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Vecchio 30-12-2015, 09.51.37   #61
Sariputra
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?

Citazione:
Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da Sariputra:



Ma non è che sei tu ad avvertire il bisogno di schierarti, è come il respirare, è un'azione automatica misteriosa acquisita col nascere (altro Mistero).
Io semplicemente cerco di far ragionare (il mio schierarmi cristianamente è un'altra cosa) su questo avvenimento inevitabile nell'esistenza di ognuno, proprio perché in tanti neanche s'immaginano di esserne vittime e complici - un po' come accade con la personale vocina interna, tutti se ne beneficiano, dandone la soggettiva spiegazione, senza sapere ancora cosa sia realmente e oggettivamente.

Tu dici di non avvertirlo così come non percepisci quotidianamente le migliaia di volte che inspiri ed espiri, ormai è un gesto intimo, eppure, discutendone, stai enunciando i tuoi dogma (le tue scelte) derivanti da ciò che pensi debba avere la tua piena fiducia la tua Fede).






Vedi, continui a scegliere: un giorno la mela e l'altro la pera, e chi discute questo, ma hai già scelto, non puoi evitarlo.
Certo che questa tua decisione è in linea con l'opportunismo sociale vigente: oggi con i rossi, domani con i bianchi, tira a campà, tanto sono deliziosi entrambi, tanto così fan quasi tutti, quindi più che criticabile, ma io non sto a confutare le ragioni dell'altro, ma solo chi, come da discussione, pensa di poter non essere incluso nello scegliere a priori, o che la propria scelta sia più probabile che quella dell'altro.

Il non issare una bandiera è già il tuo credo contro il mio, ha già stipulato i confini (per adesso) della propria identità. Io non isso bandiere, mi abbandono al vento, è una identità ben determinata dalla tua scelta.






Esatto, tu hai scelto di dichiararti te stesso, e forse sei "davvero" nella piena ragione, l'anelata Verità Assoluta, così come un altro sceglie di dichiararsi cristiano, ateo o scientista, ma nel frattempo, oltre a non aver potuto evitare una decisione, hai le stesse probabilità delle altre religioni.

[P.S. = Se può servirti anch'io leggo brani, che incontro molto interessanti, di altre confessioni, solo che l'effetto che producono è una maggior consapevolezza, grazie anche all'esperienza empirica, che come Gesù non ce n'è!]






La mia fede non include i se o i ma, ma, per comprenderci meglio, se non ci fosse nessuna posizione non ci sarebbe nessuna Verità Assoluta.
Quindi non è possibile non avere posizione, proprio per il fatto che è questa Verità Assoluta, che dirige il tutto qualunque Essa sia, che ha incluso lo scegliere obbligatorio in nome della Fede personale.
E' un circolo perfetto, non ammette sbavature del genere, ripeto se un solo essere umano potesse esentarsi dallo schierarsi non staremmo qui a rifletterci.
Così come se un ateo potesse avere una sola possibilità in più, di chi crede al Paradiso, che dopo la Morte c'è il nulla, non se ne discuterebbe.
Siamo tutti alla pari: scegliere e pedalare (sperare!).




Bella invocazione, ma non è inscritto già in ogni persona questo seme della discordia? Non siamo già portatori di morte e dolore dentro di noi stessi? Ci vogliamo rendere conto che la sofferenza è prodotta dalle nostre scelte - anche quelle incoscienti e involontarie?
Dunque, nuovo Mistero, chi ha raggiunto con le proprie decisioni l'annientamento della sofferenza creata da sé stesso? Chi potrebbe essere il modello da seguire per raggiungere la dimensione che tutti (e dico tutti!) siano sereni e gioiosi?
Vedi come è inevitabile decidere e qualsiasi sia la nostra decisione non è certa al 100%??






Aridaje!! Il tuo: NO GRAZIE è far quadrato nei confronti della tua fede, come tu dici, è la tua risposta, ma anche per chi non la scrivesse o pronunciasse, il suo modo di essere e agire puntualizzerebbe che posizione ha scelto e in cosa crede.






Questa è causalistica, anche Papa Francesco ha detto di usarla per i divorziati che desiderano ricevere la comunione, ma questo non cambia la posizione generale (la scelta) e irremovibile (per adesso) della Chiesa nei loro confronti: divorziato = no comunione.
Quindi sei di nuovo giunto a doverti schierare in senso lato sull'aborto.
Ma puoi anche decidere di non decidere, favorendo così la posizione più votata - quindi una scelta indiretta.

----------------------------------------------------------------------------

** scritto da paul11:



...e di religione.



Pace&Bene



Ma quando mai ho scritto che mi rifiuto di scegliere ? In un precedente post ho affermato persino che la vita è fatta di scelte. Pensavo che il quesito posto da freedom fosse tra lo scegliere fra l'idea dell'esistenza di un Dio creatore o l'idea della Sua assenza. E tutti i ragionamenti che ne conseguono vertono su quel quesito. Per quella domanda non prendo posizione e per ogni domanda che verte su principi metafisici indimostrabili. Affermo il primato dell'interrogarsi e del dubbio, su quello delle certezze "a priori" che mi sembra tanto ami.
Tu sostieni che questo sia un "dogma" lo stesso.
Io posso solo invitarti a riflettere sul vero significato del termine dogma e su come viene usato e inteso comunemente.
Ma lo faccio con simpatia ( come in tutti i miei precedenti interventi) e senza quell'aggressività verbale che traspare chiara dai tuoi.
Scrivi : "Se non ci fosse nessuna posizione non ci sarebbe una Verità Assoluta". Il problema qui è che tu sei convinto che la famosa Verità Assoluta sia una formula verbale, comprensibile dal pensiero discorsivo, scritta da qualcuno in qualche libro e a cui si DEBBA OBBLIGATORIAMENTE credere senza se e senza ma ( o rifiutarla senza se e senza ma). Questo modo non dialettico di porsi rende veramente difficile la conversazione tra due persone.
Un'altra cosa veramente frustrante è che tu pretendi/imponi agli altri il tuo modo di percepire l'esistenza e tutto il discorrere DEVE passare attraverso e solo attraverso questo sentire.
Siccome io credo a priori tutti credono a priori. Siccome io prendo posizione a priori tutti prendono posizione a priori. Siccome io mi schiero a priori tutti lo fanno.
Ognuno ha il proprio "abito mentale", ma mentre io cerco di metterlo in discussione, tu mi sembra che lo accetti a priori ( per usare un termine che vedo adoperi spesso).
Per es. nel discorso sulla madre che deve scegliere tu vedi subito una mia fede , un mio "dogma". Quando io scrivo che è semplicemente impossibile giudicare dall'esterno simili scelte personali, e a volte simili drammi umani, tu subito invece giudichi : Ecco il tuo dogma , ecco la tua Fede. E quale sarebbe poi questo dogma ? Mah...più che lasciare completa libertà di scelta all'interessato che altro posso fare ?
Quando scrivi (sulla decisione di dare/non dare la comunione ai risposati) che la decisione presa è "per adesso" comprendi che non c'è assolutezza nemmeno nelle scelte di colui che è ritenuto il Vicario di Cristo? Se una scelta è "per adesso" giocoforza è relativa, non assoluta. E così sembra essere la nostra vita, fatta di scelte relative, non assolute. Così l'uomo che pensa di essere privo di fede potrebbe invece scoprire di averne tanta, e viceversa colui che pensa di averla, vederla evaporare di fronte ai possibili drammi che la vita spesso ci impone.
Proprio per questa relatività nelle scelte siamo tutti alla pari. L'ateo non è superiore al credente e viceversa. E nemmeno il dubbioso è superiore a chicchessia. Che poi questo concetto di superiore/inferiore è veramente assurdo. Rispetto a che cosa si è superiori o inferiori ? Non esiste termine di paragone per decretare una superiorità di un essere senziente rispetto ad un altro.
Ti lascio volentieri la "vittoria" in questa specie di diatriba, come la lasciavo sempre al mio fratellone quando giocavamo assieme ( e come mi si riempiono gli occhi di lacrime di nostalgia quando ci ripenso) e , mentre gliela lasciavo, provavo pure un sottile, inspiegabile...piacere.scarpet te:
A te l'"ultima parola"...
Nel frattempo ti auguro di cuore un Buon Anno Nuovo.
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Vecchio 30-12-2015, 09.58.27   #62
Sariputra
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?

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Originalmente inviato da acquario69
Ti quoto e condivido;
secondo me lo sintetizza perfettamente Victor Hugo nel suo aforisma che dice:

Il poco che vediamo dipende dal poco che siamo


E' anche vero però che quel poco che siamo è tutto ciò che abbiamo...
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Vecchio 30-12-2015, 10.42.41   #63
acquario69
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?

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Originalmente inviato da Sariputra
E' anche vero però che quel poco che siamo è tutto ciò che abbiamo...

Ma questo (rendersene conto) farebbe gia la differenza!!
..il Che vorrebbe dire,secondo me,Che si puo e si e' (Gia implicitamente) oltre di quello Che si crede..o si vuole continuare a credere!!
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Vecchio 30-12-2015, 11.21.14   #64
giuscip1946
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Originalmente inviato da Sariputra
E' anche vero però che quel poco che siamo è tutto ciò che abbiamo...


Quel poco o niente che siamo è esattamente il poco o niente che consapevolmente o inconsapevolmente abbiamo scelto di essere.
Basta pensare che il Signore Dio ha sacrificato il Suo figlio per noi perché ognuno di noi vale quanto Suo figlio. Esempio: Un chilo di pane vale euro, sta a significare che tre euro valgono un chilo di pane. idem per noi.
Volendo per un attimo sposare la tesi di questo thread, naturalmente non mia, che sostiene l'equivalenza delle due ipotesi, non possiamo negare che chi ha creduto ha fatto opere impossibili per chi non crede. Questo basta per dimostrare che le due ipotesi portano risultati diversi, e che differenza!!!! Se siamo poco o niente vuol dire che crediamo poco o niente nel Signore Dio, siamo prigionieri del male e del maligno anche se non ci accorgiamo. Chi crede sente la presenza dell'onnipotente nel suo cuore, nelle sua vita, nel suo cuore e nelle sue viscere e non può non credere perché la sua fede è un sentire, un vivere, un operare e non una idea della mente che appartiene a chi non crede perché non sente.....
Chi crede ha la vita e chi ha la vita ha tanto.
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Vecchio 30-12-2015, 12.19.57   #65
Sariputra
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?

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Originalmente inviato da acquario69
Ma questo (rendersene conto) farebbe gia la differenza!!
..il Che vorrebbe dire,secondo me,Che si puo e si e' (Gia implicitamente) oltre di quello Che si crede..o si vuole continuare a credere!!


Personalmente mi rendo conto ogni giorno dei limiti di "tutto ciò che ho". Lo sperimento purtroppo nella mia impossibilità di alleviare la sofferenza altrui, se non in misura ridicola e inefficace, con cui mi confronto quotidianamente. Ma conosco solamente il mio sentire, di quello degli altri...nulla posso dire.
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Vecchio 30-12-2015, 12.21.14   #66
paul11
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?

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Originalmente inviato da memento
Questo post sarebbe stato perfetto per il topic sul pragmatismo
Hai confuso le categorie del non credente e dello scientista. Chi rifiuta l'esistenza di un aldilà non necessariamente abbraccia con "fede" tutto quello che la scienza afferma. Mi sembra una generalizzazione nei confronti dell'ateismo,che invece manca di una matrice comune e che proprio per questo può arrivare ad includere persone che abbiano visioni del mondo completamente opposte;lo scientismo,in effetti,è una di queste.
Le teorie scientifiche sono evidenti solo quando vengono dimostrate. In realtà fatico a pensare che ad Einstein risultasse evidente la relatività generale,che è difficile anche solo a spiegarla. Come vedi anche anche questa è una bella generalizzazione. Tu dici che l'uomo ha perso il senso della propria esistenza abbandonando la religione per la scienza (posto che anche qui generalizzi).ma è vero il contrario: è la religione (e anche la filosofia) ad aver abbandonato l'uomo sottraendosi al dibattito scientifico e al vaglio della ragione;cosicché ora abbiamo una scienza che è solo pietra e una religione che è solo fumo,quando invece l'una dovrebbe saper supportare l'altra.

Il taglio che voluto dare al post è alla radice del problema.
Diversamente non si riuscirà mai a capire il perchè simili umani si differenziano in una così importante conclusione il credere o non credere in Dio.
Il non credente è simile allo schema linguistico delle scienze, di come sintatticamente descrivono il mondo e lo indagano.E' il S.Tommaso che deve toccare le piaghe per credere.Quindi alludo alla forma mentale di persone prigioniere in uno schema che ritengono più consono e coerente al loro pensiero.
Einstein utilizza molto l'intuito, tant'è che le dimostrazioni fisiche e matematiche delle sue teorie verranno dopo che le ha enunciate.
Muta il procedimento dimostrativo.Dalla fine dell'Ottocento fino ai primi decenni del Novecento ,le scienze fisico-naturali compreso gli strumenti logico-matematici e le teorie linguistiche, mutano profondamente tanto da mettere in discussione l'epistemologia.
Se al giorno d'oggi gli atei nella nostra cultura sono parecchi di più che due secoli fa, la deduzione è culturale.E' il meccanismo mentale umano che ha deciso di utilizzare forme di conoscenze invece di altre ritenendole più opportune.
Ma è corretto? Davvero le scienze sintatticamente rispondono meglio alle precedenti culture: su quale scopo e fine? Sono balle che siamo più condizionati educativamente dalle religioni, lo siamo molto di più dalle scienze.L'errore è ritenere che la scienza sia neutra e impersonale ( e quì invece risiede la sua forza nell'anonimato),mentre le religioni e spiritualità siano personali.La scienza ha una sua etica e morale quanto le religioni, perchè le prassi sono figlie di come noi mentalmente viviamo, vediamo ci rapportiamo alle problematiche del mondo e soprattutto della nostra esistenza.
Il mio accento quindi è l'uomo oggi che mentalmente ,materialmente vive dentro una cultura che ha volutamente reso insignificanti i segni e i simboli che la stessa esistenza richiama, riempiendoli di interrogativi e dichiarandoli indissolubili. L'arroganza oggi è in mano alla scienza, non alle religioni e spiritualità che sono sulla difensiva,perchè è cultura dominante in mano al potere costituito e regola le esistenze nel mondo della produzione, educazione.
Ha deciso lei ciò che ritiene razionale e irrazionale, ha deciso quali strumenti gnoseologici sono opportuni.
Così ha delimitato la conoscenza e limitato la mente umana.

Ora come posso dire di Dio ha chi ha chiuso prima ancora del suo cuore la mente in quella cultura che ha dettato le regole?
Ma contraddittoriamente la scienza utilizza gli stessi strumenti che furono prima del suo avvento e che appartengono oltre che alle filosofie e metafisiche, alle religioni e spiritualità

Ma come si può credere in una scienza che dovrebbe produrre conoscenza e non riesce nemmeno a definire il pensiero stesso che lo genera?Come posso parlare di vita se non ho il significato dell'esistenza?
Così se la vita è osservata come in un cinematografo dalla scienza, la vita scorre e passa per il non credente. ..Al prossimo film.

Per finire, o il non credente dichiara chiaramente quali siano gli strumenti linguistici a cui fare riferimento (ad es. i sentimenti possono essere ritenuti una forma di conoscenza? Su cosa si fonda la morale senza Dio?), o tutto è chiacchiera in quanto privo di coordinate sintattiche che identificano i concetti
paul11 is offline  
Vecchio 30-12-2015, 12.21.37   #67
freedom
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Originalmente inviato da memento
E tu da credente ti riconosci in questo modo di pensare cosi cinico ed utilitarista?
Definire il pensiero di un grandissimo ricercatore spirituale, di un pensatore dalla raffinita sensibilità, di un uomo che ha lasciato tracce indelebili nel pensiero umano, cinico ed utilitarista non mi pare renda giustizia a Pascal.
Non credo sia corretto definire il tentativo di illuminare la fede con la ragione, nella prospettiva che individui tu.
E per finire, il cristianesimo è certamente amore ma, la cosa principale, il cardine, il fulcro è la RISURREZIONE. Senza di essa il cristianesimo non è altro che una buona filosofia. Questa incontrovertibile affermazione presta al fianco ad una critica e cioè al fatto che sia un po' meschino abbracciarla nella speranza della vita eterna e non per puro amore. Eppure è così. L'uomo è debole e Dio, secondo la fede cristiana, gli viene incontro promettendogli l'unica cosa che valga veramente la pena; la vita eterna. Che ne pensi, è un atteggiamento cinico ed utilitarista?
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Ma cosa ha di logico la fede in qualcosa che non si è mai visto e non si sa nemmeno cos'è e se esiste?
Veramente ne ho già parlato: a mio modesto avviso mi sembra più logico un mondo con Dio che senza Dio. Il fatto di non percepirlo non mi pare un indizio negativo rilevante: ho già detto che il nostro sistema percettivo è molto riduttivo. E ci sono molte testimonianze di persone che affermano di averlo incontrato. Con gli occhi della fede ma non solo. Sono pensieri che ho già espresso.......
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Originalmente inviato da memento
Se concordi sul primo pezzo,direi di aver già spiegato il motivo. Le verità di cui un uomo può fare esperienza saranno sempre soggette al suo modo di percepire la realtà,figlie di quel gioco di prospettive per cui ogni centro è relativo a chi lo guarda.
Capisco che sarò indubbiamente noioso ed il mio eloquio fa acqua da tutte le parti ma tu, memento, proprio non mi leggi (per quello ci ho messo tanto a risponderti: mi è venuto il dubbio che poi non ti interessi più di tanto ciò che ti dico ) Penso che Dio può tutto anche metterti in condizione (per dirlo al tuo modo) di diventare quel centro che altrimenti vedi solo dalla tua angolazione.
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Originalmente inviato da memento
Ma ogni ipotesi è tale se esiste la possibilità che venga dimostrata. Esiste questa possibilità?
Tu stai parlando dell'ipotesi matematica. Qui ne stiamo parlando nel suo significato per estensione.
freedom is offline  
Vecchio 30-12-2015, 13.05.41   #68
memento
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?

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Originalmente inviato da paul11
Il taglio che voluto dare al post è alla radice del problema.
Diversamente non si riuscirà mai a capire il perchè simili umani si differenziano in una così importante conclusione il credere o non credere in Dio.
Il non credente è simile allo schema linguistico delle scienze, di come sintatticamente descrivono il mondo e lo indagano.E' il S.Tommaso che deve toccare le piaghe per credere.Quindi alludo alla forma mentale di persone prigioniere in uno schema che ritengono più consono e coerente al loro pensiero.
Einstein utilizza molto l'intuito, tant'è che le dimostrazioni fisiche e matematiche delle sue teorie verranno dopo che le ha enunciate.
Muta il procedimento dimostrativo.Dalla fine dell'Ottocento fino ai primi decenni del Novecento ,le scienze fisico-naturali compreso gli strumenti logico-matematici e le teorie linguistiche, mutano profondamente tanto da mettere in discussione l'epistemologia.
Se al giorno d'oggi gli atei nella nostra cultura sono parecchi di più che due secoli fa, la deduzione è culturale.E' il meccanismo mentale umano che ha deciso di utilizzare forme di conoscenze invece di altre ritenendole più opportune.
Ma è corretto? Davvero le scienze sintatticamente rispondono meglio alle precedenti culture: su quale scopo e fine? Sono balle che siamo più condizionati educativamente dalle religioni, lo siamo molto di più dalle scienze.L'errore è ritenere che la scienza sia neutra e impersonale ( e quì invece risiede la sua forza nell'anonimato),mentre le religioni e spiritualità siano personali.La scienza ha una sua etica e morale quanto le religioni, perchè le prassi sono figlie di come noi mentalmente viviamo, vediamo ci rapportiamo alle problematiche del mondo e soprattutto della nostra esistenza.
Il mio accento quindi è l'uomo oggi che mentalmente ,materialmente vive dentro una cultura che ha volutamente reso insignificanti i segni e i simboli che la stessa esistenza richiama, riempiendoli di interrogativi e dichiarandoli indissolubili. L'arroganza oggi è in mano alla scienza, non alle religioni e spiritualità che sono sulla difensiva,perchè è cultura dominante in mano al potere costituito e regola le esistenze nel mondo della produzione, educazione.
Ha deciso lei ciò che ritiene razionale e irrazionale, ha deciso quali strumenti gnoseologici sono opportuni.
Così ha delimitato la conoscenza e limitato la mente umana.

Ora come posso dire di Dio ha chi ha chiuso prima ancora del suo cuore la mente in quella cultura che ha dettato le regole?
Ma contraddittoriamente la scienza utilizza gli stessi strumenti che furono prima del suo avvento e che appartengono oltre che alle filosofie e metafisiche, alle religioni e spiritualità

Ma come si può credere in una scienza che dovrebbe produrre conoscenza e non riesce nemmeno a definire il pensiero stesso che lo genera?Come posso parlare di vita se non ho il significato dell'esistenza?
Così se la vita è osservata come in un cinematografo dalla scienza, la vita scorre e passa per il non credente. ..Al prossimo film.

Per finire, o il non credente dichiara chiaramente quali siano gli strumenti linguistici a cui fare riferimento (ad es. i sentimenti possono essere ritenuti una forma di conoscenza? Su cosa si fonda la morale senza Dio?), o tutto è chiacchiera in quanto privo di coordinate sintattiche che identificano i concetti
Ma non è mai stato lo scopo della scienza quello di dare uno senso all'esistenza umana. Se vuoi rintracciare il problema di questa epoca lo devi ricercare nella sua pochezza spirituale. A me sembra che,credenti inclusi,si abbia un idea un po' troppo vaga di ciò che è precluso ai sensi. Quando sento parlare di Uno,di Assoluto,di Dio,con il rispetto per chi crede in queste cose...beh,penso che si mascheri la propria ignoranza nei confronti di tematiche cosi complesse e l'incapacità a comprenderne il significato utilizzando dei termini più universali possibili. Nemmeno i religiosi si discostano dalle loro precostituite costruzioni mentali,esattamente come fanno gli scientisti. Gli strumenti linguistici quindi sono ugualmente deboli da una parte e dall'altra. Quindi ti chiedo,da non credente e un po' provocatoriamente: su cosa si fondano la religione e la spiritualità?

Ultima modifica di memento : 30-12-2015 alle ore 17.25.02.
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Vecchio 30-12-2015, 13.40.17   #69
memento
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?

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Originalmente inviato da freedom
Definire il pensiero di un grandissimo ricercatore spirituale, di un pensatore dalla raffinita sensibilità, di un uomo che ha lasciato tracce indelebili nel pensiero umano, cinico ed utilitarista non mi pare renda giustizia a Pascal.
Non credo sia corretto definire il tentativo di illuminare la fede con la ragione, nella prospettiva che individui tu.
E per finire, il cristianesimo è certamente amore ma, la cosa principale, il cardine, il fulcro è la RISURREZIONE. Senza di essa il cristianesimo non è altro che una buona filosofia. Questa incontrovertibile affermazione presta al fianco ad una critica e cioè al fatto che sia un po' meschino abbracciarla nella speranza della vita eterna e non per puro amore. Eppure è così. L'uomo è debole e Dio, secondo la fede cristiana, gli viene incontro promettendogli l'unica cosa che valga veramente la pena; la vita eterna. Che ne pensi, è un atteggiamento cinico ed utilitarista?
A me pare un modo di pensare freddo e calcolatore,non vedo l'amore nel prossimo in questo tipo di fede,ma solo una specie di ritorno personale.In questo sono d'accordo con Kant,l'azione buona è disinteressata.
P.S anche il diavolo promette vita eterna[/quote]

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Originalmente inviato da freedom
Veramente ne ho già parlato: a mio modesto avviso mi sembra più logico un mondo con Dio che senza Dio. Il fatto di non percepirlo non mi pare un indizio negativo rilevante: ho già detto che il nostro sistema percettivo è molto riduttivo. E ci sono molte testimonianze di persone che affermano di averlo incontrato. Con gli occhi della fede ma non solo. Sono pensieri che ho già espresso.......
Si ma parliamo di logica,quindi servirebbero argomenti un po' più solidi.
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Capisco che sarò indubbiamente noioso ed il mio eloquio fa acqua da tutte le parti ma tu, memento, proprio non mi leggi (per quello ci ho messo tanto a risponderti: mi è venuto il dubbio che poi non ti interessi più di tanto ciò che ti dico ) Penso che Dio può tutto anche metterti in condizione (per dirlo al tuo modo) di diventare quel centro che altrimenti vedi solo dalla tua angolazione.
Se diventi CENTRO non sei più individuo,parzialità,Io. O Dio o se stessi,non esistono mezze misure. E se Dio fosse semplicemente il nome che diamo alla Morte?
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Originalmente inviato da freedom
Tu stai parlando dell'ipotesi matematica. Qui ne stiamo parlando nel suo significato per estensione
E quale sarebbe?
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Vecchio 30-12-2015, 15.42.00   #70
acquario69
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?

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Originalmente inviato da Sariputra
Personalmente mi rendo conto ogni giorno dei limiti di "tutto ciò che ho". Lo sperimento purtroppo nella mia impossibilità di alleviare la sofferenza altrui, se non in misura ridicola e inefficace, con cui mi confronto quotidianamente. Ma conosco solamente il mio sentire, di quello degli altri...nulla posso dire.

i limiti sono intrinseci alla nostra (attuale) condizione "finita" e de-finita

a mio avviso pero sarebbe comunque un errore (una scelta,come dice giuscip) quella di identificarci con la sofferenza,per quanto "qui" non possiamo negarla,in primo luogo perché ci chiude in un circolo vizioso che si auto alimenta,tra l'altro riducendo tutto ad "un solo lato della medaglia',quando sappiamo invece che in natura luce ed ombra si compenetrano e coesistono vicendevolmente,come nel TAO e cosa ancora più importante,perché non consente l'accesso alla vera identificazione che consiste nella conoscenza immediata ed intuitiva del REALE..che e' al di la delle contingenze e percio della sofferenza stessa.

in altre parole l'identificazione con la sofferenza diventerebbe il reale,(a tutti gli effetti) escludendo dalla propria visione il REALE.
..sembrerebbe una sottigliezza,ma la differenza a parer mio e' abissale
acquario69 is offline  

 



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