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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 11-09-2015, 23.46.09   #131
memento
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Citazione:
Originalmente inviato da sgiombo
Una coscienza non può essere dimostrata, ma (qualora accada) può essere mostrata, ovvero si mostra, é evidenza fenomenica, il suo essere consiste nell' apparire o "mostrarsi" (per definizione, per quel che conìmunemente si intede per "coscienza").
La coscienza non é un pensiero (anche se può essere pensata, essere oggetto di un pensiero), ma un pensiero (compreso il pensiero della coscienza) é (un insieme di dati o "contenuti di") coscienza.
La coscienza può essere pensata? In tal caso sarebbe determinabile e,come dice la frase nella tua firma,negabile. Ma si può arrivare a pensare di non pensare (il non-Io)? L'evidenza di cui mi parli non è traducibile in forma di pensiero,ma è sensazione indefinibile. Sul fatto che il pensiero sia coscienza,seppur per un attimo,sono d'accordo.

Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
Ma qua va rifatto il ragionamento che ho fatto in un altro argomento.
L'onda è "materia". La materia è qualcosa che può essere misurato e che ha precisi valori. Un oggetto materiale non può avere due valori contemporaneamente. Non può, ad esempio, stare in Italia e in Marocco. O sta in Marocco o sta qua.
L'onda è un modello astratto,come la materia. Se la materia può essere misurata (e mai con valori precisi come tu dici,l'incertezza in una misurazione è sempre presente) è perché è fondamentalmente basata su modelli matematici/geometrici,sempre dati da una coscienza umana.
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Vecchio 12-09-2015, 00.47.58   #132
Sariputra
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
Non condivido (se ho capito bene) e mi pare di averlo gia detto.
Tutto l'insieme di cose che chiami "soggetti" (che secondo te formano poi il soggetto...che come dici non è esistente come soggetto ma come insieme) io li ho chiamati "contenuti". Il contenete è invece il soggetto che chiamo IO.
Il contenete (l'avevo chiamato anche contenitore, giusto per dargli un nome) sarebbe il trasformatore di informazioni (nella mia personalissima idea). Un'onda acustica che attraversa il trasformatore (cervello/mente ecc.), muta (o possiamo anche dire aggiunge) il suono all'informazione precedente che non conteneva il suono. Tu potresti dire che l'Io senza il suono non sarebbe IO. Ma io direi pure il contrario, l'onda senza l'IO non includerebbe il suono. Quindi il suono, che è la sensazione del suono, è L'IO. Anzi senza IO (o come lo vogliamo chiamare: trasformatore, contenitore, coscienza o come si vuole) non esisterebbe nemmeno il concetto di onda.

Ma qua va rifatto il ragionamento che ho fatto in un altro argomento.
L'onda è "materia". La materia è qualcosa che può essere misurato e che ha precisi valori. Un oggetto materiale non può avere due valori contemporaneamente. Non può, ad esempio, stare in Italia e in Marocco. O sta in Marocco o sta qua.
Il suono invece cos'è? E' un oggetto materiale? Abbiamo detto che il suono dipende sicuramente dall'onda materiale, ma senza un decodificatore di suono (cioè l'Io) non sarebbe un suono, ma solo un'onda con precisi valori materiali.
Qui c'è inghippo della esistenza del suono o della sua non esistenza.
Un oggetto materiale per poter esistere deve avere precisi valori. Ma il suono che valori ha? E qui è chiaro che in qualsiasi modo tu voglia chiamarli questi dipendono dall'IO (coscienza, contenitore ecc. ecc.). Non possiamo dire che non esiste l'IO se poi ammettiamo che ci sono i suoni. Qualche passaggio ce lo siamo perso.
L'io quindi aggiunge (o trasforma) infomazioni base in coscienza. Aggiunge una cosa in più, qualcosa che non si vede in terza persona ma solo in prima.
Mi sembra di aver anche detto che le sensazioni giungono dai recettori, che sono i sensi. La coscienza certamente si sviluppa attraverso i sensi. Ma la coscienza non sono i sensi. Quelli sono strumenti per arricchire la coscienza; non sono la coscienza stessa.


Ora però stabilire per davvero cos'è la coscienza non è cosa semplice, visto che non lo sa nessuno. Non credo sia un oggetto materiale, nel senso che non è un neurone, o una scarica elettrica. Potremmo anche chiamarlo programma (oppure software). Quindi qualcosa di volatile che gira nella macchina. I computer usano gli algoritmi. La coscienza potrebbe essere anche un sofware, ma un sofware che usa strani algoritmi... al momento infatti non esiste alcun algoritmo della coscienza benche sia questa l'idea che ne hanno.
Un robot programmato per reagire ad un'onda acustica non vuol dire che quel robot stia ascoltando i suoni. Lui reagisce alle vibrazioni, e in modo del tutto meccanico (e programmabile) si mette in moto e reagisce. Anche i sordo muti reagiscono alle vibrazioni, ma c'è un'aggiunta in più, loro sono coscienti delle vibrazioni. Non possono ascoltare i suoni, ma usano gli altri sensi per avere una loro rappresentazione del suono, attraverso appunto altri sensi. Un robot, quindi, in modo più preciso rispetto a prima, non avverte nemmeno le vibrazioni (quindi tanto meno sente suoni), ma reagisce all'onda acustica, perche l'onda acustica ha dei precisi valori misurabili dal un robot programmato.

Ripeto ancora una volta. La coscienza non è un insieme di codici. Ma la possibilità di averne una rappresentazione e che per questo identifica e qualifica il soggetto (IO) pensante.


Ma non sostengo affatto che l'io convenzionale non esista. Ed è esatto anche per me quello che dici sull'onda sonora e il necessario "contenitore" che la percepisce. Quello che nego è l'Io-essere in sè, cioè dotato di esistenza autonoma, autosufficiente, entità metafisica, anima o come si vuol chiamare. Questo Io , per percepire l'onda sonora di cui parli, deve necessariamente passare attraverso il suo Non-Io (o non-essere che è lo stesso) per poter "assumere in sé l'onda sonora.
Se affermiamo dogmaticamente che l'Essere è eternamente sè stesso come può essere Altro ? (in questo caso onda sonora). E in più deve dipendere dall'onda sonora per avere coscienza di un'onda sonora e di percepirla.
In più c'è il problema di intendersi su cosa significa per ognuno di noi la parola o il concetto "io". Alcuni lo identificano con la coscienza pura, altri con il pensiero, altri con la somma di ricordi ed esperienze personali e di razza accumulate negli anni, altri come un'insieme di tutto questo o di parti di questo. Mi sembra un concetto così aleatorio ed evanescente, come una bolla di sapone, che alla fine sorgono inutili dispute su di esso. Anche perchè ogni cosa di queste citate, compresa la coscienza, sorge sempre in dipendenza da altre e quindi la vedo dura identificarla come entità immutabile, essere in sè, anima dell'uomo o del mondo,ecc.
La coscienza è sempre "coscienza di...". Che significa coscienza in sè ? Coscienza auto-riflettente ? Anche per riflettere su sé stesso deve porsi come osservatore di sé stesso, ossia "uscire da sé", e per uscire da sé stessa deve passare attraverso il suo Non-essere coscienza.
E questo, ripeto ancora una volta, non significa affatto che non c'è la coscienza , ma semplicemente che anch'essa è Vuota ( di esistenza intrinseca) perché è soggetta al sorgere-dipendente ( in questo caso specifico, dall'onda sonora).
Alla fine giustamente l'onda sonora diviene parte della coscienza attraverso il ricordo e l'elaborazione del pensiero così che la coscienza è in grado di ripeterla senza necessariamente percepirla (come nel sogno).
Magari stiamo dicendo la stessa cosa solo che non riusciamo ad intenderci sui termini...
Perché anche il linguaggio purtroppo è dipendente da...
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Vecchio 12-09-2015, 02.24.44   #133
Duc in altum!
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

** scritto da sgiombo:

Citazione:
Allora sostieni -mi par di capire- che la coscienza (che peraltro non trovo affatto sia sempre sveglia, senza deficienze o limiti, sempre coerentemente giusta, sempre eterna; o sono attributi della tua fede?) é l' immagine di Dio e non come avevi precedentemente affermato che é Dio.

Se fosse Dio completo come potremmo contenerlo? ...è, sempre secondo me, la consapevolezza di Dio in noi, perfezionata o distorta dal rapporto di fiducia che uno stabilisce con essa, dimostrabile dal fatto che c'è sempre un dialogo con essa (con la coscienza), ma per dialogare bisogna essere in due ...oppure essere matti!


Citazione:
Ma la coscienza si constata, Dio non si constata e andrebbe dimostrato...

Ma l'equivoco è che tu constati Dio, solo che preferisci chiamarlo "coscienza" ...per fede!!


Citazione:
Le convenzioni linguistiche in generale, e il vocabolario della lingua italiana in particolare.


Dal dizionario Hoepli.it: 6 PSICOL Modo individuale di conoscere e percepire le esperienze e i processi psichici.

...individuale, come volevasi dimostrare!...


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Vecchio 12-09-2015, 09.00.17   #134
CVC
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

Citazione:
Originalmente inviato da sgiombo
Per parte mia non sostengo che che le sensazioni racchiudono in sé ogni cosa, ma invece che sono l' unica cosa di cui possa aversi certezza.
E di esse fanno parte anche le sensazioni interiori o mentali dei ragionamenti, dei giudizi o predicati (anche circa altre sensazioni), delle deliberazioni, scelte, volontà, ecc..
Ma io sono anche certo che due più due fa quattro, che se mi butto sotto un treno muoio, che l'acqua a cento gradi bolle, che se devo comprare qualcosa devo avere i soldi, che le persone devono comportarsi in modo civile, eccetera. Queste non le definisco sensazioni ma giudizi. Se la nostra capacità di giudicare ha come sola cosa certa quella di essere una sensazione, ben poco valore possiamo attribuire alla giustizia e al vivere secondo giustizia. Ciò che non esce dalla sfera della sensazione è ancorato alla soggettività e porta ad avere una visione della giustizia individualista e utilitarista. Sono le conclusioni cui giunse Epicuro riguardo alla giustizia. Io credo che dobbiamo avere certezza della nostra facoltà razionale perché è ciò che maggiormente ci accomuna, che ci fa progredire verso la civiltà. Personalmente non ho nostalgia delle freudiane reminiscenze di tempi remoti dove l'uomo avrebbe vissuto felicemente potendo dare libero sfogo ai propri impulsi animaleschi o del famigerato "buon selvaggio" di Rousseau, come neanche tu certamente ne avrai. E ciò che ci fa progredire verso la civiltà è la ragione, ossia la morale fondata sulla ragione e non sul sentimento. Io mi sentirei ipocrita nel dire di amare tutti gli uomini, ma ben accetto l'idea di un mondo-organismo dove gli esseri razionali esistono gli uni per gli altri. Non amo un malvagio in quanto tale, ma in quanto facente parte dell'intero organismo dell'umanità. Così come non odio le cellule morte o le secrezioni schifose del mio corpo se le considero parte del mio organismo, le odio se considerate individualmente. Spesso prendiamo decisioni e assumiamo stili di vita soli in base a sensazioni, ma credo non sia questo il modo giusto, credo ci sia altro. Una facoltà razionale che permea ogni parte dell'universo e ci fa sentire come facenti parte di un unico organismo cosmico. Dove qui, come in ogni organismo, viene assimilato ciò che è utile all'organismo stesso ed eliminato ciò che è dannoso. Ipotesi indimostrabile ovviamente, come del resto tutte le tesi riguardanti le grandi questioni filosofiche.
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Vecchio 12-09-2015, 09.52.33   #135
sgiombo
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

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Originalmente inviato da Il_Dubbio
Ora però stabilire per davvero cos'è la coscienza non è cosa semplice, visto che non lo sa nessuno. Non credo sia un oggetto materiale, nel senso che non è un neurone, o una scarica elettrica. Potremmo anche chiamarlo programma (oppure software). Quindi qualcosa di volatile che gira nella macchina. I computer usano gli algoritmi. La coscienza potrebbe essere anche un sofware, ma un sofware che usa strani algoritmi... al momento infatti non esiste alcun algoritmo della coscienza benche sia questa l'idea che ne hanno.
Un robot programmato per reagire ad un'onda acustica non vuol dire che quel robot stia ascoltando i suoni. Lui reagisce alle vibrazioni, e in modo del tutto meccanico (e programmabile) si mette in moto e reagisce. Anche i sordo muti reagiscono alle vibrazioni, ma c'è un'aggiunta in più, loro sono coscienti delle vibrazioni. Non possono ascoltare i suoni, ma usano gli altri sensi per avere una loro rappresentazione del suono, attraverso appunto altri sensi. Un robot, quindi, in modo più preciso rispetto a prima, non avverte nemmeno le vibrazioni (quindi tanto meno sente suoni), ma reagisce all'onda acustica, perche l'onda acustica ha dei precisi valori misurabili dal un robot programmato.

Ripeto ancora una volta. La coscienza non è un insieme di codici. Ma la possibilità di averne una rappresentazione e che per questo identifica e qualifica il soggetto (IO) pensante.

Secondo me il problema si affronta correttamente se si pone la coscienza come dato primario, di partenza: la materia é nella coscienza (e non la coscienza nel cervello; né nei suoi costituenti materiali, né nelle sue "funzionalità algoritmiche", che infatti può possedere, almeno in linea di principio, anche un robot presumibilmente privo di coscienza).

Ciascuno esperisce direttamente, immediatamente solo la propria esperienza cosciente e non si può essere certi di alcun altra (la cui esistenza non può essere dimostarta né tantomeno mostrata); tuttavia si può ammettere indimostatamente che ne esista una per ciascun uomo o anche animale di un certo livello di complessità (e anche per ogni potenziale robot sufficienntemente sofisticato?) rilevabile da ciascuno nell' ambito della proria esperienza cosciente (o coscienza).
E a mio avvviso si può sensatamente ammettere (ma non dimostrare) non che la coscienza sta nel cervello (il quale é un insieme di dati o sensazioni materiali presente, di solito solo potenzialmennte e/o indirettamente tramite l' iamging neurologico: neuroni, potenziali d' azione, ecc. nell' ambito delle esperienze coscienti di "osservatori"; e non: sensazioni esterne o materiali né interiori o mentali -qualia- propri delle coscienze di "osservati"), bensì che i cervelli stanno (di solito potenzialmente o indirettamente) nelle coscienze; nel senso che allorché in un' esperienza cosciente (per esempio la "tua") é rilevabile un certo determinato cervello (per esempio il "mio") in un certo determinato stato funzionale (non tutti, solo alcuni: per ore non si é coscienti di nulla durante il sonno), allora nell' esperienza cosciente "relativa a tale cervello" (p. e. la mia) accadono certe determinate sensazioni materiali o mentali, in una corrispondenza biunivoca fra stati funzionali cerebrali e sensazioni coscienti.

Ultima modifica di sgiombo : 12-09-2015 alle ore 19.35.27.
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Vecchio 12-09-2015, 15.06.53   #136
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Originalmente inviato da pepe98
La coscienza è l'insieme dei pensieri
Ma la totalità dei pensieri non è definibile come pensiero,altrimenti non sarebbe la totalità (la stessa teoria degli insiemi in matematica si è dimostrata come incompleta). Un po' come l'infinito non può essere definito quantificabile,altrimenti che infinito sarebbe?
Ecco,l'Io è l'infinito a cui tende ogni pensiero.
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Vecchio 12-09-2015, 18.21.51   #137
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** scritto da sgiombo:



Se fosse Dio completo come potremmo contenerlo? ...è, sempre secondo me, la consapevolezza di Dio in noi, perfezionata o distorta dal rapporto di fiducia che uno stabilisce con essa, dimostrabile dal fatto che c'è sempre un dialogo con essa (con la coscienza), ma per dialogare bisogna essere in due ...oppure essere matti!




Ma l'equivoco è che tu constati Dio, solo che preferisci chiamarlo "coscienza" ...per fede!!





Dal dizionario Hoepli.it: 6 PSICOL Modo individuale di conoscere e percepire le esperienze e i processi psichici.

...individuale, come volevasi dimostrare!...


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Per affermare che c' é un dialogo bisogna prima dimostrare che si é in due a parlare, altrimenti si cade in una petizione di principio, dando per provato ciò che si deve provare (e non si é provato: l' esistenza di Dio).

No, guarda che come volevasi dimostrare la coscienza é il modo individuale di conoscere e percepire le esperienze e i processi psichici, e non Dio!!!

E ripeto che i nomi ai concetti non si attribuiscono per fede (i concetti singoli, non articolati in affermazioni non possono essere credenze!) ma per semplici convenzioni linguistiche (per le quali in italiano la coscienza é il modo individuale di conoscere e percepire le esperienze e i processi psichici, e non un preteso ente soprannaturale, onnipotente, onnisciente, immensamente buono, creatore dell' universo, ecc.).

L' unico equivoco sta nel fatto che tu chiami arbitrariamente e contro la semeiotica dell' italiano "Dio" la coscienza e non viceversa che io chiamo "coscienza" Dio.

Poiché so per esperienza che ti ostini a ripetere gli stessi pseudoargomenti per sostenere la tua assurda pretesa che non si può non credere in Dio, preannuncio che non risponderò a un' ulteriore prevedibile ripetizione da parte tua delle tue solite petizioni di principio (ma solo, eventualmente ma credo per assurdo, qualora proponessi nuovi argomenti), con l' ovvia precisazione che in questo caso chi tace non acconsente!!!

Ultima modifica di sgiombo : 13-09-2015 alle ore 11.48.12.
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Vecchio 12-09-2015, 18.30.57   #138
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La coscienza può essere pensata? In tal caso sarebbe determinabile e,come dice la frase nella tua firma,negabile. Ma si può arrivare a pensare di non pensare (il non-Io)? L'evidenza di cui mi parli non è traducibile in forma di pensiero,ma è sensazione indefinibile. Sul fatto che il pensiero sia coscienza,seppur per un attimo,sono d'accordo.

La citazione di Spinoza nella mia "firma" non nega affatto la coscienza.

Si può benissimo pensare di non pensare. Solo che si tratta di un pensiero contraddittorio e contraddetto dalla realtà, cioé falso (in realtà é un paradosso). Ma dove sarebbe il problema?

Sto vedendo lo schermo del computer e pensando "ecco lo schermo del computer": ecco un' evidenza che la coscienza (un oggetto di coscienza) può essere pensata!
Ma la cosa vale anche per la coscienza in generale: penso: "la coscienza é l' insieme di tutte le sensazioni materiali (come quella della visione dello schermo del computer) e mentali (come quelle del pensiero "ecco lo schermo del computer")": ecco il pensiero della coscienza in generale!
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Vecchio 12-09-2015, 18.55.04   #139
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Ma io sono anche certo che due più due fa quattro, che se mi butto sotto un treno muoio, che l'acqua a cento gradi bolle, che se devo comprare qualcosa devo avere i soldi, che le persone devono comportarsi in modo civile, eccetera. Queste non le definisco sensazioni ma giudizi. Se la nostra capacità di giudicare ha come sola cosa certa quella di essere una sensazione, ben poco valore possiamo attribuire alla giustizia e al vivere secondo giustizia. Ciò che non esce dalla sfera della sensazione è ancorato alla soggettività e porta ad avere una visione della giustizia individualista e utilitarista. Sono le conclusioni cui giunse Epicuro riguardo alla giustizia. Io credo che dobbiamo avere certezza della nostra facoltà razionale perché è ciò che maggiormente ci accomuna, che ci fa progredire verso la civiltà. Personalmente non ho nostalgia delle freudiane reminiscenze di tempi remoti dove l'uomo avrebbe vissuto felicemente potendo dare libero sfogo ai propri impulsi animaleschi o del famigerato "buon selvaggio" di Rousseau, come neanche tu certamente ne avrai. E ciò che ci fa progredire verso la civiltà è la ragione, ossia la morale fondata sulla ragione e non sul sentimento. Io mi sentirei ipocrita nel dire di amare tutti gli uomini, ma ben accetto l'idea di un mondo-organismo dove gli esseri razionali esistono gli uni per gli altri. Non amo un malvagio in quanto tale, ma in quanto facente parte dell'intero organismo dell'umanità. Così come non odio le cellule morte o le secrezioni schifose del mio corpo se le considero parte del mio organismo, le odio se considerate individualmente. Spesso prendiamo decisioni e assumiamo stili di vita soli in base a sensazioni, ma credo non sia questo il modo giusto, credo ci sia altro. Una facoltà razionale che permea ogni parte dell'universo e ci fa sentire come facenti parte di un unico organismo cosmico. Dove qui, come in ogni organismo, viene assimilato ciò che è utile all'organismo stesso ed eliminato ciò che è dannoso. Ipotesi indimostrabile ovviamente, come del resto tutte le tesi riguardanti le grandi questioni filosofiche.



Anch' io sono certo che due più due fa quattro, ma questa é una verità analitica a priori che non dice nulla circa la realtà effettiva (per assurdo potrebbe anche esistere un' unica cosa e due più due -nel pensiero, non nella realtà- farebbe comunque quattro); non é una conoscenza di come é la realtà (anche indipendentemente dall' essere eventualmente pure pensata), ma di come si deve parlare, di come si devono intendere i concetti.
Le sensazioni possono invece essere oggetto di giudizi sintetici a posteriori, che costituiscono (se veri) conoscenze di come é la realtà (anche indipendentemente dall' essere eventualmente pure pensata).
Ii giudizi che se vado sotto un treno muoio , che l'acqua a cento gradi bolle, che se devo comprare qualcosa devo avere i soldi, che le persone devono comportarsi in modo civile, eccetera, li credo (veri) anch' io ma -cosa per me soggettivamente, arbitrariamente importantissima!- mi rendo conto di credere tutto ciò arbitrariamente, per fede, che non é dimostrabile.

Io attribuisco grande importanza alla giustizia, anche se i principi di giustizia non sono sono scritti su nessuna “Tavola della legge”, ma li avverto (come sensazioni interiori o mentali) nella mia coscienza.
E nessuno mi obbliga ad avere una visione della giustizia individualista e utilitarista, tant’ è vero che sono comunista (autentico: “stalinista”, tanto per intendersi).

Su Epicuro e la sua morale ci sarebbe da discutere (ma non ho tempo né voglia di impegnarmici qui).

Personalmente disprezzo Freud quasi quanto Nietzche (che è tutto dire; che non sono politicamente corretto l’ ho sempre ammesso, anzi me ne sono sempre narcisisticamente vantato).

La nostra facoltà razionale è innanzitutto critica e autocritica (e anch’ io ne ho una grande, ma appunto non illimitata o assoluta, fiducia: può anche indurci in errore!).

Concordo in sostanza che ciò che ci fa progredire verso la civiltà è la ragione, ossia la morale fondata sulla ragione e non sul sentimento. Io mi sentirei ipocrita nel dire di amare tutti gli uomini, ma ben accetto l'idea di un mondo-organismo dove gli esseri razionali esistono gli uni per gli altri.
E pure che Spesso prendiamo decisioni e assumiamo stili di vita solo in base a sensazioni, ma credo non sia questo il modo giusto, credo ci sia altro.
Invece non amo i malvagi; li odio e disprezzo.

Ultima modifica di sgiombo : 13-09-2015 alle ore 11.52.21.
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Vecchio 13-09-2015, 17.29.03   #140
Duc in altum!
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Riferimento: l'IO e l'essere coincidono, e corrispondono all'insieme delle sensazioni.

** scritto da sgiombo:

Citazione:
Per affermare che c' é un dialogo bisogna prima dimostrare che si é in due a parlare, altrimenti si cade in una petizione di principio,

Scusa @sgiombo, ma tu non parli con ciò che definisci la tua coscienza? ...non devi a volte zittirla e oltrepassarla, o favorirla e assecondarla?!?!
Quindi o si parla con se stessi o si discute con "qualcuno".
Uno dei due casi, qualunque esso sia, secondo me, è sinonimo di pazzia.


Citazione:
(per le quali in italiano la coscienza é il modo individuale di conoscere e percepire le esperienze e i processi psichici, e non un preteso ente soprannaturale, onnipotente, onnisciente, immensamente buono, creatore dell' universo, ecc.).

Quindi:
Citazione:
@pepe98:L'esistenza della coscienza non va dimostrata, si puó assumere come evidenza. C'è infatti il rischio che diventi un termine soggettivo(i vari post di questa discussione ne sono la prova), ma è necessaria la sua esistenza anche solo per filosofare.
...la dimostrazione è sancita dal dizionario, l'evidenza è Verità Assoluta e la Chiesa può chiudere i battenti, tanto già sappiamo oggettivamente cosa o chi è la Coscienza.



Citazione:
L' unico equivoco sta nel fatto che tu chiami arbitrariamente e contro la semeiotica dell' italiano "Dio" la coscienza e non viceversa che io chiamo "coscienza" Dio.

La verità non è decretata da un voto di maggioranza (o dalla semeiotica)!! ...grazie a Dio (o purtroppo)!

Citazione:
Poiché so per esperienza che ti ostini a ripetere gli stessi pseudoargomenti per sostenere la tua assurda pretesa che non si può non credere in Dio,

Questa è una tua invenzione, io non ho mai detto che non si può non credere il Dio, io sostengo, confermato anche da questo tuo commento:
Citazione:
Riferimento: Materialismo o spiritualismo? #47 = Concordo che le sensazioni sono fondamentali per vivere e rendono la vita sia piacevole che spiacevole, varia per così dire, proprio perché c'è sempre qualcuno che sente qualcosa e non il nulla che sente il nulla; ma mi rendo anche conto e ci tengo a mettere in evidenza che le credenze (anche mie) circa il "qualcuno" e il "qualcosa" che eccedono le sensazioni e ne sono soggetto e oggetto non sono in alcun modo dimostrabili né tantomeno mostrabili essere vere, che sono infondate, le credo arbitrariamente, per fede (e potrei benissimo anche essere in errore).
...che è impossibile vivere senza avere fede in qualcosa che sostituisca Dio.


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Ultima modifica di Duc in altum! : 13-09-2015 alle ore 22.47.35.
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