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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 13-09-2005, 16.59.11   #161
sunday01
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Messaggio originale inviato da Estragone

Il Cristianesimo frantuma la ciclicità della Natura rendendola lineare e inserendovi in essa la sensazione e la percezione del peccato, di cui il dolore (il male) è la sua giustificazione, il suo contrappasso.

In tutto l’Antico Testamento Dio appare lontano, il dolore e i disastri naturali erano viste come punizioni di Dio per le colpe degli uomini, nel libro di Giobbe lui si proclama innocente e, come dici tu, rifiuta l’ascetismo, ma rimane fedele a Dio e nel suo dialogo con lui riconosce che prima lo conosceva per sentito dire, mentre adesso lo conosce per quello che è: il Dio che parla dal turbine e che gli dice che ne sai tu di me???
Dio che "decide" il bene e il male...
Ma con l’avvento di Gesù Cristo, nel Nuovo Testamento, è Dio stesso che si fa uomo e che proclama: “Chi vede me, vede il Padre”. Un Dio improvvisamente vicino, che viene a svelare il senso delle scritture e che dice: “Ti siano rimessi i tuoi peccati”. Un Dio che parla di amore, di perdono, che viene a stravolgere la legge dell’occhio per occhio dente per dente e tutta la mentalità precedente.
Tu dici che il cristianesimo ha inventato il peccato, io direi che ha svelato il suo significato, il peccato è come una malattia dell’uomo che lo rende cieco e sordo e paralitico…
I miracoli di Gesù sanavano queste infermità ma soprattutto quelle del cuore…
Ma si vede che l’uomo preferisce un Dio lontano, un Dio assente, un Dio giudice, invece di un Dio che cammina insieme a te… e che ti dice “Seguimi”, oppure “Alzati e cammina”.
Si vede che l’uomo si è affezionato, in fondo, al dolore, per poter dire: sono una povera vittima, Dio dà Dio prende, che sia ringraziato per il bene e maledetto per il male.
Ma l’uomo così continua a essere passivo, ed è anche una situazione di comodo.
Nel cristianesimo non vi è l’attesa che tutto si compia, il dolore e la sofferenza non sono inseriti in una promessa di redenzione, questi fatti sono già avvenuti in Gesù.
La teologia del peccato è vista come negativa perché nessuno vuole essere toccato nel vivo e in fondo il mondo va bene così com’è, ma se andava bene così, perché Dio stesso sarebbe venuto nel mondo?
Il vero problema del cristianesimo è che molti lo criticano dicendo bello il messaggio di Gesù
ma non è credibile, la Chiesa impone dogmi che non si possono accettare, i preti (non tutti) predicano bene ma razzolano male, ci sono troppe divisioni… e via dicendo, e il male purtroppo prospera nel mondo… e con chi prendersela? Con Dio, naturalmente.
Oppure rifugiarsi nell’ateismo, che comunque mette sempre al centro l’uomo, escludendo Dio.
Si continua a uccidere Dio e crocifiggere Cristo, ad avere fede solo in se stessi, a mettere l’IO al posto di DIO.
Questo è l’errore del mondo, fonte di tutti gli altri errori, da cui il peccato e il dolore.
Un saluto.


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Vecchio 13-09-2005, 18.22.23   #162
sunday01
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Messaggio originale inviato da Mistico
Te ne do UNO di nome: "Tutti" ...ma molti non le sanno esprimere, altri non le sanno estrarre dal proprio profondo, altri non vogliono mostrare di sapere e molti rifiutano quel che sanno...

Perchè mai, credi, da sempre si continua a discutere delle stesse cose? La risposta è chiara:

"C'è sempre qualcuno che colpevolizza un altro che mostra di sapere" e chi non ha la forza ed il coraggio di sostenere, malgrado gli scontenti, quel che sa, recede, si nasconde e lascia gli altri nelle proprie falsità di comodo.

L'ignoranza dello spirito, Sunday, è una questione di comodo. Chiunque perseveri nel rifiuto dell'evidenza lo fa per una ragione razionale, non necessariamente perchè é stupido o cieco.

Dio è "potere", chi conosce Dio è potente... Nessuno ama i potenti ed ognuno vuole il potere. Risultato: "UNA GRAN BOLGIA senza via d'uscita". Ma se si cerca Dio in sè stessi, allora si scopre che il nostro "sè stesso" è solo una parte del vero " SE' " e che ogni cosa dentro e fuori di noi è la risposta.

P.S.
Per non essere vago, lasciamo stare il "Tutti". Il mio è già uno dei nomi che mi chiedi per esempio... 'IO, ...ho tutte le risposte che contano, ma tu non ne accoglieresti nessuna da me, perchè ho affermato di sapere!

Voi H2S amate illudervi di poter imparare da chi sembra saperne meno ancora di voi stessi. Vi conosco... Fate un gran parlare di nomi famosi che affermano "verità" tra loro contrastanti... e poi restate certi di niente...

Ogni volta che credete di aver estratto una "verità" dal mucchio delle possibilità, avete semplicemente scartato il resto del vero ed avete nella testa una bella illusione e niente di più.

E' vero TUTTO. Non confondete il vero con quel che è possibile che ad un certo punto possiate constatare! E' la vostra realtà che è limitata, non il Resto.

Dire è vero TUTTO è come dire non è vero niente.
Il mondo intorno a te è vero, o è solo una realtà tra le tante possibili?

Se tu hai tutte le risposte, in base alla risposta su cui ti basi quella è la tua vita.
Dov'è il tuo cuore, là è il tuo dio o il tuo io.

Ciao

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Vecchio 13-09-2005, 19.05.23   #163
Mistico
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Messaggio originale inviato da sunday01
Dire è vero TUTTO è come dire non è vero niente.
Il mondo intorno a te è vero, o è solo una realtà tra le tante possibili?

Se tu hai tutte le risposte, in base alla risposta su cui ti basi quella è la tua vita.
Dov'è il tuo cuore, là è il tuo dio o il tuo io.

Ciao

Il mondo intorno a te è vero per la tua natura animale: Sei legato al flusso del tempo secondo l'architettura di Dio, ma, la tua singolarità, cioè il "singolo" che tu sei nel mondo materiale nel tuo tempo, è Parte costituente di un fato imprescindibile secondo il quale il valore delle singolarità è zero. Contano, invece, i gruppi ed il gruppo massimo è il Tutto che tende sempre a fare spazio per "l'Ulteriore" (la parte di Dio posta nel tuo futuro ma già presente lungo l'infinità del tempo intero).

Tutto è vero, ma quel che riguarda la natura animale umana è vero solo quel che è disposto lungo la "fibra" di tempo lungo la quale è incanalata l'esistenza animale del materiale umano di nome "Pippo". C'è, perciò, una sola realtà possibile per quella esistenza di quel "Pippo".

Dove poi sia il cuore di Pippo ci sarà la sua religione ed il relativo ipotizzato "DIO"... ma quello Vero prescinde dalle idee di Pippo e lo include nella propria divinità. Consapevole od inconsapevole che Pippo sia, egli avrà il suo ruolo divino nell'esistenza di Dio compiendo a nome di Pippo e per conto di Dio ogni azione e creazione ed interferenza con il Resto che gli compete per suo preciso Scopo di esistenza che è preparare la venuta in esistenza dell'Ulteriore che da Pippo deriva...

Ohbeh!...

Se vedi quel che mostro dimmelo, altrimenti penso proprio che basti così…

...Solo un'altra piccola nota:
La tua seconda natura, quella divina, non ha inizio di nascita o fine dovuta a morte. Quella esistenza è lì nel tempo come stampata sulla pagina di un infinito libro. Il "libro" è Dio e quel che tu sei può essere "riletto" a piacere infinite volte senza morire, mai! Il senso della tua esistenza è percepito da te attraverso la tua natura animale e lungo il percorso del tuo presente che ti mostra la tua "verità" ...relativa donandoti coscenza di te stesso su di un piano assolutamente MECCANICO.


Ultima modifica di Mistico : 13-09-2005 alle ore 19.09.31.
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Vecchio 13-09-2005, 19.08.09   #164
SonoGiorgio
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Mistico mi ricordi Seneca.
Giorgio
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Vecchio 13-09-2005, 19.10.52   #165
Mistico
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eheheh...

si... mi pare che una volta mi chiamavano così... infatti!



E' dopo, che sono impazzito.
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Vecchio 14-09-2005, 08.57.45   #166
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Messaggio originale inviato da Mistico

Tutto è vero, ma quel che riguarda la natura animale umana è vero solo quel che è disposto lungo la "fibra" di tempo lungo la quale è incanalata l'esistenza animale del materiale umano di nome "Pippo". C'è, perciò, una sola realtà possibile per quella esistenza di quel "Pippo".

Dove poi sia il cuore di Pippo ci sarà la sua religione ed il relativo ipotizzato "DIO"... ma quello Vero prescinde dalle idee di Pippo e lo include nella propria divinità. Consapevole od inconsapevole che Pippo sia, egli avrà il suo ruolo divino nell'esistenza di Dio compiendo a nome di Pippo e per conto di Dio ogni azione e creazione ed interferenza con il Resto che gli compete per suo preciso Scopo di esistenza che è preparare la venuta in esistenza dell'Ulteriore che da Pippo deriva...
[...]
La tua seconda natura, quella divina, non ha inizio di nascita o fine dovuta a morte. Quella esistenza è lì nel tempo come stampata sulla pagina di un infinito libro. Il "libro" è Dio e quel che tu sei può essere "riletto" a piacere infinite volte senza morire, mai! Il senso della tua esistenza è percepito da te attraverso la tua natura animale e lungo il percorso del tuo presente che ti mostra la tua "verità" ...relativa donandoti coscenza di te stesso su di un piano assolutamente MECCANICO.

D’accordo. Ma vorrei farti una domanda:
Secondo te quel che pensa e decide Pippo è una sua illusione di pensare e decidere, perché tutto è gia stato scritto dal fato imprescindibile, per cui Pippo è inconsapevole del suo ruolo divino nell’esistenza, e compie nel nome di Pippo e per conto di Dio ogni azione che gli compete, cioè preparare l’Ulteriore che da Pippo deriva…
Cioè Pippo è solo uno strumento del Divino?
Che qualsiasi cosa faccia o pensi, nella sua più completa autonomia, doveva essere così e non altrimenti perché quello è il suo destino?
Io penso invece che ogni Pippo può preparare con i suoi pensieri e le sue decisioni un Ulteriore
diverso…
Solo Dio è dentro il tempo e fuori del tempo e in ogni tempo e in ogni Pippo di ogni tempo:
ma Pippo è libero in ogni momento di modificare il suo destino: se così non fosse non avrebbe senso parlare di libertà e di libero arbitrio, di bene e di male…
Dio essendo in ogni tempo è anche nel nostro futuro, ma è un futuro che dipende da noi, la nostra esistenza sembra già stata scritta ma la scriviamo ogni istante della nostra vita, quello che conta è il presente, Dio è un eterno presente che comprende tutti i tempi.
Ciao



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Vecchio 14-09-2005, 09.32.24   #167
sunday01
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Messaggio originale inviato da Mirror

Io voglio dire, invece, che nell’accettazione di Dio bisogna accettarne anche il "male" che Lui E',
si tratta di accettare (FEDE), si tratta di capire (Conoscenza dell'ESSERE=IO SONO), il che è diverso…

Volevo dire che nell’accettare Dio si dovrebbe capire dov’è l’origine del male che identifichiamo proveniente da Lui…

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Messaggio originale inviato da Mirror

Si dovrebbe fare un salto di qualità...VERO!
L’errore è che noi siamo troppo concentrati sul nostro piccolo Io illusorio, sulla nostra mentalità di dare ed avere, bene e male… e riferiamo tutto a noi: bisognerebbe spostare il punto di riferimento.
Il Punto di riferimento è l'impersonalità, l'osservatore Testimone
del flusso della Coscienza nel quale si crea e si distrugge il mondo delle apparenze.

Il flusso della Coscienza ti dice che noi siamo uno (anima e corpo – spirito e materia)
e se queste due parti sono divise l’Uno sarà sempre in contrasto con se stesso.

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Messaggio originale inviato da Mirror

La visione dualistica della mente separata fa acqua da tutte le parti, impregnata di assurde contraddizioni, di dogmi...e si è "impantanata" cominciando con l'inventarsi un "creatore", dando luogo poi alla percezione relativa dello spazio-tempo...creando la storia di infiniti piccoli ego identificati con i loro corpi, con le loro fittizie personalità in conflitto più o meno apparente fra di loro.


Così la mente divisa si sarebbe inventata un “creatore” per giustificare la presenza del bene e del male in se stessa…

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Messaggio originale inviato da Mirror

Facendo ciò si è impedita e si impedisce il ritorno al "Paradiso in terra" e nella interiorità dell'Essere di ognuno, restando così confinata nella speranza costruita su una credenza e non su una Fiducia che il Paradiso è già qui ed adesso nella "nostra" Coscienza Essenziale.

Il “Paradiso in terra” sarebbe il ritornare Uno, non più divisi tra bene e male o tra anima e corpo…
Cioè ritrovare l’equilibrio perduto con il proprio creatore…
La penso come te!

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Vecchio 14-09-2005, 09.39.00   #168
Yam
Sii cio' che Sei....
 
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Messaggio originale inviato da sunday01



Così la mente divisa si sarebbe inventata un “creatore” per giustificare la presenza del bene e del male in se stessa…






Credo che Mirror intendesse dire un creatore "esterno", "separato"....immaginato e dotato di qualita' immaginifiche.

Il creatore in realta' e' l'assoluto, ma e' privo di attributi nel senso che non se ne puo' parlare ne' in positivo ne' in negativo, semplicemente E'.
Yam is offline  
Vecchio 14-09-2005, 10.00.35   #169
Mirror
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Messaggio originale inviato da sunday01
...ma Pippo è libero in ogni momento di modificare il suo destino: se così non fosse non avrebbe senso parlare di libertà e di libero arbitrio, di bene e di male…


Ciao Sunday01...

Infatti per me non ha senso...se ci fosse il libero arbitrio
saremmo in due...ma così non è.
E' soltanto una illusione credersi separati.

"Realizzando" la non separazione dal Tutto la Fede sorge totale...aldilà del bene e del male...che esistono relativamente, solo nel mondo che l'ego separato proietta sullo schermo della sua angusta coscienza identificata con l'agente che ritiene "personale".

P.S. Se vuoi capirmi meglio, se ti va, rileggi cosa ho scritto nelle pag. 8 e 9.

Mirror is offline  
Vecchio 14-09-2005, 11.01.15   #170
Estragone
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Messaggio originale inviato da sunday01
In tutto l’Antico Testamento Dio appare lontano, il dolore e i disastri naturali erano viste come punizioni di Dio per le colpe degli uomini, nel libro di Giobbe lui si proclama innocente e, come dici tu, rifiuta l’ascetismo, ma rimane fedele a Dio e nel suo dialogo con lui riconosce che prima lo conosceva per sentito dire, mentre adesso lo conosce per quello che è: il Dio che parla dal turbine e che gli dice che ne sai tu di me???
Dio che "decide" il bene e il male...
Ma con l’avvento di Gesù Cristo, [...]

La tradizione neotestamentaria ci trasmette questa figura di uomo divino che innova la scrittura, che la rimodula. Gesù Cristo è in sé, col suo magistero, con la sua novella, un rivoluzionario che sovverte l’antico patto fra uomini (ebrei) e divinità. Mentre l’AT può essere inquadrato in un ambito devozionale più primitivo, in cui il sacro era nettamente separato e distinto da quello terreno, e dove erano ben visibili ed esperibili le sue terrifiche forze occulte che agivano nella più assoluta arbitrarietà, e dove l’intero cosmo era rappresentata da tre spazi o aree ben delimitate (mondo di sopra - divino, mondo di sotto - umano e mondo di mezzo – angelico), ben poco di diverso rispetto al cosmo dei miti classici, dove il divino era rappresentato dagli dei, e il mondo di mezzo dagli eroi e dai demoni; il nuovo testamento sovverte anche l’architettura e la centralità cosmologica, ponendo al centro dell’universo non più il creatore, ma la sua creatura. In effetti la cristianizzazione dell’AT operata in conseguenza dell’avvento del Cristo rappresenta in un certo senso una desacralizzazione, un’antropoformizzazione del sacro.
I vangeli ci rassegnano non più un Dio lontano, distaccato, assente, viceversa molto partecipe della vita dell’uomo, che parla e straparla (sintomatici i mirabolanti messaggi dei neo profeti sparsi per il mondo). Dà origine al tempo storico, inserendoci in esso la promessa escatologica della salvazione come remunerazione delle proprie azioni, privando Dio di parte della propria arbitrarietà ed attribuendo all’uomo il compito di dar senso, con le proprie opere e il proprio agire, allo scorrere del tempo, non più ciclico, ma inquadrato entro uno scenario finalistico (teleologia), che racchiude in sé il divenire (non più il ritorno), cioè la storia.
Questa impostazione, assolutamente innovativa nello scenario complessivo delle credenze allora presenti in quel mondo in cui andava ad incunearsi, ha anche svanito il senso del sacro, della sacralità, ricreando Dio ad immagine e somiglianza dell’uomo, svuotandolo così della propria incommensurabilità. Ha dato così anche vita alla teologia del dolore, elevandolo a strumento d’espiazione in cambio di una remunerazione futura che si conseguirà alla fine dei tempi. Dono proveniente da Dio. Oppure, in una concezione più sottile, come mezzo di elevazione ed ascesa spirituale che avvicina a Dio. Il Cristianesimo ha sublimato, mistificandolo, il significato stesso del dolore, privando la vita di una sua componente essenziale: il terrifico; sublimando la morte, con la promessa di una restaurazione dei corpi, ha spezzato quel cerchio magico che informava la mitologia classica tutta imperniata sulla ciclicità e il ripetersi costante delle manifestazioni della Natura.

Condivido quel che affermi: troppi si rifanno alle parole di Gesù per utilizzarle a proprio uso e consumo. Con esse costruiscono improbabili teologie il cui fine ultimo è quello di depurare l’intero suo messaggio da quelle parti che non collimano con i propri auspici e desiderata. Siamo degli eterni creatori d’immagini sacre che esponiamo nel nostro personale supermercato della spiritualità, con il malcelato desiderio di vedere le teche d’esposizione attorniate da visitatori estasiati, pronti all’acquisto. Della parola di Gesù usiamo ed abusiamo, attingendo a piene mani, ma solo di quelle parti che ci creano maggior sicurezza. Allora sì che le esponiamo nude e crude come la tradizione le ha tramandate; le altre, quelle meno graziose o aggraziate, che collidono con i nostri sentimenti, con il nostro ‘SENTIRE’ e la nostra ‘CONSAPEVOLEZZA COSMICA’, le interpretiamo, rimodulandone il suono, piegando il senso ai nostri sensi, affinché il loro eco, innovato dal nostro ‘SAPERE OCCULTO’, non gratti la polvere depositatasi sulla superficie che avvolge il nostro intimo… siamo insulsi costruttori di psichedelie, di allucinazioni, ma guai a farcelo notare.

Un saluto


Estragone is offline  

 



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