai tu passeggiato?
[17]Ti sono state indicate le porte della morte
e hai visto le porte dell'ombra funerea?
[18]Hai tu considerato le distese della terra?
Dillo, se sai tutto questo!
[19]Per quale via si va dove abita la luce
e dove hanno dimora le tenebre
[20]perché tu le conduca al loro dominio
o almeno tu sappia avviarle verso la loro casa?
[21]Certo, tu lo sai, perché allora eri nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!
[22]Sei mai giunto ai serbatoi della neve,
hai mai visto i serbatoi della grandine,
[23]che io riserbo per il tempo della sciagura,
per il giorno della guerra e della battaglia?
[24]Per quali vie si espande la luce,
si diffonde il vento d'oriente sulla terra?
[25]Chi ha scavato canali agli acquazzoni
e una strada alla nube tonante,
[26]per far piovere sopra una terra senza uomini,
su un deserto dove non c'è nessuno,
[27]per dissetare regioni desolate e squallide
e far germogliare erbe nella steppa?
[28]Ha forse un padre la pioggia?
O chi mette al mondo le gocce della rugiada?
[29]Dal seno di chi è uscito il ghiaccio
e la brina del cielo chi l'ha generata?
[30]Come pietra le acque induriscono
e la faccia dell'abisso si raggela.
[31]Puoi tu annodare i legami delle Plèiadi
o sciogliere i vincoli di Orione?
[32]Fai tu spuntare a suo tempo la stella del mattino
o puoi guidare l'Orsa insieme con i suoi figli?
[33]Conosci tu le leggi del cielo
o ne applichi le norme sulla terra?
[34]Puoi tu alzare la voce fino alle nubi
e farti coprire da un rovescio di acqua?
[35]Scagli tu i fulmini e partono
dicendoti: «Eccoci!»?
[36]Chi ha elargito all'ibis la sapienza
o chi ha dato al gallo intelligenza?
[37]Chi può con sapienza calcolare le nubi
e chi riversa gli otri del cielo,
[38]quando si fonde la polvere in una massa
e le zolle si attaccano insieme?
[39]Vai tu a caccia di preda per la leonessa
e sazi la fame dei leoncini,
[40]quando sono accovacciati nelle tane
o stanno in agguato fra le macchie?
[41]Chi prepara al corvo il suo pasto,
quando i suoi nati gridano verso Dio
e vagano qua e là per mancanza di cibo?

E’ una distanza incolmabile ciò che separa l’uomo dal sacro, e Dio, nel dialogo con Giobbe, tende a riaffermare questa distanza:

chini, proni, gli uomini salvi…
piegati al dolore, flessi dal male,
osannano dolenti il proprio aguzzino,
lanciando nell’alto dei Cieli
le proprie parole frammiste al dolore.


Un saluto
Estragone is offline  
Vecchio 12-09-2005, 16.52.31   #143
Mirror
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Messaggio originale inviato da Estragone


E’ una distanza incolmabile ciò che separa l’uomo dal sacro, e Dio, nel dialogo con Giobbe, tende a riaffermare questa distanza:

Almeno per come la vedo io, non c'è nessuna distanza...l'unica distanza la crea il pensiero egoico che non capace di accettare totalmente Tutto CIO' che E',
compresi il cosiddetto "bene opposto al male", qui ed adesso, cioè DIO.
DIO é tutto...anche se dirlo è una sorta di tabù.
Quella è FEDE nella Totalità, che non separa...
perchè ha Compreso che Tutto è UNO.

La strada manichea delle credenze nelle "rivelazioni" creano dogmi, contrapposizioni e lotte che non hanno mai portato alla Consapevolezza dell'Unità dell'Esistenza.


Ultima modifica di Mirror : 12-09-2005 alle ore 16.55.19.
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Vecchio 12-09-2005, 18.18.37   #144
Mistico
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Eye In The Sky attraversò la penultima soglia e diventò Guardiano. Un solo passo ancora da compiere, quando il Tutto per sua configurazione lo imporrà... poi il Guardiano "Sarà" davvero Uno con quel che cercò nei suoi sogni immaginando di trovare tutt'altro.

Quanti altri Guardiani ci saranno mai, Eye? ...Per vana curiosità, ma sarebbe bello esperire adesso la conoscenza dell'attuale aspetto misero di cose invero tanto grandiose...
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Vecchio 12-09-2005, 18.39.21   #145
Mistico
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Messaggio originale inviato da sunday01
...Giobbe...
Ma chi è costui, Sunday?!?

Un uomo.

Quale natura di quell'uomo trovi degna di significato?

Strappa o brucia o getta via ogni storia umana famosa.

Nella piccola ed apparentemente insignificante memoria del più sconosciuto tra gli uomini è presente il senso intero di quel che conta per tutto quanto.

Non sviscerare il trito e ritrito. Cosa mai troveresti che non sia già stato smontato da mille e mille altri prima di noi?!?
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Vecchio 12-09-2005, 18.44.42   #146
atisha
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Messaggio originale inviato da Mistico

Quanti altri Guardiani ci saranno mai, Eye? ...Per vana curiosità, ma sarebbe bello esperire adesso la conoscenza dell'attuale aspetto misero di cose invero tanto grandiose...

hey..che ti è accaduto Mistico? il tuo cancello si è arrugginito?
o il Film è tornato in bianco e nero??
atisha is offline  
Vecchio 12-09-2005, 18.53.25   #147
La_viandante
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Messaggio originale inviato da sunday01
Chiedo scusa: citando il libro di Giobbe forse l’ho riassunto un po’ troppo generalizzando, qui vale la pena di ricopiare testualmente questi passi:

“Un giorno le creature celesti si presentarono davanti al Signore. In mezzo a loro c’era anche Satana. Il Signore gli chiese:
- Da dove vieni?
Satana rispose:
- Sono stato qua e là, in giro per la terra.
- Hai notato il mio servo Giobbe? – chiese ancora il Signore. Poi aggiunse:
- In tutta la terra non c’è nessuno onesto e giusto come lui. Egli rifiuta il male perché serve Dio.
Satana rispose:
- Gli conviene rispettarti, lo credo bene! Tu proteggi lui, la sua famiglia e tutto quel che fa, e così il suo bestiame cresce a vista d’occhio. Ma prova a toccare le sue proprietà e vedrai come bestemmierà anche lui.
Il Signore disse a Satana:
- D’accordo, fa quel che vuoi delle sue proprietà, ma non toccare la sua persona.
E Satana si allontanò.”
[…]
“Nonostante tutto, Giobbe non peccò, non se la prese con Dio.”
Cap. 1. 6-22


Al Cap. 2, la seconda prova:
Un giorno le creature celesti si presentarono davanti al Signore. In mezzo a loro c’era anche Satana. Il Signore gli chiese:
- Da dove vieni?
Satana rispose:
- Sono stato qua e là, in giro per la terra.
- Hai notato il mio servo Giobbe? – chiese ancora il Signore. Poi aggiunse:
- In tutta la terra non c’è nessuno onesto e giusto come lui. Egli rifiuta il male perché serve Dio. Tu mi hai spinto a metterlo alla prova senza motivo, eppure mi è rimasto fedele.
Satana rispose:
- Sì, ma la pelle è salva! L’uomo è pronto a dare tutto pur di salvare la pelle. Ma prova a toccarlo nella carne e nelle ossa e vedrai come bestemmierà anche lui.
Il Signore disse a Satana:
- D’accordo, fanne quello che vuoi, ma non ucciderlo.
Satana si allontanò dal Signora e colpì Giobbe dalla testa ai piedi con una terribile malattia. Era tutto una piaga, tanto che prese un coccio per grattarsi. Andò a vivere tra i rifiuti e la cenere; e sua moglie gli disse:
- Hai ancora fede? Perché non bestemmi e muori?
Giobbe le rispose:
- Tu parli da insensata. Noi abbiamo accettato da Dio le cose buone. Perché non dovremmo accettare le cose cattive?
Nonostante tutto, Giobbe non pronunciò alcuna imprecazione”.
Cap. 2. 1-16


Io non sono una studiosa di teologia, ma penso che questo libro sia stato scritto perché a quei tempi si pensava che il male fosse una punizione per delle colpe commesse.
La domanda di Giobbe: se Dio è buono, perchè l'innocente soffre?
trova la risposta non nei dialoghi con gli amici, ma dall'incontro diretto tra Giobbe e Dio.
Alla fine del libro Giobbe riacquista la salute e la ricchezza e vive felicemente ancora per moltissimi anni.

A voi i commenti.

Ciao




quindi tu vuoi dire che nell'accettazione di dio bisogna accettarne anche il male che lui ci manda?

(cioe' vi manda io sono sempre atea, e il male e' frutto del caso, non di una volonta' divina x me)

e la morale e' che alla fine ci si guadagna qualcosa?
quindi la sofferenza stessa, essendo gradita al Signore, eleva in misura in cui nonostante questa non si impreca contro chi la manda?

abnegazione e sottomissione al divino e autoglorificazione masochistica?

si, sono d'accordo
credo che il cattolicesimo sia essenzialmente questo, insieme ad altre perversioni teologiche
La_viandante is offline  
Vecchio 12-09-2005, 19.34.40   #148
Mistico
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Messaggio originale inviato da atisha
hey..che ti è accaduto Mistico? il tuo cancello si è arrugginito?
o il Film è tornato in bianco e nero??
Ave Atish!

I colori non servono.

Il bianco ed il nero bastano ad ogni significato.

Il solo bianco o il solo nero non hanno senso, mentre il contrasto complesso della loro coesistenza in ogni gradazione dà senso e significato ad ogni forma ed ad ogni cosa.

Il cielo dietro il mio cancello ha il colore che ciascuno può dargli nella propria interpretazione, ma, in verità, esso cambia con la notte ed il giorno e nulla, come quel cielo, resta sempre univocamente definibile.

Ai miei occhi tutto ha tutti i colori che posso immaginare.

Ben ritrovata!
Mistico is offline  
Vecchio 12-09-2005, 20.00.49   #149
Mirror
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Le colpe dell'io...ed il relativo senso...del peccato

Un uomo aveva perso il cappello.
Decise di andare a rubarne uno all'ingresso di una chiesa del circondario.
Quando entrò il prete stava tenendo una predica sui dieci comandamenti, che l’uomo ascoltò fino alla fine.

Quando la funzione terminò, l’uomo si avvicinò al prete e gli disse: "La ringrazio, reverendo. Lei mi ha salvato dal commettere un ennesimo crimine.
Ero venuto qui, lo confesso, con il peccato nel cuore ... volevo rubare un cappello ...".

"Benissimo,figliolo!", disse il prete: "Ma dimmi, cosa in quello che ti ho detto ti ha fatto cambiare idea?".

"Vede", spiegò l’uomo, "quando é arrivato al comandamento che dice: "Non rubare la donna d’altri" mi sono subito ricordato dove avevo lasciato il cappello"!

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P.S. Tanto per alleggerirci un pò dai sensi di colpa...che ci hanno inculcato...facendoci avere un sgradevole e timoroso senso del Divino...
Senza il senso dell'umorismo la spiritualità è una faccenda triste e cupa...fondamentalmente brutta.
Cosa che invece non E'.

Dio è anche risata!!! Nella libertà e responsabilità.


Ultima modifica di Mirror : 12-09-2005 alle ore 20.12.36.
Mirror is offline  
Vecchio 12-09-2005, 21.47.54   #150
Mistico
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Messaggio originale inviato da Mirror
...mi sono subito ricordato dove avevo lasciato il cappello"!
AHAHAH! Ottima!

L'ho subito rivenduta con ottimo risultato!

C'è una morale nella storia: "Peccato è compiere a proprio vantaggio un danno ad altri che non è davvero necessario".

Il ladro era un illuminato!

Suppongo che anche la faccenda della "donna d'altri" non fu poi un vero peccato: un morigerato del genere di quel ladro avrà certamente saputo minimizzare il danno con minime conseguenze...
Mistico is offline  

 



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