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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 28-06-2014, 22.28.11   #41
green&grey pocket
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è

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Originalmente inviato da maral
Non si tratta di un dover eliminare il niente, perché eliminare il niente è eliminare niente, il niente è già eliminato in partenza e il diventare niente dell'ente può solo essere un restare dell'ente qual è, un non diventare, il niente è la pura contraddizione che significa solo se stessa e volerla entificare in qualsiasi significato è volere l'impossibile, è potere l'impossibile e in nome di tanto potere qualsiasi atroce nefandezza è giustificata, è potere che il cerchio resti unito nonostante non abbia niente che possa tenerlo unito, solo continue illusioni a cui si deve credere come a certezze.



infatti! ma se il niente non fosse il niente bensì la morte, noi dobbiamo dimenticarci della vita? perchè il cerchio si sofferma, si tiene, si illude ai confini del sacro? questo immmobilismo è un messaggio di morte inteso come incapacità di vivere la vita, in quanto è ovvio che se la morte è niente, allora anche la vita è niente, su questo Severino ha delle intuizini straodinarie.
il fatto è che (sebbene prima delle interviste tutti quanti parlino di un uoma dalla affabilità indiscussa, e quindi non è vero che rinuncia alla vita...mitici i suoi inviti di fronte a bel piatto di polenta etc...) nella sua teoria, egli vada proprio al cenro di quella forza centripeta, facendoci capire, che quella forza non è centripeta, ma appunto eterno apparire dei cerchi.
Il fatto è che lui da filosofo immenso quale è, va poi a parlare dell'apparenza, e lì diventa formalismo dialettico, formalismo vivente, che secondo me è ancora un messaggio di morte.Non si sottrae cioè a quello che è il mio bisogno di salvezza.
A me non interessa la salvezza giudaica, ma quella di senso, appunto l'aporia è solo spinta vitale, alla trascendenza.
Per dirla con il "greco" Galimberti la costruzione sempre più complessa dell'io è esattamente la trascendenza greca, quello che non posso accettare è la loro sosta di fronte ai tabù, che hanno una vita assai più remota e rimossa.
Nell'impossibilità di ricreazione di quella memoria come fu, si tenta di intenderla il più vicino possibile, cioè di raccontarla, andando oltre il sacro.Io non credo sia andare oltremisura, non parlo mai di immortalità.

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Vecchio 28-06-2014, 22.36.26   #42
green&grey pocket
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è

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Originalmente inviato da FMJ
La verità non è una sola. Ogni tua considerazione è la cosiderazione compiuta da un certo punto di vista, da una certa prospettiva e da un certo soggetto, nei limiti di quel soggetto e di quello specifico punto d'osservazione. "Il concetto corrisponde alla cosa concreta"? Cos'è un "concetto"? Cos'è la "cosa concreta"? Sono solo dei "costrutti". Sono il prodotto di TUOI processi cognitivi che avvengono e si realizzano all'interno della TUA organizzazione e della TUA specifica struttura. Sono TUE descrizioni del mondo e TUE attribuzioni di significato a quel tutto indifferenziato che sta là fuori. Ma questi significati e queste segmentazioni dell'indiffrenziato, che possiamo chiamare "eventi", non sono la "verità". Sono la TUA verità. Il pippistrello che isola "eventi" a te sconosciuti, ha la SUA verità e le SUE certezze. Grazie a questo, vive. Ha ragione. Ha ragione perché la anche la SUA descrizione del mondo, FUNZIONA. Esattamente come la TUA.

FMJ


il fatto è che definendo la verità funzione, non ti interroghi nemmeno sul perchè lo fai, come già ho avuto modo, con sgiombo aretino e aggressor, di notare, è che non si abbia in testa tutto il problema della semantica: andiamo tutti insieme sulla treccani online e troveremo un articolo illuminante che parla di queste problematiche.
Nell'articolo si parla dell'indagine in media-res, cioè su quella indagine che non si domanda del perchè dei suoi punti di partenza dei suoi assiomi.

tra l'altro quella che nomini è un tipico caso di biologismo che richiama la teoria di darwin e tutto il cascame di immondizia che ne deriva fino alle abiezioni del selezionismo sociale.

comunque immagino che anche tu ne sarai esente da bravo cristiano occidentale, e allora torniamo a parlare del problema che sollevi.

perchè c'è un problema: come giustifichi il tuo modo di pensare? quale soggetto quale relativo e quale verità sopratutto.

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Originalmente inviato da FMJ
Tutto ha inizio con una "distinzione", nel corso dello sviluppo ontogenetico. L'essere vivente, sulla base della sua struttura, perturbato ma non determinato da ciò che lo circonda, inizia ad operare delle "distinzioni": il caldo dal freddo, il silenzio dal suono, la luce dal buio ecc. Poi, inizia a dare un senso a tutto questo con lo scopo di dare un "ordine" alle cose per renderle "anticipabili". Quando sali le scale, e alzi il piede, tu ti "anticipi" che ci sia lo scalino.

'essere vivente comincia col distinguere....un momento? ma non vorrai dire che è l'essere biologico a distinguere spero...infatti quale parte biologica ha la facoltà vivente della distinzione?

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Originalmente inviato da FMJ
...tu ti anticipi....
evidentemente non ti accorgi che per passare da "essere biologico" al "tu" ci vogliono ben altri strumenti, pensare che la TUA narrazione, di cosa si vero o falso, DIA PER SCONTATO in che maniera lo si ottiene, dimostra fino in fondo di cosa sia stata capace la sofistica, far credere che una, due, mille narrazioni siano tutte vere, in nome del loro stesso argomentare...
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Vecchio 28-06-2014, 22.53.26   #43
green&grey pocket
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è

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Originalmente inviato da CVC
Sul fatto che “il nulla è” sia la vittoria di Gorgia non direi.

cvc non ho capito nulla di quello che hai scritto, se hai tempo potresti riformulare, perchè così non si capisce.

la sofistica era quella scienza dell'informazione in cui la forma del detto è superiore al contenuto di quel detto.
che oggi venga usato pedissequatamente dalle scienza dell'informazione a me è chiaro, se vuoi ne parliamo.

democritò afferma il vuoto non come nulla ma come assenza di atomi, non c'entra nulla con la tradizione che da parmenide passa a platone fino ai giorni nostri, non è di quello che si parla qui.

Citazione:
Originalmente inviato da CVC
Zenone che difese a spada tratta la via della verità e la negazione del molteplice parmenidei

veramente è l'esatto opposto.


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Originalmente inviato da CVC
Io credo che la funzione della dialettica non sia quella né di accrescere né di dimostrare la conoscenza, ma è solo una funzione spirituale, soprattutto nella forma assunta dalla maieutica, che ha lo scopo di far uscire l'uomo dal suo stato di incoscienza, di non lucidità

Non ho capito veramente...quale spiritualità. visto che la maieutica si riferisce a Socrate?


Citazione:
Originalmente inviato da CVC
Si potrebbe sostituire il vero con l'utile se non fosse per il principio in base al quale si stabilisce l'utile. Se non esiste un utile universale ma solo un utile relativo, cosa stabilisce il sistema di relazioni (in una interconnessione pressochè infinita di si sistemi di relazioni) in base al quale si stabilisce ciò che deve essere considerato utile? E come si definisce l'utile? Ciò che funziona? E chi dice che ciò che funziona oggi non diventi un disastro domani? O che ciò che funziona per alcuni sia dannoso per altri?

infatti è quello che è avvenuto caro cvc (forse non te ne sei accorto ancora in pieno) dove l'utile ha preso il posto dell'umano, che differenza fa che sia dannoso, al denaro e alla tecnica non interessa affatto.

Citazione:
Originalmente inviato da CVC
e evidente che l'unico principio in base a cui si parla di utile è la semplice intuizione, laddove il principio dell'adattamento (presupposto biologico) è l'organizzazione, e l'organizzazione al più alto livello evolutivo (il nostro) è operata dalla ragione

non è così che avvenuto! le organizzazioni che poi si sono fatte stato, non sono state l'evoluzione del positivismo post rivoluzione francese illuminista basato sulla ragione: qua non c'è proprio nessun comunitarismo!

il tutto è avvenuto tramite le categorie sociali, che nel 900 si sono presentate sotto il nome di lotta di classe, e nel 2000 si presentano come generazione liquida o annichilita.(già a partire dagli anni 60 quando pasolini distingueva tra sviluppo e progresso).


Citazione:
Originalmente inviato da CVC
Credo che studiare il cervello e studiare il pensiero siano due cose diverse

un abbraccio cvc!
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Vecchio 28-06-2014, 23.03.22   #44
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è

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Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da FMJ:



Esatto, solo - così come ho già affermato nel precedente messaggio - non si tratta di un semplice punto di vista, ma di fede (la fiducia in quella che per uno è la Verità).
Tu puoi pensare come meglio desideri, stabilire il tuo metodo di ragionamento come meglio preferisci, ma infine - e per tutti - solo per Fede prenderai delle decisioni, solo con essa deciderai. E qualcuno dovrà pur sbagliare o azzeccare questa scommessa sulla Verità e quindi la relazione col mondo e con sé stesso.





E come faccio io a sapere quale prevarrà. Anzi, più che prevalere, ad essere quella Assoluta, ma sono certo che è Una.
Io credo - grazie alla fede in possesso di ogni essere umano - nell'oggettiva rivelazione dell'amore decifrato da Gesù Cristo, ma non posso decretare che gli altri credano in questo Mistero; posso solo sperimentarlo, viverlo e trasmetterlo attraverso le mie scelte e la mia esistenza, ecco perché ti parlo di fede: io credo, e non di punti di vista o di ragionamenti: io penso.




No, ci sono vincoli "sconosciuti" che agiscono sulla biologia: i miracoli (evento sigillato e annotato come inspiegabile per i bureau medici e scientifici).

Inoltre credo che quando si inizia a distinguere (e non percepire) il bene/male, la sincerità/menzogna, è quando "davvero" si comincia a poter costruire.


Pace&Bene

Rispettabilissima la tua posizione. Io mi fermo di fronte all'atto, legittimo, di fede. E' un salto che non mi sento, almeno per ora, di fare.

FMJ
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Vecchio 29-06-2014, 00.13.19   #45
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è

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Originalmente inviato da green&grey pocket
il fatto è che definendo la verità funzione, non ti interroghi nemmeno sul perchè lo fai, come già ho avuto modo, con sgiombo aretino e aggressor, di notare, è che non si abbia in testa tutto il problema della semantica: andiamo tutti insieme sulla treccani online e troveremo un articolo illuminante che parla di queste problematiche.
Nell'articolo si parla dell'indagine in media-res, cioè su quella indagine che non si domanda del perchè dei suoi punti di partenza dei suoi assiomi.

tra l'altro quella che nomini è un tipico caso di biologismo che richiama la teoria di darwin e tutto il cascame di immondizia che ne deriva fino alle abiezioni del selezionismo sociale.

comunque immagino che anche tu ne sarai esente da bravo cristiano occidentale, e allora torniamo a parlare del problema che sollevi.

perchè c'è un problema: come giustifichi il tuo modo di pensare? quale soggetto quale relativo e quale verità sopratutto.



'essere vivente comincia col distinguere....un momento? ma non vorrai dire che è l'essere biologico a distinguere spero...infatti quale parte biologica ha la facoltà vivente della distinzione?


evidentemente non ti accorgi che per passare da "essere biologico" al "tu" ci vogliono ben altri strumenti, pensare che la TUA narrazione, di cosa si vero o falso, DIA PER SCONTATO in che maniera lo si ottiene, dimostra fino in fondo di cosa sia stata capace la sofistica, far credere che una, due, mille narrazioni siano tutte vere, in nome del loro stesso argomentare...

1) L'osservatore, tu che guardi il mondo, una rana che guarda il mondo, un pesce rosso che guarda il mondo, è un SISTEMA VIVENTE. La COGNIZIONE è un fenomeno BIOLOGICO che palesa l'osservatore e il suo RUOLO. E' il sistema biologico che ISOLA dall'universo indifferenziato gli "eventi" e vi interagisce. Separiamo, distinguendolo, qualcosa che emerge dalla sfondo come oggetto, unità, ente. Lo sfondo è il DOMINIO dal quale quell'ente emerge in ragione delle distinzioni compiute dal sistema biologico. Distinguere è un'operazione COGNITIVA che si attua all'interno della TUA biologia. Quindi, chi costruisce NON E' estraneo alla sua stessa costruzione.
2) Il vivente, a differenza del mondo inorganico non-vivente, ha una organizzazione e una struttura che realizza quella organizzazione. La struttura può cambiare mantenendo la medesima organizzazione. E' esattamente quello che fanno i viventi. E' l'ORGANIZZAZIONE che distingue i viventi dal resto dell'universo e la loro capacità di AUTOMANTENIMENTO di tale organizzazione. Il confine è la MEMBRANA. Il vivente, a differenza del meccanico, si AUTOMANTIENE in termini organizzativi e strutturali. Il vivente, quindi, non è PASSIVO ma si delinea quale produttore il cui prodotto è se stesso.
3) Il vivente può accoppiarsi strutturalmente con il suo ambiente solo fino a che riesce a mantenere la sua organizzazione interna (intra membrana). Se questo non avviene, il vivente scompare. L'ontogenesi e la filogenesi, mostrano il progressivo mutamento strutturale al fine del mantenimento organizzativo.
4) La visione "banale" della conoscenza, vede il sistema nervoso come un captatore di informazioni esterne al fine di averne una corretta rappresentazione: sono balle. Anche il sistema nervoso ha una sua struttura e una sua organizzazione che ne determinano i limiti e le modalità d'azione. Quindi esistono due piani fenomenici sui quali possiamo descrivere l'organismo: uno interno relativo alla sua organizzazione e uno eterno collegando questa con l'ambiente. La nostra biologia, non contiene alberi, case, o fiori ma solo correlazioni tra indicatori entro dei limiti stabiliti dalla nostra biologia.
5) VERITA' è ciò che permette all'organismo di mantenere la sua organizzazione. E' verità tutto ciò che dal punto di vista dell'organismo è "viabile", "funziona". Saranno poi le conseguenze di quella costruzione a renderla diversa dalle altre costruzioni. Tutte VERE.
6) Se mi dici che questo è biologismo/darwinismo, allora mi dispiace ma non hai capito. E' costruttivismo, eventualmente...
7) Non sono "cristiano".
8) L'essere vivente, in quanto sistema organizzativo chiuso da un confine che è la membrana, viene perturbato nella sua organizzazione dall'ambiente. Com'è noto, E' la membrana la SEDE nella quale il sistema viene perturbato. La reazione a tale perturbazione esterna DIPENDE interamente dalla natura biologico-strutturale-organizzativa del sistema stesso. Questa reazione-adattamento E' la CONOSCENZA. Noi, nell'atto di conoscenza, siamo fuori e dentro la scena, viviamo di rappresentazioni, non esiste alcun OGGETTO di conoscenza, viviamo in un dominio di DESCRIZIONI che avvengono sulla base di DISTINZIONI vincolate alla nostra struttura e organizzazione BIOLOGICA.
9) Passare da essere biologico al tu è operazione quasi elementare una volta che siano tracciati i confini su un determinato piano fenomenico e fatte le opportune distinzioni. Ci sono state epoche nelle quali i negri non erano nemmeno considerati persone ma animali e le donne considerate inferiori all'uomo. Distinzioni. Descrizioni. COSTRUZIONI. Molte persone credevano in queste VERITA', in queste costruzioni e le conseguenze si sono viste. Le distinzioni, una volta compiute, diventano "REALI" e generano conseguenze.
10) Il mio modo di pensare, esattamente come qualsiasi altro modo di pensare, compreso il tuo, è una delle possibili descrizioni, delle possibili distinzioni, delle possibili costruzioni. Il fatto è che per me, le mie costruzioni sono costruzioni che funzionano più o meno bene, per te, invece, le tue sono VERITA'. L'operazione banale e ingenua è proprio questa: cercare di imporre come VERITA' delle costruzioni scambiate, ingenuamente, per VERITA'. Non lo sono. Non possono esserlo. Qualsiasi cosa tu dica, è cosa pronunciata da un CERTO PUNTO DI VISTA in relazione ad una CERTA biologia e quindi a CERTE distinzioni e a certi EVENTI. Chissà in che mondo vive un pipistrello. Chissà come costruisce il suo mondo. Un mondo nel quale vive, prospera e muore. Un mondo, evidentemente, POSSIBILE quanto il TUO. Un mondo nel quale, probabilmente, non esistono le luci, non esistono i colori e non esistono tante altre cose che, invece, esistono per te... per la TUA biologia ma non per la SUA.

FMJ
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Vecchio 29-06-2014, 01.29.49   #46
paul11
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è

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Originalmente inviato da green&grey pocket
già se non fosse che per i greci non c'era semantica alcuna.
la tua è una descrizione che è più una tua idea, che non un pensare all'altezza dei tempi.

comunque se è vero che il problema è l'oggettivazione dell'uomo, come galimberti spiega nel nuovo scenario mondiale, altresì è che se intendiamo invece il soggetto, dobbiamo prima decostruirlo per intenderlo.

la scienza in fin dei conti era un compagno necessario alla sua soggettivazione (dell'uomo intendo), il soggetto in tedesco vuol dire proprio colui che è davanti all'oggetto, (in latino sarebbe in maniera impropria sotto l'oggetto).
Voglio dire la relazione io - oggetto non è eliminabile.
La semantica, che dopo la svolta linguistica heideggeriana.witgenteniana, ha solo precisato diversamente la relazione come nominazione del soggetto e dominio dell'oggetto (che io intendo come funzione del dominio).

Il problema dell'Essere è solo una problematica giudaico-cristiana che glisso volentieri





Noi nicciani capiamo benissimo che la Natura come eterno ritorno, è l'Essere increato, ma ci soffermiamo sulla potenza che vige come necessità della vita e della morte, non ci interessa il tema della colpa e della giustizia.



si ma le negoziazione avviene sempre in nome di una morale, etica, giustizia, non è l'opera feroce dell'orda, dove al massimo abbiamo il clan, la tribù e la gerarchia del capobranco.




Preferisco infatti la psicanalisi alla psciologia dell'io che si interessa del soggetto, non all'io come lo intendo io.

E comunque la considerazione è corretta, trovi in me un alleato.

Penso che lo trovi perchè tu seppur da cristiano (e quindi da giudeo-cristiano) ti confronti con il nemico comune che è appunto la scienza che fa diventare l'uomo il mezzo e non più il fine (come avrebbe voluto kant, anch'esso in chiave cristiana, come giustamente sottolinea Galimberti)





Il problema della fine della storia è solo giudaico (nemmeno cristiano secondo me) dove la promessa storica affidato al popolo eletto diviene Giustizia, sul fatto che non esistone verità assolute dissento, nel senso che l'idea di Dio come dimostra anselmo d'aosta è già contenuta nella nostra natura umana, e quindi esiste in quanto valore assoluto, e non come vorrebbero i confutatori di Anselmo una verità di tipo oggettuale assoluto.

e mi fermo qui senza parlare dei vari platone aristotele kant hegel peirce etc...



La filosofia non può costruire un bel nulla, al massimo può descrivere quello che accade con un metodo di indagine che tenga conto della sua tradizione.
Può forse indicare possibili vie di reinterpretazione, ma la costruzione avviene solo nel sociale.




infatti! se la logica moderna è quella del denaro e della tecnica, l'opinione non sarà riguardo il denaro e la tecnica, bensì sull'ontologia e l'ermeneutica.Il nemico ripeto è comune.

Quello che volevo dire era però più problematico, se il soggetto è un nominato e l'oggetto è un dominio chi regola quella nominazione e chi decreta quale funzione usare?

La verità in questo duplice vortice, storico e semantico, sembra annaspare.

Sul fatto che la società dello spettacolo renda tutto opinione, cosicchè l'opinione dell'intellettuale è mischiata a quello dello scienziato e della casalinga, ne abbiamo chiara visione guardando il telegiornale.
non è imporante quello che dicono l'importante è che ci sia un pubblico! l'uomo diventa mezzo ai fine dell'auditel etcc....
Avendo studiato alle medie le tecniche di gerarchizzazione delle notizie giornalistiche, vuoi che non mi renda conto (dopo tutto questo tempo) di questo pasticcio che è contro la cultura?
Non capisco come tu possa dire il contrario.



che la filosofia debba essere portatrice di salvezza è una concezione giudaica, ti ripeto, poi sul fatto che la vita sia dissociata dalla filosofia, mi sembra di averlo già detto, anch'io la sento così...questo non vuol dire che la filosofia non filtri! direi il contrario, forse il problema è la ricezione di quella filtrazione che ripeto è sempre destrutturazione.
Se ti è caro il ruolo di soggetto (rispetto all'essere,se ho capito bene), dobbiamo veramente capire meglio di cosa si parla.



Green, sta diventando difficoltoso riuscire a seguire i tuoi pensieri in base alle infatuazioni dell'intellettuale di turno, in questo caso Galimberti e in una trattazione della discussione che verte, se non sbaglio, di verità fra due diversi modi di intendere, due culture fra cui la pragmatica.
Se cominciamo ad aver pregiudizi giudaico-cristiani, ci inseriamo terminologie galimbertiane come l'increato che per me è un nonsenso, parliamo di pasticceria e non di filosofia.
Se poi sei sicuro che gli antichi greci non conoscessero la semantica, cioè il significato di un segno, andiamo di bene in meglio
Non analizzo altre cose perchè le ritengo perdita di tempo senza una soluzione.
O argomenti decentemente se ritieni che il pragmatismo moderno non sia una teoria confacente alla verità , o dici cosa intendi per te verità , e allora si può chiudere la pasticceria e riparlare di filosofia.
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Vecchio 29-06-2014, 09.50.59   #47
CVC
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Originalmente inviato da green&grey pocket
cvc non ho capito nulla di quello che hai scritto, se hai tempo potresti riformulare, perchè così non si capisce.

la sofistica era quella scienza dell'informazione in cui la forma del detto è superiore al contenuto di quel detto.
che oggi venga usato pedissequatamente dalle scienza dell'informazione a me è chiaro, se vuoi ne parliamo.

democritò afferma il vuoto non come nulla ma come assenza di atomi, non c'entra nulla con la tradizione che da parmenide passa a platone fino ai giorni nostri, non è di quello che si parla qui.



veramente è l'esatto opposto.




Non ho capito veramente...quale spiritualità. visto che la maieutica si riferisce a Socrate?




infatti è quello che è avvenuto caro cvc (forse non te ne sei accorto ancora in pieno) dove l'utile ha preso il posto dell'umano, che differenza fa che sia dannoso, al denaro e alla tecnica non interessa affatto.



non è così che avvenuto! le organizzazioni che poi si sono fatte stato, non sono state l'evoluzione del positivismo post rivoluzione francese illuminista basato sulla ragione: qua non c'è proprio nessun comunitarismo!

il tutto è avvenuto tramite le categorie sociali, che nel 900 si sono presentate sotto il nome di lotta di classe, e nel 2000 si presentano come generazione liquida o annichilita.(già a partire dagli anni 60 quando pasolini distingueva tra sviluppo e progresso).




un abbraccio cvc!
Ricambio l'abbraccio, ma come tu affermi di non comprendere ciò ho scritto, ancor meno mi pare di aver compreso la tua risposta
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Vecchio 29-06-2014, 10.58.36   #48
maral
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Originalmente inviato da FMJ
1) Un uomo con TUTTO quello che la biologia prevede per un uomo MA senza corteccia cerebrale, vive ma non può pensare. Un uomo senza polmoni o senza cuore, semplicemente, MUORE;
Muore e quindi apparentemente (in base all'apparenza) non può pensare. In entrambi i casi siamo sempre nell'ambito dll'apparenza rappresentativa costruita per quanto riguarda cosa determini il potere o no pensare, apparenza tra l'altro non condivisa da chi non può pensare (e quindi effettivamente vive come soggetto il suo non poter pensare).

Citazione:
2) "Le principali teorie ufficiali e gli ultimi risultati della ricerca mostrano come il concetto del vuoto quale spazio privo di proprietà fisiche e dinamiche proprie e teatro passivo dei fenomeni naturali non sia assolutamente più sostenibile.
Le evidenze teoriche e sperimentali della meccanica quantistica hanno determinato un profondo mutamento dell’interpretazione del vuoto fisico che, da questo punto in poi, non potrà che essere considerato come un’entità fisica dinamica, sede di una incessante attività di campi quantistici dai quali emergono in maniera deterministicamente imprevedibile onde" (Luigi Caligiuri, fisico e ricercatore). Aggiungo che il "vuoto" è così "pieno", da generare EFFETTI GRAVITAZIONALI.
Di nuovo stiamo parlando di costruzioni rappresentative e pertanto quell'assolutamente non ha senso (nemmeno nel ristretto ambito fisico ove le formulazioni teoriche restano comunque sempre discutibili e a posteriori). Che poi il vuoto quantistico sia inteso come un pieno (una specie di vuoto in media) non pregiudica il fatto che non lo si possa attraversare. Se le particelle che danno luogo al muro sono separate da spazi di vuoto, comunque lo si intenda, mi pare che nulla vieti di pensare che questo vuoto possa essere attraversato da un corpo analogamente costituito e a maggior ragione se la natura particellare la si intende come ondulatoria.

Citazione:
3) Certo che so benissimo che le mie, come le tue, sono costruzioni. La differenza sta nel fatto che tu vuoi rendere UNA delle tue costruzioni, VERITA'. La vuoi far valere e dominare su tutte le altre costruzioni. Questa è la differenza. Vuoi rendere più VERA una costruzione tra le costruzioni. Nel farlo, usi distinzioni e costrutti, talvolta lassi e vaghi, indefiniti. Se io dico che oltre le mie costruzioni c'è la terra dei cachi, questa costruzione ha la stessa natura della tua quando dici che oltre le costruzioni c'è la terra "ontologica". E chi lo sa? Tu hai SEMPRE a che fare con costruzioni, con interpretazioni, dato che TU sei TU, costretto nella tua BIOLOGIA e nel funzionamento del TUO sistema di distinzioni, nella tua struttura e organizzazione;
Veramente io ho detto l'esatto contrario, ossia che tutte le rappresentazioni, immediate o mediate - ossia costruite- che siano, in sé de-finite, sono false proprio in quanto rappresentazioni parziali, ma il gioco che tutte le comprende a cui esse danno luogo è vero. E che tale gioco per quanto impossibile da concepire concretamente per intero è impossibile non tendere al concepirlo.
La vaghezza determinata dal senso astratto e generale di questa preposizione è inevitabile, poiché ogni specificazione ulteriore non può che aumentare il grado di fallacia proprio in quanto la delimita allo specifico parziale (un po' come nel principio di indeterminazione di Heisemberg, per usare una metafora). Questo significa che il tuo specifico riferimento alla biologia intesa in senso totalizzante non può che essere arbitrario e fallace dal punto di vista ontologico.
Citazione:
4) Tu anticipi continuamente senza alcuna coscienza. Un riflesso spinale cos'è? Un'anticipazione. Se tocchi con una mano un ferro incandescente, senza nemmeno rendertene conto, ritrai la mano, giusto? Lo fai perché la tua biologia si anticipa che ne avresti un danno. Non serve la coscienza per avere un sistema di anticipazione. Serve una biologia, una struttura, un'organizzazione. Non serve necessariamente la coscienza; tutti i viventi, anticipano gli eventi, ma non tutti hanno la coscienza; quando ritrai la mano, QUELL'ATTO E' l'anticipazione;
Dicendo "quando ritrai la mano, QUELL'ATTO E' l'anticipazione" attribuisci un significato a quel riflesso di ritrarre la mano (ossia intendi quel ritrarre la mano come un segno di un'anticipazione) e questo è proprio il rappresentare. in senso astratto per cui A (ritrarre la mano) è B (anticipazione), ossia NON A, dunque A è NON A. ma questo è illogico. Questo non significa che tra A e B non possano esistere parti relativamente in comune, ma che si assumono arbitrariamente quelle parti in comune in assoluto (come a dire A non è nient'altro che B sempre e comunque) e proprio qui sta la fallacia.
Dire che ritrarre la mano dal fuoco è anticipazione inconscia degli effetti del fuoco sulla mano è una rappresentazione mentale del tutto volutamente e consciamente costruita che è e resta arbitraria, tanto più se la si inquadra in una visione di significato biologico ove la biologia è il risultato di un'ulteriore costruzione mentale, cosciente e arbitraria, dipendente da termini di significato culturale.

Citazione:
5) Noi non "rappresentiamo" qualcosa che sta al di là. Noi costruiamo, a partire dalla nostra biologia, l'unica cosa che abbiamo: la nostra "realtà". Quello che perturba la nostra biologia, è inconoscibile, omogeneo, senza significato, tutt'uno. Siamo noi con i nostri costrutti che isoliamo degli eventi e li anticipiamo, costruendo significati. Attivamente. L'organico è costruttore di mondi di significati, di teorie che non diranno mai nulla su ciò che sta là fuori, ma diranno, in primis, come siamo fatti NOI. Al massimo, una costruzione potrà funzionare o meno ma MAI potrà aderire all'ontologico dato che ogni costruzione è frutto di una specifica biologia, in questo caso, quella umana. Tu non sei passivo di fronte all'universo, tu sei attivo, costruisci, reagisci, conferisci significato, edifichi il tuo mondo. Non c'è nulla là fuori che venga a te, semplicemente, c'è qualcosa che PERTURBA il tuo sistema biologico il quale reagisce attivamente generando i le tue costruzioni e i tuoi significati. Più oltre non si procede. Tu sei un punto di vista, una biologia, una struttura, un'organizzazione, una modalità, un sistema organico limitato dalla sua specifica biologia.
E perturbandolo questo qualcosa che sta al di là mi fa essere quello che sono, anche in termini di rappresentazione biologica. Ma se è così, se cioè quello che sono è la risposta alla sollecitazione di ciò che mi è esterno (dell'altro da me) che non posso in alcun modo sapere pur essendovi ontologicamente rapportato, allora nemmeno ciò che io sono posso veramente sapere: io sono la risposta a una domanda che mi è sconosciuta e dunque il significato di questa risposta resta a me stesso oscuro nella sua radicale insopprimibile vaghezza. fissare questo significato sulla biologia resta comunque arbitrario, esprime cioè una volontà, una fede e non una verità.
Citazione:
Non sei DIO.
E qui bisognerebbe intendersi per cosa è Dio. Se significa non sono onnipotente in quanto onni preveggente senza dubbio non lo sono e non lo siamo, proprio in quanto solo il mondo rappresentativo è raggiungibile dalla coscienza che è sempre limitante, in tal senso nessun Dio può apparire, nessuna realtà assolutamente in sé conclusa, anche se ognuno di noi partecipa eternamente proprio della totalità dell'infinito gioco che esprime necessariamente l'essere a mezzo della totalità fenomenologicamente infinita delle sue rappresentazioni.
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Vecchio 29-06-2014, 11.37.06   #49
maral
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Riferimento: La vittoria pragmatica di Gorgia : nulla è

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Originalmente inviato da green&grey pocket
infatti! ma se il niente non fosse il niente bensì la morte, noi dobbiamo dimenticarci della vita? perchè il cerchio si sofferma, si tiene, si illude ai confini del sacro? questo immmobilismo è un messaggio di morte inteso come incapacità di vivere la vita, in quanto è ovvio che se la morte è niente, allora anche la vita è niente, su questo Severino ha delle intuizini straodinarie.
il fatto è che (sebbene prima delle interviste tutti quanti parlino di un uoma dalla affabilità indiscussa, e quindi non è vero che rinuncia alla vita...mitici i suoi inviti di fronte a bel piatto di polenta etc...) nella sua teoria, egli vada proprio al cenro di quella forza centripeta, facendoci capire, che quella forza non è centripeta, ma appunto eterno apparire dei cerchi.
Il fatto è che lui da filosofo immenso quale è, va poi a parlare dell'apparenza, e lì diventa formalismo dialettico, formalismo vivente, che secondo me è ancora un messaggio di morte.Non si sottrae cioè a quello che è il mio bisogno di salvezza.
A me non interessa la salvezza giudaica, ma quella di senso, appunto l'aporia è solo spinta vitale, alla trascendenza.
Per dirla con il "greco" Galimberti la costruzione sempre più complessa dell'io è esattamente la trascendenza greca, quello che non posso accettare è la loro sosta di fronte ai tabù, che hanno una vita assai più remota e rimossa.
Nell'impossibilità di ricreazione di quella memoria come fu, si tenta di intenderla il più vicino possibile, cioè di raccontarla, andando oltre il sacro.Io non credo sia andare oltremisura, non parlo mai di immortalità.


Nel discorso di Severino se morte significa diventare niente dell'ente, la morte è impossibile, è pura contraddizione tolta in partenza, pur essendo evidentemente possibile concepire questa contraddizione, ossia contraddirsi, ove il contraddirsi sta tutta nella dimensione fenomenologica di un necessario apparire, ma preso preso come assoluta interezza nella sua parzialità.
L'eterno apparire è la manifestazione dell'eterno essere dell'ente proprio per come esso è, ed esso è eternamente salvo fin dall'inizio, proprio in quanto è e proprio in quanto così si manifesta, perché comunque si manifesti esso è in ciò che via via manifesta . La salvezza è già implicita nella sua ontologia fondamentale. e l'affabile Severino che si entusiasma davanti a un piatto di polenta è proprio lo stesso Severino che filosofa sull'eternità dialettica originaria di ogni singolo ente, in un modo e nell'altro manifesta ciò che è e non può non essere.
Il limite del sacro è in tal senso un limite di visibilità che è continuamente e dialetticamente oltrepassato nella dimensione fenomenologica per necessità logica, è la dialettica che al di là di essere un puro gioco discorsivo, si manifesta in tal modo come il senso stesso e più profondo dell'apparire esistenti.
C'è una necessità profonda e inalienabile in questo apparire che manifesta il vero a mezzo del non vero, perché esso è comunque pura corrispondenza all'essere dell'ente, è manifestazione intrinseca del suo destino inalienabile di essere ciò che è, e in questo essere ciò che è consiste la vera gioia, l'eterna salvezza originaria per come è e fenomenologicamente via via appare.
La tua obiezione mi suona come a me non interessa questa eterna salvezza originaria che è come la più forte e indistruttibile delle catene, voglio conquistarmela la mia salvezza, voglio volerla realizzare per essere libero di scegliere anche se costasse la mia dannazione. Voglio essere libero di poter errare e di essere ciò che non sono. Dunque non voglio che il morire (diventar niente) sia precluso alla mia volontà. E' così?

Ultima modifica di maral : 29-06-2014 alle ore 11.52.27.
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Vecchio 29-06-2014, 12.14.32   #50
Davide M.
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Originalmente inviato da FMJ
Non puoi decidere quando, dove e come nascere? Perché, vorresti decidere qualcosa ancor prima di esserci? Non puoi nemmeno decidere la tua biologia, se è per questo.

e quando vorresti decidere di nascere, quando sei già nato? quando vorresti decidere a quale facoltà iscriverti, quando ti sei già laureato? quando ti fai portare il menu, quando hai già digerito? Ecco perché non hai il concetto di verità, perché tu non sai la differenza tra logos e to on. Per te la biologia è assolutamente determinante nella costruzione della tua verità, esattamente come lo era per Hitler, i nazisti e tutti quelli come loro. La tua visione è agli antipodi della filosofia, che è essenzialmente dialogo.
Davide M. is offline  

 



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