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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 02-02-2016, 10.24.15   #151
maral
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.

Citazione:
Originalmente inviato da paul11
Anche un gamete maschile che cerca un ovulo femminile è una forma di conoscenza per te?
Certamente, anche una singola cellula possiede una sua conoscenza, senza sapere nulla di questa conoscenza. L'essere umano è invece probabilmente l'unico essere vivente che sa di sapere e di non sapere, è quindi l'unico osservatore.

Citazione:
Ben prima di Platone e della filosofai greca esisteva tecnica volontà di potenza.Quando si dice dell'età del ferro e del bronzo si indicano tecnologie e applicazioni non solo civili, ma armi .
Che poi il dispiegamento delle tecniche grazie a conoscenze e metodiche più affinate abbiano ulteriormente reso evidente il fenomeno significa che è piuttosto riconducibile alla natura umana e non alla tecnica a trasformare.Il soggetto storico è sempre l'uomo e non i suoi strumenti.
Il rischio è di fare di tutto un fascio fermandosi ai concetti di tecnica e volontà di potenza.
Proprio per non fare di tutta un'erba un fascio è necessario distinguere il significato di "tecnica" per come si prefigura oggi rispetto agli albori della storia umana, e questo sarebbe appunto compito filosofico e non semplicemente storico.
Come ho già detto la tecnica è connaturata all'uomo, in quanto l'uomo, non avendo risposte preordinate, proprio in virtù della sua consapevolezza è esposto al mondo. Allo stesso modo la volontà di potenza è anch'essa il frutto di questa consapevolezza umana che in quadra il mondo sempre e solo da un punto di vista soggettivo, il senso di un io che si sente sempre messo in gioco e reagisce tentando di dettare il gioco.
Ma fino a qui il protagonista è sempre l'uomo, non così dopo lo sviluppo tecnologico industriale con il ruolo primario assunto dalla macchina (intesa non semplicemente come strumento di lavoro, ma soprattutto come modo di pensare la produzione). Oggi (e solo oggi), l'uomo (chiunque: il super tecnico espertissimo nel suo settore, il dirigente di una multinazionale come l'ultimo dei consumatori con il suo magico touch screen in mano) è inferiore ai suoi strumenti e in quanto tale ne è strumento, mentre il più misero degli agricoltori dell'età del bronzo non era inferiore alla sua vanga. E allo stesso modo la volontà di potenza non è più la sua, se non in deliri e vaneggiamenati del tutto riprovevoli: la volontà di potenza è della macchina tecnica, perché solo essa è capace di realizzzarla efficacemente. Dunque l'essere umano è chiamato ad adeguarsi al meccanismo, secondo procedura per funzionare come deve.
Questo fissa la base di un'etica tutta diversa rispetto al passato che sostituisce il bene e il male con il funzionante e il non funzionante, un'etica che produce i suoi reietti dannati e i suoi beati ben inseriti e premiati, ma non è più un'etica umanamente fondata. Appunto l'uomo (seguendo gli dei in cui aveva proiettato la propria immagine di potenza nel cui sovrumano pur tuttavia era ancora possibile vedere l'umano) ormai è antiquato, che lo si voglia o meno e qui sta la grande differenza rispetto all'età del bronzo.
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Vecchio 02-02-2016, 10.46.37   #152
maral
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.

Citazione:
Originalmente inviato da Hegel89
I cosiddetti atei e i cosiddetti credenti sono della stessa medesima pasta
Certo, della medesima pasta umana, quindi le loro individualità sono esposte alle medesime problematiche. Se poi la distinzione tra atei e credenti riguarda la fede in principi aprioristici definiti è indubbio che vi possano essere (e vi sono stati) tanti atei di fede ben superiore a quella di tanti credenti. Il problema della differenza insorge quando si pone a referente di questa fede una personificazione divina (una sorta di rappresentazione umana collocata nell'ultraumano), in particolar modo quella discendente dalla tradizione giudaica e dal cristianesimo che più direttamente ci riguarda. Ma il Dio che per Nietzsche è morto va a mio avviso ben oltre questo ambito di fede, è definitivamente morto un modo di sentire il mondo e si tratta di una morte ben più radicale di quella che fa capo a una questione di religiosità o meno.
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Vecchio 02-02-2016, 11.05.40   #153
maral
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.

Citazione:
Originalmente inviato da Sgiombo
Per me, malgrado il mio pessimismo (o più probabilmente realismo) circa i prevedibili esiti di fatto, verosimilmente disastrosi e alquanto ignominiosi, della storia umana (che comunque non considero ancora del tutto inevitabili: qualche flebile speranza mi ostino a coltivarla), non si tratta comunque di ineluttabile "destino", ma di esiti non scontati a priori...
La speranza è una figura così fortemente cristiana (del grande ottimismo cristiano)... mi chiedo se a volte la "disperanza", quando incontra gli uomini giusti non possa persino fare di più. Tu hai nominato alcuni grandi rivoluzionari (chissà se nel loro intimo davvero speravano o disperavano), io mi accontento di citare dei versi, sono quelli di Cyrano, lo spadaccino ha sempre combattuto contro soprusi, arroganza e ingiustizie e, colpito a morte in un agguato, mentre nel delirio continua a battersi, così dice:

Che dite?... È vana... so... la resistenza adesso,
ma non si pugna nella speranza del successo!
No, no: più bello è battersi quando è in vano. — Qual fosco
drappello è lì? — Son mille... Ah, sì! vi riconosco,
vecchi nemici miei, siete tutti colà!
La menzogna?
Ecco, prendi!... Ecco, ecco le Viltà
ed ecco i Compromessi, i Pregiudizi!
Che io venga a patti? Mai! — Ed eccoti anche te,
Stoltezza! — Io so che alfine sarò da voi disfatto;
ma non monta: io mi batto, io mi batto, io mi batto!
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Vecchio 02-02-2016, 11.11.44   #154
Garbino
Garbino Vento di Tempesta
 
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.

Dio è morto, anche Nietzsche.

Mi scuso per la tardiva risposta ma sinceramente non ho proprio potuto.

Premetto che il mio precedente intervento era volutamente provocatorio. Una volta tanto mi sono espresso come molti altri si esprimono, spacciando tutto ciò che si pensa o peggio ciò che si crede per verità, anche semi-verità, e ringrazio Paul di averle rintracciate e di averle evidenziate, e tra poco gli risponderò punto per punto.

Premetto che non mi dilungherò sull' ascetismo dal momento che sto affrontando la lettura di Genealogia della morale in un' altra discussione. Opera che può essere interpretata come l' atto di denuncia di Nietzsche nei confronti degli asceti e non vorrei essere costretto a ripetermi. Sugli asceti ciascuno può pensarla come vuole ma è mia opinione che Genealogia della morale sia un' opera illuminante.

X Maral

Ne abbiamo già discusso. Ma gli asceti rappresentano una potenza maggiore in un contesto storico dove l' uomo non sa più agire, in netta decadenza in confronto ai periodi forti della Storia Umana ( e mi riferisco agli Egizi, ai Greci ed ai Romani ), dove gli asceti erano relegati in templi e anche se tenuti in alta considerazione non avevano molto influsso sugli uomini. I nobili erano più potenti di loro, anche se per gli Egizi questa affermazione va presa con le molle. Quindi non una potenza di più alto grado ma la maggiore potenza esprimibile in un determinato contesto storico, e che purtroppo include anche la nostra epoca.

X Paul11- Premetto che tutto ciò che esprimo è di carattere opinabile. Nessuna verità, soltanto il frutto del mio pensiero.

1) La frase era volutamente polemica, per altro comunque hai perfettamente ragione, ma anch'io in un precedente intervento ho detto che per me Dio non è neanche mai nato.

2) Non è così per tutti i credenti. Il Cristiano, ad esempio, ha bisogno della fede per credere che Dio sia. La tua frase è più in riferimento al contesto Ebraico o Musulmano, ma riprenderò l' argomento in seguito.

3) La confusione che regna su questo argomento è veramente grande. Ringrazio Memento per averlo messo in evidenza. I nobili che intende Nietzsche non sono paragonabili agli attuali squali feticisti ed autodistruttivi che dominano il mondo. Secondo Nietzsche anzi questi sono i naturali successori degli asceti. ( Ma rimando all' altro post per l' approfondimento ).

4) Purtroppo dal mio punto di vista sta tutto in un altro modo. Ma anche per questo argomento rimando all' altra discussione.

5) A questa mi sembra di aver già dato sufficienti chiarimenti in merito.

6) Sul fatto che sulla Storia delle fedi ci sia molta ignoranza, non posso essere che d' accordo. Naturalmente io ho opinioni diverse dalle tue, anche perché ho una prospettiva diversa, come dire dall' esterno, mentre invece tu mi sembra che la veda dall' interno. Nessuna valutazione sul merito, soltanto una puntualizzazione. Ma ciò non implica che si possa ipotizzare ignoranza di Nietzsche su tali argomenti. Prima che gli venisse affidata a 23 anni la cattedra universitaria aveva per molti anni svolto la mansione di filologo e la sua cultura è immensa ed in ogni direzione. A 15 anni traduceva Orazio in tedesco e a diciassette, mi sembra, Schopenhauer in latino. Le date possono essere inesatte ma ciò non toglie che dimostra di conoscere molto bene la Storia delle religioni in tutta la sua opera.

7) La Fede ha avuto un ruolo diverso in ogni contesto storico-sociale.
La Fede come noi la intendiamo, nel senso Cristiano, non ha nulla a che vedere con la Fede Ebraica ad esempio. Come popolo Sacerdotale per eccellenza, gli Ebrei non si pongono nemmeno la possibilità che Dio non esista, la loro Fede è un vero simbolo di Fiducia nel fatto che Javeh continui a vegliare su di loro e a proteggerli, loro che si reputano il Popolo Eletto.

8) Dio non è stato mai buono fino al Cristianesimo. E' quest' ultimo che ha rimosso l' alone di negatività di Dio comunque presente in ogni religione, compresa il Vecchio Testamento Ebraico, e lo ha eletto a Suprema Bontà. Il male è di pertinenza del Diavolo e di Satana.

9) Ciascuno può pensarla su Nietzsche come vuole. Dal mio punto di vista, a parte la sua Metafisica: Oltreuomo, Eterno Ritorno e simili, rimane il Quarto Grande di sempre, insieme a Socrate Platone ed Aristotele.

10) Indicami un filosofo in cui non fosse presente una vena di follia. La follia è per molti versi presente in ogni uomo, specialmente nei filosofi. I suoi effetti dipendono soltanto dal periodo storico in cui si è inseriti.

11) Nietzsche è Grande ed Eraclito è il suo profeta.
Ah, ah, ah. Ciascuno ha i suoi difetti e se li tiene.

Ringrazio della cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
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Vecchio 02-02-2016, 11.19.43   #155
Sariputra
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.

Citazione:
Originalmente inviato da maral
La speranza è una figura così fortemente cristiana (del grande ottimismo cristiano)... mi chiedo se a volte la "disperanza", quando incontra gli uomini giusti non possa persino fare di più. Tu hai nominato alcuni grandi rivoluzionari (chissà se nel loro intimo davvero speravano o disperavano), io mi accontento di citare dei versi, sono quelli di Cyrano, lo spadaccino ha sempre combattuto contro soprusi, arroganza e ingiustizie e, colpito a morte in un agguato, mentre nel delirio continua a battersi, così dice:

Che dite?... È vana... so... la resistenza adesso,
ma non si pugna nella speranza del successo!
No, no: più bello è battersi quando è in vano. — Qual fosco
drappello è lì? — Son mille... Ah, sì! vi riconosco,
vecchi nemici miei, siete tutti colà!
La menzogna?
Ecco, prendi!... Ecco, ecco le Viltà
ed ecco i Compromessi, i Pregiudizi!
Che io venga a patti? Mai! — Ed eccoti anche te,
Stoltezza! — Io so che alfine sarò da voi disfatto;
ma non monta: io mi batto, io mi batto, io mi batto!



Una sorta di disperanza speranzosa sig. Maral ...un sperare che la disperazione alfine serva almeno a morire in piedi.
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Vecchio 03-02-2016, 00.26.58   #156
Hegel89
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Citazione:
Originalmente inviato da paul11
Potrei anche essere d'accordo, ma non eludere il problema perchè esiste, ma soprattutto non fare estremismi di esempi di credenti e non credenti che non serve a nulla:entra in merito perchè quello che dici non supera comunque purtroppo il dualismo..

Vi ricordo che tutti gli argomenti vari che qui affrontiamo sono stati già risolti, con i loro dualismi, dal sistema filosofico di Hegel...

Cioè non mi sto inventando niente, ed è molto facile per me rispondere per esempio a questa domanda.

La religione e la filosofia che cosa sono? Sono il medesimo contenuto, ma in forma diversa.
Entrambe rispondono alle stesse domande fondamentali, entrambe credono ad un certo sistema di verità, soltanto che la fede usa la ritualità e in generale la rappresentazione, mentre la filosofia impiega il pensiero puro.

Ecco risolto il dualismo!

Citazione:
Originalmente inviato da memento
Come al solito si confondono le nozioni di ateismo e scientismo. È una generalizzazione impropria,perché si può benissimo pensare che la scienza non possa spiegare tutto ciò che accade nel mondo,ed essere comunque non credenti. Credere nella realtà non significa nulla: la realtà non mi appare né si rivela tutta bella davanti a miei occhi. Si può credere nel sapere scientifico,che è un altro discorso.

Non hai compreso il mio intervento, ti invito a rileggerlo. Non credere alla realtà è proprio una provocazione infatti, per spiegare quanto non abbia senso ipotizzare che esistano non credenti, che cioè non credano in nulla!
Dire Dio non esiste è proprio come dire la realtà non esiste.

Il fatto di "confondere" ateismo e scientismo, come dici tu, è proprio invece la soluzione al dualismo che sempre si "divarica" artificialmente ogni qual volta ci si trovi di fronte alla verità.

Citazione:
Originalmente inviato da maral
Certo, della medesima pasta umana, quindi le loro individualità sono esposte alle medesime problematiche. Se poi la distinzione tra atei e credenti riguarda la fede in principi aprioristici definiti è indubbio che vi possano essere (e vi sono stati) tanti atei di fede ben superiore a quella di tanti credenti. Il problema della differenza insorge quando si pone a referente di questa fede una personificazione divina (una sorta di rappresentazione umana collocata nell'ultraumano), in particolar modo quella discendente dalla tradizione giudaica e dal cristianesimo che più direttamente ci riguarda. Ma il Dio che per Nietzsche è morto va a mio avviso ben oltre questo ambito di fede, è definitivamente morto un modo di sentire il mondo e si tratta di una morte ben più radicale di quella che fa capo a una questione di religiosità o meno.

Per l'ennesima volta, qui si mette in evidenza l'ignoranza che ho sottolineato all'inizio, proprio riguardo i testi classici della storia della filosofia:

Che "DIO è MORTO" è stato annunciato per la prima volta con queste parole da HEGEL, nella Fenomenologia dello Spirito, dunque MOLTO PRIMA DI NIETZCHE.

«La coscienza infelice è il dolore che si espri-me nella dura espressione: Dio è morto» (GWF Hegel, Fenomenologia dello Spirito, Bompiani, p 985.)

A vostra discolpa va il fatto che in realtà anche molti esperti incorrono in questo sbaglio.

Tale frase indica semplicemente lo stato della coscienza infelice, che appunto ha scoperto che l'essenza appare definitivamente perduta.

Pertanto la morte di Dio è il cristianesimo stesso che la annuncia, e questo è il punto fondamentale di ogni svolta del processo di conoscenza, in quanto porta il pensiero a risorgere dal corpo alla verità dello spirito.

E questo significa: la verità la si ottiene solo a costo di una perdita di naturalità e immediatezza, di cui si deve fare interiormente rinuncia (e ciò vale per ogni coscienza, sia essa denominata credente o non credente, superstiziosa o non, bianca o nera).

Ultima modifica di jeangene : 03-02-2016 alle ore 08.45.47. Motivo: merge messaggi
Hegel89 is offline  
Vecchio 03-02-2016, 00.56.18   #157
paul11
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.

Citazione:
Originalmente inviato da Garbino
Dio è morto, anche Nietzsche.

Mi scuso per la tardiva risposta ma sinceramente non ho proprio potuto.

Premetto che il mio precedente intervento era volutamente provocatorio. Una volta tanto mi sono espresso come molti altri si esprimono, spacciando tutto ciò che si pensa o peggio ciò che si crede per verità, anche semi-verità, e ringrazio Paul di averle rintracciate e di averle evidenziate, e tra poco gli risponderò punto per punto.

Premetto che non mi dilungherò sull' ascetismo dal momento che sto affrontando la lettura di Genealogia della morale in un' altra discussione. Opera che può essere interpretata come l' atto di denuncia di Nietzsche nei confronti degli asceti e non vorrei essere costretto a ripetermi. Sugli asceti ciascuno può pensarla come vuole ma è mia opinione che Genealogia della morale sia un' opera illuminante.

X Maral

Ne abbiamo già discusso. Ma gli asceti rappresentano una potenza maggiore in un contesto storico dove l' uomo non sa più agire, in netta decadenza in confronto ai periodi forti della Storia Umana ( e mi riferisco agli Egizi, ai Greci ed ai Romani ), dove gli asceti erano relegati in templi e anche se tenuti in alta considerazione non avevano molto influsso sugli uomini. I nobili erano più potenti di loro, anche se per gli Egizi questa affermazione va presa con le molle. Quindi non una potenza di più alto grado ma la maggiore potenza esprimibile in un determinato contesto storico, e che purtroppo include anche la nostra epoca.

X Paul11- Premetto che tutto ciò che esprimo è di carattere opinabile. Nessuna verità, soltanto il frutto del mio pensiero.

1) La frase era volutamente polemica, per altro comunque hai perfettamente ragione, ma anch'io in un precedente intervento ho detto che per me Dio non è neanche mai nato.

2) Non è così per tutti i credenti. Il Cristiano, ad esempio, ha bisogno della fede per credere che Dio sia. La tua frase è più in riferimento al contesto Ebraico o Musulmano, ma riprenderò l' argomento in seguito.

3) La confusione che regna su questo argomento è veramente grande. Ringrazio Memento per averlo messo in evidenza. I nobili che intende Nietzsche non sono paragonabili agli attuali squali feticisti ed autodistruttivi che dominano il mondo. Secondo Nietzsche anzi questi sono i naturali successori degli asceti. ( Ma rimando all' altro post per l' approfondimento ).

4) Purtroppo dal mio punto di vista sta tutto in un altro modo. Ma anche per questo argomento rimando all' altra discussione.

5) A questa mi sembra di aver già dato sufficienti chiarimenti in merito.

6) Sul fatto che sulla Storia delle fedi ci sia molta ignoranza, non posso essere che d' accordo. Naturalmente io ho opinioni diverse dalle tue, anche perché ho una prospettiva diversa, come dire dall' esterno, mentre invece tu mi sembra che la veda dall' interno. Nessuna valutazione sul merito, soltanto una puntualizzazione. Ma ciò non implica che si possa ipotizzare ignoranza di Nietzsche su tali argomenti. Prima che gli venisse affidata a 23 anni la cattedra universitaria aveva per molti anni svolto la mansione di filologo e la sua cultura è immensa ed in ogni direzione. A 15 anni traduceva Orazio in tedesco e a diciassette, mi sembra, Schopenhauer in latino. Le date possono essere inesatte ma ciò non toglie che dimostra di conoscere molto bene la Storia delle religioni in tutta la sua opera.

7) La Fede ha avuto un ruolo diverso in ogni contesto storico-sociale.
La Fede come noi la intendiamo, nel senso Cristiano, non ha nulla a che vedere con la Fede Ebraica ad esempio. Come popolo Sacerdotale per eccellenza, gli Ebrei non si pongono nemmeno la possibilità che Dio non esista, la loro Fede è un vero simbolo di Fiducia nel fatto che Javeh continui a vegliare su di loro e a proteggerli, loro che si reputano il Popolo Eletto.

8) Dio non è stato mai buono fino al Cristianesimo. E' quest' ultimo che ha rimosso l' alone di negatività di Dio comunque presente in ogni religione, compresa il Vecchio Testamento Ebraico, e lo ha eletto a Suprema Bontà. Il male è di pertinenza del Diavolo e di Satana.

9) Ciascuno può pensarla su Nietzsche come vuole. Dal mio punto di vista, a parte la sua Metafisica: Oltreuomo, Eterno Ritorno e simili, rimane il Quarto Grande di sempre, insieme a Socrate Platone ed Aristotele.

10) Indicami un filosofo in cui non fosse presente una vena di follia. La follia è per molti versi presente in ogni uomo, specialmente nei filosofi. I suoi effetti dipendono soltanto dal periodo storico in cui si è inseriti.

11) Nietzsche è Grande ed Eraclito è il suo profeta.
Ah, ah, ah. Ciascuno ha i suoi difetti e se li tiene.

Ringrazio della cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.

Tempo fa ho visto un video in cui Severino spiegava il termine polemos e in fondo corrisponde a quello che avviene.
Delle persone semplicemente hanno tesi differenti e si confrontano in maniera civile e rispettosa senza alcun rancore personale.
Io il forum lo vivo così e mi pare che sia condivso.
Vedo che diversi punti li argomenterei altrove, attenderò allora di leggerli.

Ribadisco di essere uno strano credente perchè da tempo ho capito che ci sono diverse modalità di conoscere e interpretare.
Puoi leggere un testo antico in modo letterario, in modo spirituale o in modo mitico-psicologico. Erano forme pre-logiche di trasmissione di saperi.
Nei monoteismi non esiste il dio separato, persino nelle teologia sulla trinità si è fatto un gran polverone.
Nell'ebraismo la Torà è come per noi la costituzione della repubblica italiana. Lì ci sono le normative, le festività, le modalità di comportamenti dettagliati. Queste cose appaiono noiose ai non ebrei che leggono la bibbia veterotestamentaria. Gli ebrei hanno una organizzazione sociale. religiosa che ha garantito loro la sopravvivenza in qualunque comunità estera, con il limite che tendono ad essere un gruppo chiuso.Ma guarda che esiste anche da loro una visione atea o comunque laica.L'islam è troppo distante dalle origini delle fedi per interessarmi, ho delle idee in proposito per cui è nato. Era un popolo dedito al nomadismo con aggregazioni parentali e tribali, ma privo di identità di nazione di un popolo. Un poco come i pellerossa americani divisi fra loro.
Nel crisitianesimo è la figura di Cristo che è centrale e non è un asceta.

Conosco la vita di Nietzsxhe era il preferito del miglior filologo.
Così come ho visto la sua casa di vacanza in Engadina presso il passo.del Maloia.Era sicuramente un fine erudita, ma non capisco perchè fa parlare Zaratustra ed è contro il cristianesimo,prima o poi dovrò approfondire Nietzsche,

La mia impressione è che Nietzsche odia la metafisca e odia il cristianesimo in quanto ci vive in questa cultura. Ritenendo la metafisica il luogo in cui l'uomo ha spostato il suo essere,congelandone quindi motivazioni, speranze e aspettative, spostando come nelle religioni qddirittura in un aldilà la giustizia, depotenza la propria esistenza nella vita mondana.
Ma io interpreto invece il cristianesimo come interpreta lui la vita, per questo per lui non provo risentimenti o quant'altro.
Bisognerebbe leggere attentamente i Vangeli e poi studiarsi come sono stati interpretati. Per me l'aldilà è una scommessa che dipende totalmente da come vivo quì e ora.le speranze, motivazioni sono nella vita semmai il comportamento deve essere morale nel senso di amore e rispetto, ma questo è un sistema valoriale condiviso anche dai laico e codificato nei principi che dovrebbero governare le organizzazioni socialli di tutta l'umanità, a prescindere da fedi .

Allora leggerò altrove alcuni tuoi approfondimenti.
paul11 is offline  
Vecchio 03-02-2016, 01.34.27   #158
paul11
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Riferimento: Dio è morto. Anche Nietzsche.

Citazione:
Originalmente inviato da maral
Certamente, anche una singola cellula possiede una sua conoscenza, senza sapere nulla di questa conoscenza. L'essere umano è invece probabilmente l'unico essere vivente che sa di sapere e di non sapere, è quindi l'unico osservatore.


Proprio per non fare di tutta un'erba un fascio è necessario distinguere il significato di "tecnica" per come si prefigura oggi rispetto agli albori della storia umana, e questo sarebbe appunto compito filosofico e non semplicemente storico.
Come ho già detto la tecnica è connaturata all'uomo, in quanto l'uomo, non avendo risposte preordinate, proprio in virtù della sua consapevolezza è esposto al mondo. Allo stesso modo la volontà di potenza è anch'essa il frutto di questa consapevolezza umana che in quadra il mondo sempre e solo da un punto di vista soggettivo, il senso di un io che si sente sempre messo in gioco e reagisce tentando di dettare il gioco.
Ma fino a qui il protagonista è sempre l'uomo, non così dopo lo sviluppo tecnologico industriale con il ruolo primario assunto dalla macchina (intesa non semplicemente come strumento di lavoro, ma soprattutto come modo di pensare la produzione). Oggi (e solo oggi), l'uomo (chiunque: il super tecnico espertissimo nel suo settore, il dirigente di una multinazionale come l'ultimo dei consumatori con il suo magico touch screen in mano) è inferiore ai suoi strumenti e in quanto tale ne è strumento, mentre il più misero degli agricoltori dell'età del bronzo non era inferiore alla sua vanga. E allo stesso modo la volontà di potenza non è più la sua, se non in deliri e vaneggiamenati del tutto riprovevoli: la volontà di potenza è della macchina tecnica, perché solo essa è capace di realizzzarla efficacemente. Dunque l'essere umano è chiamato ad adeguarsi al meccanismo, secondo procedura per funzionare come deve.
Questo fissa la base di un'etica tutta diversa rispetto al passato che sostituisce il bene e il male con il funzionante e il non funzionante, un'etica che produce i suoi reietti dannati e i suoi beati ben inseriti e premiati, ma non è più un'etica umanamente fondata. Appunto l'uomo (seguendo gli dei in cui aveva proiettato la propria immagine di potenza nel cui sovrumano pur tuttavia era ancora possibile vedere l'umano) ormai è antiquato, che lo si voglia o meno e qui sta la grande differenza rispetto all'età del bronzo.


Bisognerebbe fare una discussione sulla conoscenza o come intendiamo che sia.
l mia domanda era per introdurre il fatto che le forme di conoscenza con la filosofia vengono schematizzare e ordinate dentro un linguaggio logico. Questa è una delle forme del conoscere.
E' questa forma di conoscere ,impiantata sul modello scientifico galileano che aprirà allo sviluppo della tecnica, filosoficamente da Cartesio in poi .
Platone rappresnta più di tutti il passaggi odal linguaggio mitico alla filosfia. Aristotele categorizzarà e costruirà la logica predicativa.
L'iperurano di Platone...... Urano è il padre di Cronos e questi è il padre di Zeus.Il cielo e la terra generano il tempo ed erano i titani ,gli dei abitano nel mondo degli umani. Questo avvicinamento e i precedenti influssi filosofici aprono alla separazione fra metafisca e scienza della natura, ma con un identico linguaggio logico.
Se la perfezione, l'assoluto, il principio di identità, l'essere abitano nel lugo che è e non può divenire, tutto ciò che esiste,compresi noi siamo contraddittori nella conoscenza.Se Parmenide si ferma all'essere che è e la struttura originaria di Severino al principi dì identità, abbiamo solo spostato la religione di Dio dentro la logica, ma comunque lì è tutto immobile.E' la forma logica del conoscere della filosofia greca il problema originario -
La tecnica è semplicemente l'ordinamento schematico di una conoscenza, ciò che oggi chiamiamo tecnicamente know how.
La forma logica non può che predicare verità deteministiche se vogliamo dare un valore di verità o falsità alle proposizioni come dice Wittgenstein.Nietzsche non utilizza la logica sceglie di comunicare per aforismi ed Heidegger si giustifica di non avere il linguaggio appropriato che non è quello classico della metafisca.

Ora se la tecnica è conoscenza ed è una forma efficiente economicamente tanto più nella socializzazione organizzativa si divide il lavoro, nascono i mestieri, si ruolificano le persone, si costruiscono gerarco-funzionalità, che apparirono da subito, poi sono esplose nella modernità con invenzioni e scoperte amplificandone le forme, perchè crea ricchezza, il vero nodo è l'egemonia culturale che costruisce la volontà di potenza. Il linguaggio logico e la matematica che ne deriva è tipicamente calcolativo e si sposa benissimo con l'osservazione della natura fisica,
La tecnica in sè e per sè non è limitabile perchè è conoscenza di base e poi applicazione pratica.L'egemonia semmai è la problematica da limitare. Solo lo stesso calcolo potrà riconfigurare l'egemonia .
La volontà di potenza si ferma solo per calcolo di convenienza sulle riconfigurazioni da effettuare in quanto mette in crisi se stessa.
Purtroppo temo che nessuna morale possa limitarla.
La causa è la forma del linguaggio scelto e la divisione netta fra metafisica e natura fisica.Così la filosofia rischia di essere solo metafisica e le scienze applicando il calcolo logico matematico fa ciò che conviene all'egemonia della volontà di potenza.
Il mito essendo simbolo di potere di un dominio di un dio era anche timore di oltrepassare quel limite,prima ancora di essere precetto morale era paura di una ritorsione della natura da parte di un dio .
Bisognerebbe riuscire di nuovo nella filosofia , o non so chi e come, ovviamente non più nel mito e probabilmente neanche nella religione, ricreare la condizione della limitazione,
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Vecchio 03-02-2016, 08.24.53   #159
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Citazione:
Originalmente inviato da Sariputra
Una sorta di disperanza speranzosa sig. Maral ...un sperare che la disperazione alfine serva almeno a morire in piedi.

Concordo (e anche con Marall, almeno stavolta): se si deve morire, cerchiamo però di morire in piedi, se saremo sconfitti (ciascuno di noi nelle sue battaglie, non sempre e non necessariamente comuni a noi tutti, ovviamente) ciò che conta di più (più dell' esito) é comunque il combattere degnamente.
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Vecchio 03-02-2016, 09.48.08   #160
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** scritto da Hegel89:

Citazione:
La religione e la filosofia che cosa sono? Sono il medesimo contenuto, ma in forma diversa.
Entrambe rispondono alle stesse domande fondamentali, entrambe credono ad un certo sistema di verità, soltanto che la fede usa la ritualità e in generale la rappresentazione, mentre la filosofia impiega il pensiero puro.
Ecco risolto il dualismo!

L'avrai risolto personalmente, per una tua fede intima (...e ci risiamo!), ma niente d'oggettivamente chiaro e pratico.

Io non ho mai sentito nessuno affermare: "...grazie alla filosofia ho incontrato pace e allegria!..." (anzi!!)

Per non parlare di un cambio radicale della quotidianità, una trasformazione "miracolosa" delle abitudini, la salvezza già in vita per comprenderci.


Pace&Bene
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