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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 16-03-2013, 13.48.05   #101
jeangene
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

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Originalmente inviato da ulysse
Scusa caro amico, forse sono un pò troppo pervadente.

Non ti preoccupare..

Citazione:
Originalmente inviato da ulysse
Sono anche convinto che nel perseguimento delle realtà tutto questo non sia sufficiente...ma che sia il meglio che abbiamo...per ora.
In fondo, ripeto, il sapere scientifico non è fermo, non è dogma: esso è in continua evoluzione e sviluppo sempre più verso un maggiore ed eclatante sapere e conoscere!

In conseguenza, mi parrebbe ovvio che aggrappandomi al treno della scienza arrivo più lontano che non cecare di cavalcare, pur con le migliori intensioni, il mio personale somarello...all'inseguimento dei tanti mulini a vento.

Sono d' accordo, anch' io, come dici tu, mi aggrappo al treno della scienza. Proprio in questi giorni sto leggendo Quantum di Kumar Manjit per approfondire la mia conoscenza della meccanica quantistica, un libro eccitante che consiglio vivamente a chi vuole approfondire questa teoria.

Come abbiamo detto la scienza però non ha risposte su tutto, non coglie la totalità dell' essere, allora come possiamo fare? Ognuno di noi credo senta il bisogno di creare una propria visione del mondo che inglobi il tutto, anche se a volte per farlo è obbligato ad abbandonare il sentiero delle ragione e imboccare quello della fede (nel caso dei credenti).
Io non ho abbandonato il sentiero della ragione per completare la mia visione del mondo, mi sono aggrappato ad un altro treno, quella della filosofia che ha la stessa destinazione del treno della scienza: la verità. Questi treni non si escludono a vicenda, ma corrono uno a fianco all' altro.

Spesso le visioni del mondo delle varie persone entrano in contrasto ed uno dei contrasti più frequenti è proprio quello su cui stiamo discutendo ora: "L' Io è un derivato della materia è un semplice frutto del caso?"

Questo tema mi sta molto a cuore perchè fino poco tempo fa ero un materialista convinto e so a che conseguenze può portare questa idea del mondo alla persona che la fa sua. In sostanza è una visione che lascia ben poco da sperare.
Io non ho modificato la mia idea del mondo per un semplice fatto di convenienza, non l' ho fatto per credere in un mondo migliore, l' ho fatto perchè dopo essere salito sul treno della filosofia sono entrato in contatto con altre visioni del mondo che ho ritenuto più convincenti.

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Vecchio 16-03-2013, 14.11.29   #102
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

Non è mio intento essere aggressivo, volevo solo sottolineare il problema della teoreticità dei dati; cioè pure il problema dell'anomalia kuhniana.
In altre parole i "dati" o i "fatti" estratti dalla sperimentazione empirica, una volta osservati e descritti, vengono interpretati tramite una toria di base o i preconcetti in voga (i soli mezzi tramite cui i dati ricevono il loro significato per noi), così essi si conformano alla teoria stessa che è dietro l'esperimento. è possibile dunque che il problema della vita non sia irrisolto per la scarsità dei mezzi a disposizione ma a causa della definizione dei concetti nella tassonomia attuale (che in tale ambito è pure palesemente ambigua).
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Vecchio 16-03-2013, 18.59.49   #103
freedom
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

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Originalmente inviato da Aggressor
Se pretendete che la "vita" abbia le caratteristiche definite dai vostri preconcetti sarà facile escluderla da una quantità di enti. Ma il sasso si muove, e anzi le cellule e gli atomi si muovono, in continuazione. Non fanno figli, ma chi ha deciso che per vivere devo essere predisposto a fare figli? Magari potrei decidere che se non ho le mani sono morto.. io dico che si dovrebbe capire bene cosa è la vita nel senso più obbiettivo prima di negarla a chicchessia. Anche l'amore è un concetto vago e forse troppo specifico dell'uomo, come a dire che se non ho le sopracciglia allora non sono un mammifero. Poi qualcuno diceva che tutto si muove per amore e odio, tale Empedocle, forse si tratta solo di un modo diverso di descrivere delle forze fisiche.


Il problema è che si esclude alla "materia morta" di poter fare certe cose, poi si distingue "materia viva" da "materia morta" in modo arbitrario, così tutto ciò che ricade in "materia morta" eredita immediatamente degli svantaggi per la sua condizione, svantaggi che non sono stati trovati in lui direttamente, ma che solo gli si ascrivono per la sua appartenenza ad una classe. Poi si entra nella difficoltà di chiarirsi il passaggio dalla "materia morta" alla "materia viva", perché la materia morta, a priori, non avrebbe certe capacità.


Io posso tentare di spiegare in che senso un sasso potrebbe avere coscienza: la sua coscienza sarebbe inferiore a quella dei suoi costituenti, cioè gli elementi chimici di cui è fatto, poiché essi, per sè, possiedono una complessità interna maggiore, tanto è vero che più del sasso essi tendono ad "evolversi" e a cercare situazioni di stabilità. La mia proposta (che segue la scia dei neuroscienziati) è che un corpo biologico sia semplicemente un corpo la cui complessità totale supera la comlessità individuale dei propri costituenti. Ad esempio un gatto dico che è "vivo" perché la sua struttura totale (che si può anche ben riconoscere un un Io, i quanto tutto lì dentro è ben interconnesso) supera per complessità (integrazione delle strutture interne) la struttura dei suoi costituenti interni. In un sasso o in un computer questo ancora non avviene, o non è evidente per il basso livello di coscienza, per cui sembrano corpi molto grandi, ma "morti".

Ho quotato tutto perchè condivido tutto. Non lo dico per piaggeria. Pensa che con alcuni oggetti della mia vita ho stabilito un dialogo. Forse univoco ma li considero "vivi" o, almeno, in qualche modo, in grado di percepirmi.

Tuttavia, quando parliamo di vita, credo sia corretto usare il buon senso e attribuirla a ciò a cui comunemente si attribuisce. E cioè mondo vegetale, animale e umano. Vuoi perchè il movimento è visibile ad occhio nudo, vuoi perchè riconosciamo un processo di assimilazione ed espulsione, vuoi perchè assistiamo ad un processo di riproduzione.
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Vecchio 17-03-2013, 01.59.56   #104
gyta
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

Citazione:
In altre parole i "dati" o i "fatti" estratti dalla sperimentazione empirica, una volta osservati e descritti, vengono interpretati tramite una toria di base o i preconcetti in voga (i soli mezzi tramite cui i dati ricevono il loro significato per noi), così essi si conformano alla teoria stessa che è dietro l'esperimento.
(Aggressor)

Parole.. sante!
In questa frase c’è il cuore stesso di questa discussione
e fondamentalmente la luce chiave di ogni discussione (filosofica, sociologica, politica che sia).

Con grande piacere mi sono imbattuta su poche parole relative a Carnap scoprendo
di non essere l’unica che trova insensata l’impostazione di problemi falsamente metafisici
che non radicano affatto sull’esperienza escludendo totalmente una seria e fondamentale
analisi critica del linguaggio che le formula e con Kuhn amplierei il suo fondamento
di ciò che identifica con “paradigma” con il suo più trasparente concetto di “matrici disciplinari”.
Ovvero, ciò che definisce il paradigma stesso mano a mano
è la finalità della ricerca posta in essere nell’esame dell’oggetto in questione
e che determina il significato stesso dei parametri usati.
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Vecchio 17-03-2013, 20.16.43   #105
ulysse
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

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Originalmente inviato da jeangene
Non ti preoccupare.
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Sono anche convinto che nel perseguimento delle realtà tutto questo non sia sufficiente...ma che sia il meglio che abbiamo...per ora.
In fondo, ripeto, il sapere scientifico non è fermo, non è dogma: esso è in continua evoluzione e sviluppo sempre più verso un maggiore ed eclatante sapere e conoscere!
In conseguenza, mi parrebbe ovvio che aggrappandomi al treno della scienza arrivo più lontano che non limitandomi a cavalcare, pur con le migliori intensioni, il mio personale somarello...all'inseguimento dei tanti mulini a vento.

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Originalmente inviato da jeangene
Sono d'accordo, anch' io, come dici tu, mi aggrappo al treno della scienza. Proprio in questi giorni sto leggendo Quantum di Kumar Manjit per approfondire la mia conoscenza della meccanica quantistica, un libro eccitante che consiglio vivamente a chi vuole approfondire questa teoria.
Complimenti e auguri!
Personalmente non amo più entrare nelle particolarità specialistiche ed operative…preferisco mantenermi al livello di tattica e strategia: entrare nello specialistico richiede troppo tempo…o troppa energia…magari meno pigrizia…per quanto qualcosa studio.

Mi piace citare in proposito una vecchia metafora: la foresta è bellissima ...peccato che tutti questi alberi che mi stanno intorno mi impediscano di vederla e gustarla!
Citazione:
Come abbiamo detto la scienza però non ha risposte su tutto, non coglie la totalità dell' essere, allora come possiamo fare? Ognuno di noi credo senta il bisogno di creare una propria visione del mondo che inglobi il tutto, anche se a volte per farlo è obbligato ad abbandonare il sentiero delle ragione e imboccare quello della fede (nel caso dei credenti).
Niente e nessuno ha risposte su tutto: le risposte si possono solo perseguire con impegno nel tempo. È come le faccenda del viaggio: per ogni scopo perseguito l’interesse prevalente sta nel viaggio, piuttosto che nella sua conclusione.

E’ vero tuttavia che ciascuno vorrebbe crearsi una vision che inglobi il tutto e soddisfi le proprie pulsioni, ma l’illusione consiste soprattutto nel crederlo possibile: il tutto, come il perfetto, come l’assoluto… non esistono...la realtà è un continuo farsi!

Chi affermasse che una certa disciplina o pratica gli offre una visione del mondo e delle cose che ingloba il tutto o è un ciarlatano o è un illuso…magari un plagiato di una qualche setta.

Eppure, pur di credere alla “vision del cosiddetto tutto” si è disposti alla illusione, all’autosuggestione ed alla magia del sopranaturale.

Fede e ragione stanno su piani paralleli che non possono incontrarsi e confondersi.
Infatti, la fede, ricorrendo al sopranaturale, pretende che tutto sia definito e attuato una volta per sempre…basta avvicinarsi al creatore e attingere la verità che egli profonde: tutto appare chiaro!...ed il vero di per sè appare.

Ma niente e nessuno è garante che non sia una bufala…per quanto, tuttavia, si può essere felici anche di illusione.

Io, a costo di perenne infelicità, che poi infelicità non è, rifiuto una tale posizione e “credo” che la strada della scienza, percorsa col rigore del metodo, possa meglio portare il mondo, sempre più, a conoscenze reali, oggettive e documentate…sia per il nuovo... sia incrementando/soppiantando le conoscenze più vecchie e superate.

Infatti, la filosofia della scienza sa che niente è gratis, niente è eterno e niente viene da fuori ..dall’extramondo.

L’uomo che vuole conoscere deve studiare, cercare, sperimentare, dimostrare, ecc…con metodo e rigore e solo allora intraprenderà la strada che porta a distinguere, forse, l’oggettivo reale dal falso illusorio.
Citazione:
Io non ho abbandonato il sentiero della ragione per completare la mia visione del mondo, mi sono aggrappato ad un altro treno, quella della filosofia che ha la stessa destinazione del treno della scienza: la verità. Questi treni non si escludono a vicenda, ma corrono uno a fianco all' altro.
Che corrano fianco a fianco a volte capita…ma se fosse sempre vero non staremmo a discutere.
Bisognerebbe precisare che la scienza non è scienza solo perché è razionale, ma perché, nell’ambito del razionale si attiene, appunto, al metodo della scienza che fu enunciato in nuce già da Galileo.

Ad essere consuntivi, affinchè un enunciato possa definirsi scientifico, è necessario che, oltre la raccolta, definizione e rielaborazione dei dati relativi all’argomento, si attuino/verifichino anche la sperimentazione/dimostrazione nonché la congruenza del trovato con le leggi scientifiche universali e lo si esplichi matematicamente.

Gli enunciati scientifici, infatti sono espressi da formule ed equazioni ed è attorno a queste che si ragiona.

Al limite, se un qualche scienziato elaborasse l'equazione dell'anima...se ne potrebbe ragionare!

La filosofia non si si avvale di un tale rigore e spesso non si sa se l’elucubrazione filosofica costituisca concreta saggezza o illusoria mostruosità: purchè il discorso abbia un filo logico con suggestiva dialettica, esso viene accettato come verità: magari quella fasulla può essere una verità di breve durata, ma intanto si generano mostri.
I vari idealismi del ‘900 lo hanno dimostrato.

Quindi il treno della scienza è rigoroso nel perseguire lo scopo del vero e il “metodo” ne costituisce garanzia: al limite, la scienza, più che nei trovati e nelle sue leggi e teorie, sta nel “metodo”.

La filosofia, ed anche la fede, pur perseguendo magari una stessa verità, si muovono sui più disparati binari anche per vie trascendenti. Non si sa quale sia il giusto binario…anzi ognuno sceglie quello che gli pare più congeniale e che meglio soddisfi le proprie pulsioni!

Io direi che la “verità”…anzi la “realtà dell’universo”, chè di questo tratta la scienza, non si sceglie: è quella che è!...e la si può solo scoprire.
Citazione:
Spesso le visioni del mondo delle varie persone entrano in contrasto ed uno dei contrasti più frequenti è proprio quello su cui stiamo discutendo ora:
"L'Io è un derivato della materia è un semplice frutto del caso?"
Se ognuno sceglie per pulsione propria con scarsa oggettività, ovvio che insorgono contrasti su visioni le più disparate e fantasiose…persino trascendentali.
Ognuno vorrebbe una sua verità a propria immagine e somiglianza…per cui i credenti, i cultori della filosofia classica, non vedono di buon grado che la vita sia casualmente insorta da una qualche reazione elettro-chimico-fisica, avvenuta in vari modi durante miliardi di anni, fra miliardi di miliardi di reazioni fra particelle, atomi, molecole, aminoacidi, campi di energia, ecc…fra loro in presenza… dai composti elementari fino ai complessi….fino alle prime proto-cellule e quindi cellule viventi che in un altro miliardo di anni di evoluzione andranno a costituire “organizzazioni” di cellule (non certo “ammassi”) nei viventi pluricellulari.

Comunque, chi è formato alla tradizione ed ad una qualche fede, accetta “obtorto collo” ipotesi di questo genere che tende a fraintendere, contrastare e distorcere.
Ma non saprei quali altre ipotesi si potrebbero fare sempre restando nell’ambito dell’immanente da cui la scienza non può divergere.

Quanto al cosiddetto “IO”, che poi sarebbe il nostro pensiero/mente integrati nella coscienza, esso è insorto molto più tardi emergendo in modo eclatante con l’avvento dell’Homo Sapiens, appena 100/200 mila anni fa , frutto del processo evolutivo per selezione naturale.
Lo stocastico magari è pure intervenuto e interviene, ma in secondaria istanza.
Comunque il “probabilistico” è parte integrante della modalità evolutiva dell’universo.
Tuttavia anche questo “probabilismo” non è congeniale ai cultori del “pensiero classico” per cui si ritorna sempre da capo increduli: possibile?..noi?...dalla materia?...dal caso?....
Citazione:
Questo tema mi sta molto a cuore perchè fino poco tempo fa ero un materialista convinto e so a che conseguenze può portare questa idea del mondo alla persona che la fa sua. In sostanza è una visione che lascia ben poco da sperare.
Ognuno persegue le sue esperienze e ne trae le sue conclusioni che non possono essere che personali e con giudizi non generalizzabili.

Personalmente, pur non ritenendomi materialista (roba da inizio ‘900’’), aderisco alla filosofia della scienza e nutro speranze positive.

Mi pare, comunque, che sempre più, a torto o a ragione, la gran parte degli umani segua il percorso inverso al tuo e si sposti intellettualmente verso la secolarizzazione ed il relativismo…e ne tragga speranze, persino…del tutto opposte a quelle dell'oltre-morte...ovviamente.
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Io non ho modificato la mia idea del mondo per un semplice fatto di convenienza, non l' ho fatto per credere in un mondo migliore, l' ho fatto perchè dopo essere salito sul treno della filosofia sono entrato in contatto con altre visioni del mondo che ho ritenuto più convincenti.
E’ per lo meno strano che si trovi maggior capacità di convincimento nelle vision meno pervase da concreto realismo dimostrativo.

Ma, dopo tutto, chi può dire per quale ragione perseguiamo certe convinzioni piuttosto che altre: non certo per una oculata analisi e selezione.
Anzi è più spesso vero l’inverso: si difende la posizione assunta... ad ogni costo!

Ad essere malevolo, potrei dire che più spesso ci capita di giudicare convincenti… e le perseguiamo… le vision meglio aderenti ai nostri pregiudizi…magari insorti fin dall’imprinting e formazione giovanile.

Penso tuttavia che la formazione scientifica possa meglio salvare da tali stravolgimenti.
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Vecchio 17-03-2013, 20.49.31   #106
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

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Originalmente inviato da freedom
Ho quotato tutto perchè condivido tutto. Non lo dico per piaggeria. Pensa che con alcuni oggetti della mia vita ho stabilito un dialogo. Forse univoco ma li considero "vivi" o, almeno, in qualche modo, in grado di percepirmi.
E' eccezionale!
Io per ora ho stabilito un dialogo con la mia gatta: trattiamo dell'essere e del divenire...dopo che le ho riempito la ciotola però
Comunque spero di fare meglio in futuro: per ora ho un orologio col quale intrattengo un serrato dialogo sul tempo. Già è qulcosa!

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Tuttavia, quando parliamo di vita, credo sia corretto usare il buon senso e attribuirla a ciò a cui comunemente si attribuisce. E cioè mondo vegetale, animale e umano. Vuoi perchè il movimento è visibile ad occhio nudo, vuoi perchè riconosciamo un processo di assimilazione ed espulsione, vuoi perchè assistiamo ad un processo di riproduzione.
Temo, infatti che a volte non si abbia ben chiara la definizione di ciò che intendiamo per vita e perchè sia definita in un certo modo e non in altro.

Se ne potrebbbe fare oggetto di un topic...o forse già un topic dedicato esiste.

Comunque quando si esula dalla metodologia scientifica si puo supporre ed enunciare qualunque e qualsivolglia cosa: si agisce su piani diversi privi di contatti.

Del resto è per questo che si è costituita la scienza: per non perdersi in vane elucubrazioni e per trattare della realtà dell'universo in modo realistico e costruttivo: infatti la scienza ha uno scopo...quello di scoprire e definire cosa sia l'universo, come funzionino i suoi fenomenti e come trarne ricadute vantaggiose attraverso le scienze applicate e la tecnologia.

Lo pseudo filosofo, avulso dalla esigenza della sperimentazione e dimostrazione...persino dalla realtà, non ha nessuno scopo se non lo strabiliare gli innocenti ed è per questo che le sue elucubrazioni sono sterili oltre che irreali e assurde.
ulysse is offline  
Vecchio 19-03-2013, 13.46.47   #107
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?


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Io non ho modificato la mia idea del mondo per un semplice fatto di convenienza, non l' ho fatto per credere in un mondo migliore, l' ho fatto perchè dopo essere salito sul treno della filosofia sono entrato in contatto con altre visioni del mondo che ho ritenuto più convincenti.

Ulysse:
E’ per lo meno strano che si trovi maggior capacità di convincimento nelle vision meno pervase da concreto realismo dimostrativo.


Ma guarda che da ciò che si sperimenta si traggono in seguito varie conclusioni cira la natura delle cose. Questa seconda fase è del tutto filosofica, anche se usa come mirino la sperimentazione empirica, per cui essere persuaso da una descrizione filosofica della natura piuttosto che da una meramente scientifica è del tutto normale. Cioè io in realtà non capisco bene dove sia questo confine tra scienza e filosofia (trovo che la differenza tra i due termini sia un porre l'accento rispettivamente sulla fase sperimentale -empirica- e quella teoretica -teorica-), ma so bene che i sistemi filosofici dei grandi pensatori hanno un impatto sulla ragione molto potente poiché tentano di dare un senso unitario a tutto il reale, senza tralasciare le scoperte scientifiche (ci mancherebbe!), ma tentando di far emergere una grande armonia dell'universo. Per questo un libro di filosofia può dare allo "spirito" più di quanto non possa fare un libro di sola scienza (poi ci sono libri scientifici così interessanti che possono certo rendere una persona molto entusiasta!). Cioè una volta che mi sia stato detto che si sono trovate queste e queste altre cose tramite esperimenti dovrò pure trarre una conclusione utile alla mia vita, che non sia solo "allora adesso mi compro l'ultimo i-Pad perché ora sanno lavorare con nanotecnologie".

La teoria del Big-Crunch, per esempio, era stata ideata da Kant (grande estimatore di Newton), ma egli (oltre ad aver esteso alcune intuizioni di Newton oltre il confine della via lattea) ha ragionato anche sui fini della natura, o almeno ha criticato la facoltà che abbiamo di additare un senso unitario alla natura (perché questo è parlare di teleologia), pur sapendo che si tratta di considerazioni soggettive, e questo è interessante; ha parlato di arte e antropologia pragmatica, della natura noumenica ecc..
Io ho letto l'ultimo libro di Stephen Hawking "Il grande disegno".. è meglio che non commenti troppo.. in ogni caso oltre ad incredibili errori storeografici sulla storia dell'evoluzione del pensiero, la sua teoria non mette alle strette Dio, e anzi, dopo averlo letto, anche se sono "ateo", mi sento un pò più incline a dare una causa trascendente al reale (magari qualcosa tipo l'Uno di Plotino, visto pure i teoremi di incompletezza di Godel..). In altre parole, se uno ha studiato le terie del passato circa l'universo e l'uomo, se uno ha letto le opere dei grandi personaggi, male non fa, e ci si rende conto di come nascono concetto come quello di causalità (ne ho tirato fuori uno su infiniti) e come si evolvono, di come le più attuali teorie scientifiche siano ritorni a teorie del passato ecc (e cosa, nel passato, si è criticato di queste teorie). Se uno conosce la storia dell'evoluzione del pensiero o si cimenta in opere di definizione concettuale può trarre conclusioni molto persuasive sulla natura; e persuasive non lo uso come a dire "non-scientifiche ma convincenti", ma proprio "convincenti in quanto in armonia con tutto ciò che l'uomo (in generale e nel particolare=> "uno specifico uomo") conosce e ha visto nel mondo".
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Vecchio 19-03-2013, 19.00.00   #108
ulysse
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Se pretendete che la "vita" abbia le caratteristiche definite dai vostri preconcetti sarà facile escluderla da una quantità di enti. Ma il sasso si muove, e anzi le cellule e gli atomi si muovono, in continuazione. Non fanno figli, ma chi ha deciso che per vivere devo essere predisposto a fare figli?
Quali preconcetti!?...Bisognerebbe specificare!

Certo che tu personalmente puoi anche no riprodurti e vivere felice, ma c’è da considerare qualcosa di molto ovvio e semplice: una specie vivente che non fa figli non emerge…manco esiste…è un controsenso.

Ovvio che non ne faccio una questione etica: si tratta solo di distingure il vivente dal non vivente.

Daltra parte, un oggetto inanimato quale potrebbe essere un diamante, non si autoriproduce… putroppo...ma in compenso è eterno.
Quella dei muli ad esempio è una specie ibrida sterile, ma sopravvive perchè alla riproduzione, qundo necessario, provvedono gli accoppiamenti fra stalloni asini da un lato e cavalle dall'altro.

Comunque la vita è caratteristica (magari per un numero enorme di individui e di specie) solo di una certa tipologia di entità che sarebbero le specie viventi (o a suo tempo estinte) evolutivamente emerse da un unico ceppo, oltre 3 miliardi di anni e moltiplicatesi in successive generazioni.

In fondo è vero..come dice la bibbia…siamo tutti figli di Adamo ed Eva…o, piuttosto, della prima protocellula capace (col primo rudimentale filamento di DNA) di replicarsi: la modalità di replicazione, infatti, si verifica essere la stessa per tutti i viventi…quindi l’abbiamo ereditata dal primo essere autoreplicante esistito.

Comunque non è assolutamente il “muoversi” l’indice che certifica la vita: gli stessi sassi ed ogni corpo avente massa, si muovono semplicemente perchè soggetti al campo gravitazionale così come altri oggetti si muovono (o si stabilizzano) quando immersi in diversi campi di forza come potrebbe essere il campo elettromagnetico, ecc….

Sono cose ovvie ed i campi di forza o di energia non sono di per sé indice o fautori di vita.

Il fatto che gli atomi, gli elettroni abbiano movimento rientra nelle leggi fisiche dalla materia quali l’elettronica, la meccanica, la chimica, la gravitazione universale, la quantistica, ecc…che la biologia considera come leggi di base aprioristiche.
Piuttosto la biologia studia i caratteri delle vita come essa insorga, si mantenga, evolva e finisca.

Il passaggio fra le leggi di base della materia e le leggi della vita si attua in un salto con un tratto di discontinuità per ora inspiegato.
Infatti, fra i caratteri della materia inanimata ed i caratteri costituenti le entità animate, che pur di materia sono, non c’è relazione: la materia inanimata non pensa, non sente, non percepisce, non reagisce…noi viventi che, pur originariamente di materia siamo…invece... pensiamo, sentiamo, reagiamo, ecc…almeno al nostro livello evolutivo...e lo rilevimo...ne abiamo coscinza.

E’ solo una nostra interpretazione?
Può essere, ma solo in questo modo possiamo interpretare e quindi conoscere le cose e gli eventi…e trarne le conseguenze sperate e necessarie.
Per lo più ci prendiamo...o, per lo meno, sopperiamo.

In un certo qual modo ci accontentimo per ora.... per riuscire meglio dopo.

Certo che il nostro scopo, lo scopo della scienza, è quello di interpretate nel modo il più possibile oggettivo e asintoticamente vicino al reale l'evento universo…e credo che in questo le protesi strumentali che sempre contribuiscono siano di notevole garanzia e di garanzia sono anche i controlli incrociati fra i vari laboratori del pianeta che l’ausilio che la rete permette.

Un maggior pericolo di interpretazione distorta lo corre (come, ad esempio, il filosofo) chi elucubra senza protesi e riferimenti concreti fidando solo sul proprio logicismo dialettico: diciamo che in mancanza o impossibilità di sperimentazione le garanzie di veridicità declinano...a volte si annullano o si invertono.
Ma se solo interessa il conforto tutto può essere.

Quindi alla domanda: una tal suddivisione di tutta la materia conosciuta in vivente e non vivente non è stato, forse, un arbitrio?
Si può rispondere: che forse lo è stato e lo è…ma pare ininfluente…a confronto dei vantaggi perseguiti.

In ogni caso, se domani parrà che conviene, per il meglio dalla umanità, definire diversamente e comprendere nell’animato anche l’inanimato...il sasso che vive ...., lo si farà ...non è un dogma!...ma ho forti dubbi in proposito.

Infatti in passato i saperi e le discipline erano suddivisi molto diversamente…si credeva anche nella generazione spontanea...poi, con il sopraggiungere di nuovi prevalenti e più complessi saperi, le definizioni sono evolute al meglio…credo.

Magari nemmeno il metodo pragmatico Galileano nella sua atuale evoluzione che la scienza persegue, non è perfetto e non sopperisce al tutto come pretenderebbe il filosofo, ma ci accontentiamo pragmaticamente del possibile per lavorare al meglio per il massimo dei risultati.
Certo si può anche sempre fare di meglio… se ci si riesce…o se si scopre di essere in buca.
ulysse is offline  
Vecchio 19-03-2013, 21.14.09   #109
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

freedom:
Pensa che con alcuni oggetti della mia vita ho stabilito un dialogo. Forse univoco ma li considero "vivi" o, almeno, in qualche modo, in grado di percepirmi.

Non mi è mai capitato di provare la sensazione che degli oggetti mi percepissero, e dopo tutto neanche credo che possano farlo "a dovere" (forse i computer un po' si, e si divertono a impallarsi nei momenti sbagliati!). Tuttavia ho stabilito un legame particolare con un oggetto, che è uno strumento musicale. Considero questo oggetto dotato di una personalità tale da aver modificato la mia vita; si, lo considero una personalità viva (ma non tanto per se stesso o per gli altri in generale, e tuttavia almeno nel suo essere-con-me) poiché egli ha operato attivamente in processi e situazioni che altrimenti dovrei riconoscere -egoisticamente e falsamente- come frutto esclusivo del mio essere. In quanto alla sua coscienza bé.. guardandolo adesso direi che ne abbia, ma si deve trattare di suggestoni , poiché razionalmente non saprei spiegare a me stesso (cioè, in realtà, sopratutto in modo oggettivamente accettabile) come ciò possa dirsi possibile.

Un saluto!
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Vecchio 20-03-2013, 09.32.02   #110
jeangene
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

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Cioè io in realtà non capisco bene dove sia questo confine tra scienza e filosofia (trovo che la differenza tra i due termini sia un porre l'accento rispettivamente sulla fase sperimentale -empirica- e quella teoretica -teorica-), ma so bene che i sistemi filosofici dei grandi pensatori hanno un impatto sulla ragione molto potente poiché tentano di dare un senso unitario a tutto il reale, senza tralasciare le scoperte scientifiche (ci mancherebbe!)

Coretto e io non ho mai sostenuto il contrario, un sistema filosofico dovrebbe inglobare l' intero mondo delle scienze empiriche.

Come critica al metodo delle scienze empiriche citerei Kant:
secondo Kant noi esperiamo la realtà attraverso i sensi, la filtriamo attraverso le intuizioni prime e infine la elaboriamo attraverso le categorie dell' intelletto. In tutto questo processo cosa resta della realtà? Bisogna ammettere che noi esperiamo sempre e comunque il fenomeno (ciò che appare) e mai il noumeno (ciò che è reale).

Con questo non voglio screditare le scienze empiriche, voglio solo evidenziare il fatto che il loro metodo ha un limite.
jeangene is offline  

 



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